Il viaggio delle Donne al volante continua in Sud America

Ho ritrovato Silvia Gottardi esattamente come l’ho lasciata quasi un anno fa alla vigilia del suo viaggio da Milano a Tokyo: entusiasta e carica di energia, nonostante i mille impegni lavorativi, la fatica (ancora non del tutto smaltita) dei 19.242 chilometri dell’avventura della scorsa estate e la frenesia per i preparativi del viaggio solidale di quest’anno che porterà lei e l’inseparabile Mariella Carimini, amica e collega di lavoro, ad attraversare tutto il Sud America lungo la Panamericana.

Silvia, raccontaci dell’avventura in Eurasia dell’anno scorso. Quanti soldi avete raccolto?

Abbiamo raccolto 25.000 euro, tutti interamente devoluti alle associazioni di volontariato che supportavamo. L’obiettivo iniziale era raggiungere i 30.000 euro, ma siamo ugualmente soddisfatte, perchè molte azioni, anche grazie al nostro contributo, sono già state avviate.

Quali sono state le principali difficoltà durante il viaggio?

Il viaggio in Eurasia è stato un po’ meno avventuroso di quello in Africa. Intanto perchè non abbiamo avuto problemi meccanici, grazie all’auto nuova messa a disposizione da Peugeot, e poi perchè le vie di comunicazione in Asia – soprattutto in Cina orientale e in Giappone – sono assolutamente paragonabili  a quelle europee. Certo, abbiamo dovuto fare i conti con una guerra in Tagikistan, che ci ha obbligato a cambiare percorso in itinere, con un tifone in Corea del Sud e con la rigidissima burocrazia cinese, ma questi li annoveriamo tra gli imprevisti del mestiere!

Di voi dite che vi piace incontrare altre donne, capire come vivono, ascoltare le loro storie e farle conoscere. Quale l’incontro in rosa che sinora ricordate con piu’ piacere?

Te ne racconto due, per noi particolarmente significativi. Il primo è avvenuto proprio in Tagikistan, mentre cercavamo di capire come meglio muoverci per evitare di rimanere invischiate negli scontri. Sorpresa dal nostro abbigliamento e dal rosa sgargiante della Gazzamobile – che di certo non passa inosservata – in un piccolo villaggio si avvicina a noi una ragazza di circa 24 anni. Ripudiata dal marito e dalla famiglia perchè voleva lavorare, è l’unica donna divorziata della regione, la prima ad essere salita in bicicletta, una delle poche a lavorare, ma è comunque costretta ad essere un’emarginata. Il secondo è avvenuto in Giappone, dove abbiamo incontrato le ultime “donne conforto”, ex schiave sessuali per i soldati imperiali durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, strappate ancora molto giovani alle loro famiglie con false promesse e portate a forza nelle “stazioni di conforto” giapponesi  da Filippine, Tailandia, Vietnam, Malaysia, Corea del Sud e da altri paesi e regioni sotto occupazione giapponese. Ancora oggi il governo si rifiuta di ascoltare le loro richieste di giustizia e loro, nonostante l’età avanzata, ogni mercoledì protestano davanti ai palazzi del potere. Quando siamo arrivate al ricovero dove vivono, ci hanno chiesto di non affaticarle troppo, ma dopo più di un’ora eravamo noi ad essere stravolte, tanta era la veemenza con cui ci raccontarono la loro atroce esperienza!

Il viaggio solidale di quest’anno e’ proprio dedicato alle giovani donne. Ci spieghi meglio di che cosa si tratta?

Vogliamo arrivare con la nostra Gazzamobile rosa ai confini del mondo, cioè a Ushuaia, in Argentina, la città più meridionale del mondo. Questa volta ci sarà impossibile partire in macchina direttamente da Milano. Spediremo quindi la macchina con una nave in Venezuela, dove la raggiungeremo per partire per la nostra avventura sudamericana: circa 19.000 chilometri attraverso sette stati: Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile, Argentina. Panamerica 2013 è, come dici tu, soprattutto un viaggio solidale. Quest’anno abbiamo deciso di sposare la campagna INDIFESA di Terre des Hommes che si pone l’obiettivo di risvegliare l’attenzione sui diritti negati alle più fragili e indifese tra gli esseri umani, le bambine. Durante il viaggio faremo sicuramente tappa ad Apahua, in Ecuador, un villaggio sulle Ande situato a oltre 4000 metri dove si trova la “Casa del Sole Intiwasi”, il progetto concreto per cui raccogliamo fondi. Parte dei fondi verranno destinati anche al progetto milanese “Le ragazze e i ragazzi di Via Padova”.

Esistono, come già nelle precedenti esperienze, diverse modalità per sostenere Donne al volante, rivolte sia a privati che ad aziende:

  • Donazioni dirette a Terre des Hommes dal sito di Donne al volante, tramite la “rete del Dono”
  • Acquisto di libri e merchandising
  • Sponsorship di aziende al team Donne al volante.
  • Sponsorship tecnica di aziende attraverso la fornitura al team di servizi finalizzati a ridurre i numerosi costi della nostra impresa (attrezzature, comunicazione, voli, benzina, assicurazione, visti, abbigliamento etc.)
  • Donazioni di aziende direttamente alla onlus o al progetto da noi supportati.

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