Viaggio in Tunisia: il fascino del deserto e di una cultura millenaria (prima parte)

Il mappamondo si girava ripetutamente e alla fine si è fermato sulla Tunisia. Biglietti fatti: 10 giorni da vivere intensamente in un paese che all’occhio di molti dice soltanto Hammamet, Monastir, Sousse, Djerba. Vi garantisco che c’è molto altro. Con una spesa davvero contenuta abbiamo visto posti bellissimi, conosciuto la vita locale e ci siamo divertiti. Più viaggiatori che turisti, abbiamo potuto apprezzare appieno la Tunisia così simile al nostro Paese nel nord e sul Mediterraneo, così diversa e affascinante nel sud con oasi, deserto, lunghe strade, coloratissimi mercati, uomini avvolti in lunghi mantelli marroni e scenari indimenticabili.

31 dicembre: partenza da Firenze all’alba.

Mattino alle 05.30, la sveglia suona… tutto pronto. Bagaglio fatto e via direzione aeroporto. Imbarco regolare, così come il volo: un’ora e poco più da Roma fino a Tunisi. Alloggiamo all’Hotel Tiba in una piccola traversa del viale Habib Bourghiba che con i suoi negozi e alberi ricorda gli Champs Elysee.

Tunisi

Nel pomeriggio arriviamo al Museo Nazionale del Bardo in autobus nonostante il traffico intenso. La città sembra bloccata, tutti in attesa della fine dell’anno. Lunghe colonne di auto si affannano sulle principali arterie di circolazione. Lungo in tragitto vediamo la Camera dei Deputati dove si sta cercando di scrivere la nuova Costituzione.

Il museo è più bello dal vivo che nelle immagini viste su internet prima di partire. All’ingresso si può richiedere l’audioguida, se si è da soli, e pagare, al costo di 1 dinaro, il diritto di fare le foto. Ospita infatti una stupenda collezione di mosaici provenienti dai diversi siti archeologici della Tunisia, realizzati fra il II ed il IV secolo prevalentemente come decoro delle sontuose ville dei ricchi cittadini romani dell’Africa. Tra l’altro, il Palazzo del Bardo, residenza ufficiale dei bey husseiniti e costruito a partire dal XIII secolo, meriterebbe di essere visitato anche se fosse privo delle sue collezioni.

Terminata la visita la museo rientriamo in albergo e ci prepariamo per il veglione. Un taxi con del buon revival disco ci accompagna al “Nirvana”. Sino allo scoccare della mezzanotte veniamo serviti con piatti di carne e pesce. Musica di atmosfera ci accompagna per tutta la sera, ma dopo la mezzanotte ci abbandoniamo a balli in pista insieme ai ragazzi tunisini. Andiamo a letto molto stanchi..

1 gennaio: riposo assoluto, sveglia tarda.

Visitiamo Sidi Bou Said. Per raggiungere la parte alta bisogna attraversare delle stradine piene di insegne di botteghe e negozi. Non vi è il solito brulichio di gente, forse l’orario e la data sono i motivi principali di questo “silenzio”. Le numerose bancarelle, invece, rendono l’ambiente un po’ turistico, ma senza rovinarne l’effetto magico che suscitano i muri bianchi e le persiane azzurre. La cittadina regala scenari meravigliosi ai turisti che si godono romantici tramonti sul mare, magari scorgendo anche le rare colonne fenici sopravvissute della vicina Cartagine. Una bellissima cittadina che si riempie di turisti nel tardo pomeriggio, proprio quando noi abbiamo deciso di rientrare, ma non senza prima concederci un tè alla menta e pinoli sotto gli ombrelloni del caffè all’aperto affacciato sulla baia.

sidibousaid

2 gennaio: calma e rilassatezza.

Ci svegliamo, facciamo colazione e poi partiamo con una destinazione precisa: Cartagine. I principali luoghi di interesse si trovano ad una notevole distanza l’uno dall’altro. Noi prendiamo treno della rete metropolitana e dopo circa venti minuti di percorrenza arriviamo a Cartagine.

Il miglior luogo dal quale iniziare è la collina di Byrsa, dalla quale si domina l’intera area e si può godere di uno splendido panorama. Ai suoi piedi, si trova la Cattedrale di San Luigi, visibile anche a chilometri di distanza date le dimensioni colossali. Fu costruita dai francesi nel 1890 e dedicata al re-santo del XIII secolo morto sulla spiaggia di Cartagine nel 1270 durante la malaugurata ottava crociata.

cartagine

L’anfiteatro romano sul versante occidentale della Collina di Byrsa, a 15 minuti di strada dal museo, sembra essere stato uno dei più grandi dell’impero, sebbene oggi rimanga ben poco a testimonianza del suo glorioso passato dal momento che la maggior parte delle sue pietre sono state utilizzate per altre costruzioni nei secoli successivi. La serie di enormi cisterne a nordest dell’anfiteatro costituiva la principale fonte idrica per Cartagine durante l’epoca romana. Le Terme di Antonio si trovano più in basso, verso il mare e colpiscono per le loro dimensioni e la loro ubicazione. Stanchi dopo una lunga giornata di cammino facciamo rientro in città, una sana doccia e poi si riparte per una cena tipica al “Dar el Jeld”, il ristorante piu famoso di tutta la Tunisia. Cena ottima, ambiente di lusso e prezzi molto abbordabili per le nostre tasche.

(Continua…)

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