Ogni viaggio ha una meta, anche se talvolta non ci è nota

Pra’ è uno degli storici centri urbani del ponente genovese. Sede di importanti cantieri navali, è da sempre terra di marinai, navigatori e pescatori. Si narra che sulla spiaggia di Pra’ furono costruite parte delle galee utilizzate da Giulio Cesare per la conquista della Gallia.

Da qui comincia il viaggio di Gianluigi Salvi, autore di La mia meta. Il suo racconto autobiografico inizia in mare, si arrampica sulle cime delle Dolomiti e poi fugge alla ricerca di un destino più grande nell’America del Nord. Il nuovo mondo è una frontiera inesplorata da affrontare alla giovane età di soli diciannove anni e gli esiti costituiscono una narrazione a tappe, con il ritmo e la leggerezza tipici dell’adolescenza, una esemplificazione coinvolgente di chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.

Gianluigi è nato in un paese di pescatori, in seno ad una stirpe di lupi di mare, di uomini intrepidi che solcavano le onde per giorni per poi tornare carichi di racconti con cui allietare i bambini e ingelosire le donne. Una vita dura, ma piena di soddisfazioni. E lui non poteva che scoprire per la prima volta il mondo cavalcando quelle stesse onde, affrontando le albe, il freddo e la stanchezza, finché non arriva a chiedersi: “Ma perchè devo pescare per conoscere il mondo? Quando potrò viaggiare e conoscerlo a modo mio?”

Sono gli anni Ottanta, gli anni di CCCP, Sex Pistols, Depeche Mode, ma per Gianluigi ancora adolescente sono anche gli anni dei grandi racconti di Jack Keruac, delle musiche psichedeliche dei dorsi e delle poesie cantate di Bob Dylan, eredità culturale di uno zio navigatore e un po’ figlio dei fiori. Nell’età in cui ogni angolo del mondo è sempre una scoperta inedita, scopre la voglia di viaggiare in Spagna, terra fertile e vitale che gli fa ribollire il sangue e lo porta a una scelta determinante: “Tutto questo non mi basta più. Voglio saggiare i miei limiti…”

La voglia di porsi sfide e di appropriarsi di nuovi punti di vista sul mondo lo portano dal mare alla montagna, eterno amore del padre Angelo. Ogni scalata è un viaggio interiore, una sfida con sé stessi e con la natura che lo circonda. Vincendo la roccia e guadagnandosi le sue prime cime scopre come conquistare una meta significhi al tempo stesso farsi conquistare da essa. Come ogni arrivo non è che l’intima fusione del proprio io con il traguardo faticosamente inseguito.

Il bisogno di crescere e abbracciare il mondo lo convincono a partire per un viaggio solitario, un percorso di esplorazione dell’America Settentrionale che comincia in Canada, ad Halifax, capitale della Nuova Scozia. Qui, nei territori del freddo Nord-Ovest, le città di confine “sono solo un debole anello di congiunzione con la civiltà in mezzo ad un Oceano Verde”, il confronto con la natura e i suoi messaggi è cruciale, la dimensione spirituale del viaggio insopprimibile.

Attraverso innumerevoli incontri – tutti inaspettati e fondamentali al tempo stesso – Gianluigi si porterà alla conquista della sua meta, quella comprensione del mondo e di sé stesso a cui ogni passo della sua vita sembra averlo guidato, sin da quel primo, timido incontro con il mare nella sua città natia.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.