Viaggio alle isole Samoa alla maniera dei samoani

Uno dei viaggi di cui vado più fiera è sicuramente quello alle Isole Samoa. Ciò che più colpisce, specialmente nell’isola di Savai’i piuttosto che in quella di Upolu, è la semplicità della vita e della gente.

Io ed il mio ragazzo siamo sbarcati sull’isola di Savai’i dopo un lungo e scomodo viaggio in traghetto. Arrivati al porto bisognava scegliere l’autobus da prendere per raggiungere la nostra destinazione: Tanu Beach Fales.

Il piccolo porto era come un come un grande mercato, gente ovunque, familiari che si riabbracciavano, autisti che ti invitavano a salire sul proprio autobus senza conoscere la tua destinazione. Zaino in spalla, chiedendo un po’ in giro abbiamo trovato il nostro autobus e siamo saliti.

Gli autobus delle Isole Samoa meritano di essere utilizzati almeno una volta. Non sono dei veri e propri pullman, ma degli autocarri adattati, se così possiamo definirli. All’interno i sedili sono panche di legno, in cui dove si sta in due si sta anche in tre perché i turisti non possono stare in piedi. Il cruscotto è addobbato secondo il gusto dell’autista. Se non c’è posto, i bambini siedono in braccio agli adulti, non ha importanza se non ci si conosce, è così!

Se volete prendere l’autobus dovete adattarvi alle loro regole. Esiste un orario indicativo, non un orario preciso, e l’autobus potrebbe arrivare dieci minuti prima dell’orario indicato o dieci minuti dopo. Può anche capitare di doverlo aspettare per una mezz’oretta, ma questo è il tempo samoano.

La fermata più vicina a Tanu Beach non era quella in cui siamo scesi noi, quindi ci è voluto un bel pezzo a piedi per raggiungerla. Non immaginatevi un residence a cinque stelle, io non sono il tipo e questa volta volevo provare qualcosa di nuovo: le fale.

Fale è il termine samoano per indicare delle capanne costruite su palafitte, volendo si possono considerare le case tipiche di questo popolo. Avevamo prenotato tramite email, pernottamento, colazione, cena e tasse inclusi per la modica cifra di 80 tala a persona per notte, che equivalgono a circa 25 euro.

La tipica fale è di forma circolare, con un tetto di foglie di palma, le pareti sono “mobili”, nel senso che sono costituite da una serie di stuoie di foglie di palma   che riparano dal vento notturno. All’interno un materassino alto pochi centimetri, due cuscini ed una zanzariera da soffitto che copriva interamente il letto. I bagni erano in comune e separati dall’area delle fale, con il minimo indispensabile e senza acqua calda. Questo era tutto ciò che avevamo, ma in effetti non c’era bisogno d’altro.

La scaletta per scendere si affacciava direttamente sulla spiaggia, e al mattino svegliarsi con il suono delle onde del mare che si infrangono sul bagnasciuga ed i raggi del sole che si infilano tra le foglie di palma è tutto ciò che si possa desiderare.

Per la colazione e la cena veniva suonata una campana, tutti i giorni sempre agli stessi orari. Chi c’era, c’era, chi non c’era saltava i pasti. Si mangiava insieme a tutti gli altri ospiti, in compagnia della proprietaria e dei suoi figli e nipoti che però avrebbero cenato dopo di noi, “per rispetto”, così diceva lei. Il momento del ritrovo a tavola diventava motivo di conversazione tra persone di culture completamente diverse, di scambio di opinioni e di esperienze. C’era chi veniva dalla Nuova Zelanda, chi dall’Olanda, ma poco importa di che parte del mondo eri, ogni compagnia era una ricchezza per tutti gli altri.

Tutti i samoani studiano l’inglese fin da piccoli, quindi si conversava piacevolmente e senza troppe difficoltà anche con i bambini che alla terza sera erano diventati i nostri insegnanti di samoano.

L’esperienza delle fale ha il potere di cambiare le persone, soprattutto noi occidentali, abituati ai comfort più all’avanguardia. Qui si vive dell’essenziale, si apprezza la natura, il suo silenzio ed i suoi suoni, le cose che fino a pochi giorni prima ti sembravano necessarie qua sembrano inutili, o per lo meno non così essenziali. La semplicità della gente disarma, colpisce e ti apre la mente.

Mi rendo conto che scegliere di vivere la propria vacanza in una Fale non sia da tutti, richiede sicuramente uno spirito di adattamento non indifferente – ed un sonno pesante – dal momento che si è 24 ore sul 24 a contatto con la natura, ma se avete l’occasione di provare, fatelo!

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