Scozia e Trentino: il fascino del ritorno

Mi è capitato già in due occasioni di “ripetere” un viaggio e di decidere – in piena autonomia e con cognizione di causa – di ritornare in un Paese o in una regione che avevo già visto per la semplice voglia di ritornarci. La prima volta è successo con il mio primo amore: la Scozia. La seconda volta, invece, è capitato con un amore del tutto nuovo e quasi inaspettato: il Trentino.

Da che io ricordi, non sono mai stata presa dalla frenesia di piantare bandierine su una mappa del mondo a testimoniare il mio peregrinare negli oltre 180 Paesi che lo compongono, il mondo. D’altra parte, non sono neppure mai stata una fan sfegatata del ritorno costante, anno dopo anno, nella stessa località vacanziera… però a volte capita che una destinazione mi colpisca così tanto da avvertire incessante il desiderio di ritornare. Vuoi perché ho programmato un itinerario che ha privilegiato certi luoghi piuttosto che altri e quindi ho sentito quasi l’obbligo di tornare per concludere (o anche solo continuare) la conoscenza del paese, come è stato nel caso della Scozia. Vuoi perché mi sono trovata talmente bene e in pace con me stessa in quella parte di Italia che non mi è importato assolutamente nulla conoscerne quasi ogni angolo, ho solo sentito che dovevo assolutamente tornarci. E questo è stato il caso del mio incontro con il Trentino e la Val di Sole.

La compagnia era sempre la stessa. E per fortuna! Perché oltre alla voglia di vedere posti nuovi e aspetti sconosciuti della nostra meta, si condivideva anche il bisogno di rivedere alcuni specifici luoghi che ci avevano affascinato nello stesso modo. E non so voi, ma non importa quante volte io sia già stata in un certo posto: se ho a disposizione una macchina fotografica, scatta la frenesia di immortalare quel luogo. Perché la luce è diversa. Perché l’altra volta pioveva. Perché non avevo notato quel piccolo particolare che lo rende diverso. Perché mi ricordavo che il panorama fosse suggestivo, ma meglio esserne sicuri. E così mi ritrovo ad avere nel computer fotografie simili ma scattate in periodi diversi, che immortalano gli stessi posti ma riportano alla mente attimi e sensazioni differenti.

Così è stato per l’Isola di Skye, in Scozia: a distanza di un anno, siamo tornate a visitare i giardini del Castello di Dunvegan; nella penisola del Trotternish abbiamo ripercorso la A855 fermandoci ad ammirare il Kilt Rock, prima, e l’Old Man of Storr, dopo; nel Waterstein, siamo addirittura tornate a soggiornare presso lo stesso B&B, Oisgill House.

In Trentino, invece, certi ritorni sono diventati scelte obbligate più per accontentare il palato che la vista… tornare a Peio Fonti a gustare le prelibatezze della Pasticceria della nonna, ad esempio, è risultata una necessità di primaria importanza.

Anche tornare al Lago dei Caprioli – attraverso un percorso nel bosco, il Sentiero degli Gnomi – e rifocillarsi per pranzo alla Malga Bassa era nell’elenco delle attività da ripetere.

E infine siamo ritornate al Lago di Pian Palù – sempre scegliendo un percorso alternativo – non perché ad attenderci ci fosse una ricompensa culinaria (che non fa mai male, comunque), ma perché una pioggia torrentizia ci ha impedito di godercelo la prima volta che ci siamo state…

Certo che quando le condizioni climatiche sono completamente diverse, non è solo il paesaggio a cambiare, ma cambiano anche gli stati d’animo. A me succede di provare sensazioni diverse anche riguardando le foto a distanza di tempo. E ogni volta mi ritrovo con la voglia di partire ancora per quella stessa meta. Per ripetere il viaggio. Di nuovo. E per “gustare” il ritorno, in ogni senso. Chissà quando ripartirò per una meta già nota… forse accadrà anche prima del previsto, di sicuro c’è un’altra regione che è entrata di diritto nella lista dei luoghi in cui vale assolutamente la pena ritornare: l’Umbria.

Ma questa è un’altra storia…

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