Lasciare tutto e partire per un giro del mondo in moto

Agata e Thomas, due ragazzi che da pochi mesi hanno deciso di lasciare la quotidianità della loro vita milanese e partire per un giro del mondo in moto. Una breve introduzione dei protagonisti seguita dall’intervista completa.

A Luglio del 2011 siamo partiti a bordo della nostra vecchia Honda Transalp del 1991. Diciamo a tutti che stiamo facendo il giro del mondo, ma in verità siamo partiti semplicemente per girarlo il mondo, per andare un po’ qua e là. Se poi faremo anche un giro completo… tanto meglio!

Agata ha 25 anni, non si ricorda mai la sua età, è Valtellinese di Sondrio. Appena prima di partire si è laureata in Mediazione Linguistica e Culturale studiando inglese e cinese.

Thomas ha 32 anni, è ariete e si vede, è di Milano (anzi, di San Donato). E’ laureato in ingegneria con indirizzo Robotica e prima di partire faceva il ricercatore al Politecnico di Milano.

Avevamo una casa in affitto, due lavori, due gatti, tanti impegni e tanti amici. E poi?

Poi abbiamo fatto un mercatino a offerta libera con tutte (ma proprio tutte!) le nostre cose, abbiamo messo i 30 kg rimasti in 3 valigie e siamo partiti. Tutti ci chiedono come faremo quando finiremo i soldi… beh, un piano preciso nei minimi dettagli non ce l’abbiamo ancora. Diciamo che un gruzzoletto con cui cominciare l’abbiamo messo da parte in 4 anni di risparmi e quando questo finirà ci rimboccheremo le maniche ovunque saremo!

Riguardo ai motivi che ci hanno spinto a partire sono sicuro che chiunque saprebbe elencarne almeno 10 in pochi minuti, scegliete voi quelli che più si confanno alla vostra personalità. Ecco, adesso siete pronti a partire anche voi, dovete solo fissare la data.

Dove vi trovate in questo momento?

In questo momento siamo a Samothraki, un’isoletta greca piena di capre ai margini dell’Europa. Trascorriamo le nostre giornate davanti ad una stufa a legna accesa, e il resto del tempo facciamo legna, cuciniamo i biscotti e diamo da mangiare alle galline.

Siamo tornati in Europa dopo 5 mesi in Turchia per due motivi: stiamo aspettando la primavera prima di valicare le montagne a est, ma l’inverno è ancora molto lungo, così siamo in visita all’ultimo avamposto di amici che abbiamo.

L’altro motivo è invece di natura burocratica, dato che la moto può restare in Turchia massimo sei mesi. Avendo scoperto di non poter entrare in moto in Cina (ovviamente pagando si può tutto…), il nostro piano di viaggio, in continua evoluzione, ci stà portando verso l’India e quindi il Pakistan, del quale stiamo cercando di ottenere il visto prima di attraversare nuovamente la Turchia e quindi l’Iran.

Come è nata l’idea di partire in moto per questo lungo viaggio?

Questo è un salto nel passato di almeno 5 anni!

Thomas, dopo un viaggio nel Sud Est Asiatico che doveva durare 1 mese ma ne è durato 4, torna in Italia con l’unico obiettivo di preparare “Il Viaggio”. Tale Viaggio dovrà però rigorosamente essere fatto con un mezzo proprio per poter uscire dai binari obbligati del turismo.

Quasi 3 anni fa, Agata ritorna da un lungo soggiorno in Cina e con entusiasmo unisce le sue energie (e i suoi risparmi) a quelle di Thomas nel preparare la partenza.

E’ la vostra prima vera esperienza di un lungo viaggio in moto? Se no quali altri viaggi avete fatto?

In moto è assolutamente la prima esperienza: la moto (un Transalp di 20 anni in perfette condizioni) l’abbiamo comprata qualche mese prima di partire! Prima di allora l’unica moto è stata un Aprilia RX 125; un 2 tempi del 1989 che non è quasi mai uscita dalle vie Milano, ma che Thomas ha dovuto imparare a smontare in pezzi molto piccoli e poi rimontare completamente in 10 anni di amore-odio.

Il primo vero viaggio in moto è stato il “rodaggio” da Milano a Barcellona: miseramente fallito nei pressi di Spotorno. Il guasto sembrava ingestibile, vuoti di potenza che andavano e venivano in continuazione, ciononostante non ci siamo arresi e abbiamo continuato sotto al diluvio universale in Francia arrivando stremati a Barcellona miracolosamente in tempo per un traghetto per Minorca che non abbiamo preso.

Dopo aver superato una prova come questa eravamo pronti a tutto, inoltre il guasto ha permesso a Thomas di “operare” ed entrare in confidenza anche con Serena (la moto, chiamata così per la tranquillità e serenità con cui ci ha lasciato a piedi in questo primo viaggio).

Questo mette in evidenza che non siamo motociclisti: la scelta della moto è stata una scelta lungamente ragionata, motociclisti lo diventeremo!

Come hanno preso amici e parenti questa vostra decisione di viaggiare in moto per paesi così lontani e per così lungo tempo?

Da parte degli amici un pò di entusiasmo e un pò di incredulità, ma con molta semplicità: ormai era da anni che ne parlavamo e semplicemente è successo.

I nostri genitori all’inizio hanno avuto un pò di difficoltà a capire perchè non volevamo percorrere la strada di “casa, famiglia, carriera” che avevano percorso loro, ma adesso si sono convinti anche loro che quello che stiamo facendo è una figata e si divertono a comunicarsi gli uni con gli altri ogni nuova notizia che hanno sulla nostra avventura!

Come vi siete preparati a livello logistico nei mesi prima della partenza?

Ci è voluto tantissimo tempo per prepararci a partire e soprattutto per sbarazzarci delle tante cose accumulate nel corso dei lunghi anni di stanzialità: per non sprecare niente abbiamo dovuto trovare il giusto posto ad ogni cosa. Inoltre il nostro equipaggiamento partiva da zero: la moto aveva bisogno di una sistemata e abbiamo dovuto comprare l’abbigliamento tecnico dalla testa ai pedi.

Il nostro buget per prepararci alla partenza è stato di 5000 euro (tutto incluso, moto compresa), questo ci ha portato a costruire, adattare o reinventare molti degli accessori necessari (vedi: i trolley porta attrezzi in simil-alluminio adattati a valige da moto e lo “pneumofono”, efficente antenato del moderno interfono).

Oltre alla tenda per pigri (la famosa “2-seconds”, che dona aerodinamicità alla moto), il nostro equipaggiamento include oggetti-chicca come: il fornelletto multifuel che può bruciare qualunque combustibile liquido, un segnalatore satellitare che manda email o sms con la nostra posizione GPS e le borse da bici poi riadattate come “valigie-laterali-anteriori”. Ovviamente abbiamo sempre a portata di mano un kit completo di attrezzi per qualunque evenienza.

Il libro che ci sta accompagnando dall’inizio del viaggio sono “Le mille e una notte”, che viene letto la sera prima di addormentarsi.

Avete mai avuto dubbi/ripensamenti prima della partenza? Se si quali?

Dubbi nessuno, eravamo talmente presi nei preparativi che questo evento sarebbe successo a prescindere dalla nostra volontà. Esisteva da talmente tanto tempo nelle nostre teste che aspettava solo il momento giusto per accadere: anche volendo non avremmo più potuto fermarlo!

E fino ad ora ripensamenti non ce ne sono stati.

Fino ad ora avete avuto problemi “tecnici” con la moto?

Il disastro c’è stato nel crash-test fino a Barcellona: in quella circostanza la moto è stata praticamente completamente smontata proprio dietro a Placa Catalunya mentre era invasa dagli Indignados.

Oltre a questo finora ci sono stati solo piccoli lavori di manutenzione fai-da-te (ricordiamoci che la moto ha 20 anni) e l’immancabile usura e sostituzione delle gomme.

Vale la pena citare una perdita di fluido dei freni risolta con qualche giro di nastro di teflon e il grippaggio della falsamaglia della catena, per cui abbiamo dovuto chiedere in prestito una smerigliatrice ai muratori…

Ultimamente poi ci si è rivoltato contro ogni dispositivo tecnologico: oltre al computer con schermo nero e cursore lampeggiante ci si è rotta anche una delle due centraline elettroniche della moto (prontamente riparata gratis da un tecnico della TV turco).

Teniamo una specie di “diario di bordo” con l’elenco dei guasti e delle riparazioni eseguite nel corso del viaggio: spesso quello che inizialmente appare come un problema insormontabile può essere risolto con un po’ di pazienza a costo zero!

Come vi organizzate per vitto e alloggio? Dormite in ostelli, campeggi, ecc?

In più di 4 mesi che siamo stati in Turchia abbiamo pagato da dormire non più di 7 o 8 giorni.

Dormivamo in tenda e più spesso ci facevamo ospitare da famiglie locali o persone incontrate. Ovviamente non sono mancati gli amici di amici e alle volte abbiamo usato il couchsurfing.

Riguardo alla nostra permanenza prolungata a Kas (il paesino turco dove abbiamo passato metà dell’inverno) abbiamo scambiato un paio d’ore di lavoro giornaliere in un hotel in cambio di vitto e alloggio.

Quale è il vostro budget giornaliero?

La cosa che influisce tantissimo sul budget sono gli spostamenti: se ci spostiamo i costi non si misurano in tempo ma in chilometri (in Turchia 25 euro di benzina ogni 300 chilometri); diciamo che il carburante rappresenta almeno il 50% delle spese totali. Se invece stiamo fermi il costo della vita può anche essere azzerato (come ci è successo a Kas).

Aggiungiamo anche che ci siamo tolti qualche sfizio (tipo il brevetto di sub per entrambi e qualche piccolo “viaggio nel viaggio” con tanto di biglietti aerei ecc.), detto questo, abbiamo speso 4200 euro negli ultimi sei mesi.

Il budget mensile che ci eravamo prefissati era di massimo 800 euro al mese tutto incluso.

Quanto avremmo speso se fossimo rimasti a Milano? Nello stesso arco di tempo per il solo sostentamento (affitto, bollette e cibo) avremmo speso intorno ai 3500 euro… e senza essere usciti di casa!

Quanti mesi spenderete in viaggio? E quale è il vostro itinerario?

Questo per noi non è solo un viaggio, noi vogliamo vivere la nostra vita viaggiando e il nostro limite non è in alcun modo il tempo.

Diciamo che noi non vogliamo solo percorrere tanta strada, anzi! Vogliamo soprattutto fermarci spesso e a lungo, per avere la possibilità di viverlo davvero questo mondo che ci circonda, non solo di “viaggiarlo”.

Per esempio in Turchia ci siamo fermati 5 mesi, abbiamo seguito un corso di Turco (non è che proprio lo parliamo… diciamo che ce la cavicchiamo), assaporato la cucina turca, e vissuto con Turchi per tutto il tempo. Questo ci ha portato, come abbiamo già detto, a essere ospiti delle loro case e delle loro conversazioni. Con questo obiettivo e questi ritmi… sarà un viaggio infinito!

Riguardo all’itinerario, questo cambia in continuazione: se avessimo seguito il nostro piano originale in questo momento dovremmo essere a Durban a contrattare per una nave per il Brasile, e invece adesso siamo in un’isola greca dopo aver passato tutto il nostro tempo in Turchia a credere che saremmo andati in Cina passando dalla Mongolia.

Il piano attuale prevede di andare in India, attraversando l’Iran e il Pakistan, l’unico ostacolo sono come sempre i visti.

Riguardo all’itinerario giornaliero, la nostra tecnica ufficiale è quella di perderci sempre e comunque, ma soprattutto ci stiamo rendendo conto che l’itinerario a deciderlo non siamo noi, ma gli eventi: basta guardare il nostro tragitto disegnato sulla mappa per rendersi conto che non è ispirato ad alcun disegno razionale!

Quale e’ stato il momento più bello di questo viaggio fino a questo punto? ed il più brutto?

Il momento più bello di Thomas è stato dormire in autunno in una mistica grotta in Cappadocia, e in generale la consapevolezza di libertà che quest’avventura gli sta rivelando.

Il momento più bello di Agata è stato quando ai festeggiamenti per un funerale kurdo è stata molto calorosamente accolta all’interno del parlatorio femminile. Ma la nostra avventura è talmente sfaccettata che è impossibile estrarre una singola immagine: credo che il momento più bello sia svegliarsi insieme ogni mattina con la mente sgombra da ogni preoccupazione!

Stranamente fino ad ora non abbiamo ancora dovuto ingoiare nessun boccone amaro, ma forse dipende anche dal nostro punto di vista positivo. Un brutto momento per Agata è stato scoprire di non poter andare in Cina, ma comunque ogni ostacolo se affrontato con il giusto spirito può dare origine a risvolti interessanti… in questo caso l’India!

C’è qualcosa che vi manca in modo particolare dell’Italia?

Ovviamente ci manca la cucina italiana (come faremo senza sciatt e prosciutto crudo…), anche se noi siamo dei buongustai interculturali.

Ci manca il nostro quartiere, l’Isola a Milano, dove ormai si salutava tutti per strada e dove al mercato del sabato ci si andava per fare piazza.

Un consiglio da dare a coloro che vorrebbero mollare tutto e partire come state facendo voi ma non ne hanno il coraggio?

Credeteci: il coraggio viene strada facendo! Dalla propria poltrona, tutto può sembrare ostile e difficile, ma dopo essersi sbarazzati dei propri oggetti e liberati dalla routine si ha un’altra percezione del mondo, e un imprevisto può trasformarsi in una nuova opportunità.

5 domande con risposta secca riguardanti il vostro viaggio

Pro di viaggiare in moto
La percezione a 360°: difficile capirla finchè non la si vive.

Contro di viaggiare in moto
I fenomeni naturali: api, pioggia, freddo e la onnipresente forza di gravità.

Il luogo più ospitale incontrato
Turchia, assolutamente.

Piatto preferito
Thomas: Ossibuchi al succo di arancia – Agata: Carbonara.

Inconveniente peggiore
In Liguria durante il viaggio di prova sulla strada per Barcellona, quando ci si è fermata la moto… in autostrada… in galleria!

Potete seguire il viaggio di Agata e Thomas per le vie del mondo attraverso il loro blog

8 commenti su “Lasciare tutto e partire per un giro del mondo in moto”

  1. mamma mia questo si che è un Viaggio! Grazie per aver scovato Agata e Thomas, li seguiremo con affetto e curiosità in questa loro avventura che a solo leggere questo post ci fa rifiorare un sacco di emozioni.

  2. complimenti raga, continuate cs, state facendo il mio sogno al contrario 🙂 attualmente sn un motociclista in australia, spero x il prossimo anno di venire in europa passando x questi posti!! credeteci sempre..nn mollate!!

  3. Ciao ragazzi, siamo Gino e Manu di 56 e 51 anni anche noi abbiamo mollato tutto e stiamo girando il mondo in moto da 16 mesi. Io sono un “vecchio” motociclista con più di 1 milione di km sulle spalle(non ho sbagliato a scrivere). Condividiamo tutto quello che scrivi anche perché ci ritroviamo nei tuoi pensieri e nelle tue considerazioni.Vendere tutto ai mercatini e vivere con la tua vita in due zaini, secondo me è una cosa sensazionale. Noi comperiamo una moto ovviamente di seconda mano e poi la rivendiamo in ogni paese che visitiamo. Ora siamo a Bali dopo aver girovagato x Thailandia, Laos, Cambogia,Vietnam, Filippine, Malesia,Borneo e ora Indonesia. Siamo strafelici ed innamorati e come scrivi tu il più bello è svegliarsi insieme al mattino rendendoci conto che aver aperto gli occhi è già una bella fortuna e tutto il resto è un OPTIONAL !!!!!!!!!! Se ti fa piacere scrivimi e per qualsiasi info sono a tua disposizione. Ciao Gino matto e super Manu il nostro blog GinoManuWildTrip

  4. Siete dei grandi vi adoro, muy buena onda…Mi chiamo Vittorio sono di Ferrara ho 41 e sto preparando la moto per fare più o meno la vostra rotta. La Farruquita (la mia moto comprata da poco) è una vecchia Kawasaki klx650r ed il vostro blog ricco di consigli mi ha dato un mucchio di idee su come prepararla grazie…
    Quasi mi dimentico come fate con l’assicurazione? la fate alle frontiere?

  5. ciao Gino e Manu!!!
    Era inevitabile che ci conoscessimo, eh? Leggo solo ora questo vostro commento, ma tra viaggiatori ci si conosce tutti prima o poi!
    Non vedo l’ora di conoscervi di persona: India fine estate 2014?

  6. Ciao Marta,
    i commenti su questa pagina ci sono sfuggiti per qualche annetto… spero tu abbia però continuato a seguirci!
    Noi ce la mettiamo tutta per condividere più che possiamo… ma è un lavoro vero!

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