Cebu e Nalusuan: viaggio nelle Filippine da una città a un’isola remota

Parlando di Filippine è facile pensare ad una terra troppo spesso martoriata da eventi catastrofici come tifoni e terremoti che si abbattono inclementi su questa terra stupenda, dove si nascondono tesori inaspettati soprattutto nelle sue acque ancora incontaminate.

Il mio viaggio risale ormai a diversi anni fa e ha inizio nella scintillante Hong Kong che mi regala emozioni uniche al cospetto di uno dei più sbalorditivi skyline al mondo. Dopo una visita di qualche giorno parto dal grande aereoporto Changi verso Cebu, una città indipendente situata nella regione del Visayas Centrale.

Il mio volo dura circa tre ore che scorrono non senza qualche turbolenza: quel tratto di cielo pare essere – come spiega il pilota – spesso influenzato da venti piuttosto sostenuti, ma per fortuna si tocca terra sani e salvi e con una grande voglia di scoprire. Non sono ancora comparse le primi luci del giorno quando mi ritrovo su un furgoncino che mi accompagna al porto di Cebu, dove ad attermi c’è un’imbarcazione che mi viene inviata dall’unico resort presente sulla minuscola isola di Nalusuan, che è anche un santuario marino tra i più importanti delle Filippine centrali.

Nalusuan, Filippine

Quest’area delle Filippine, insieme al Borneo e al Sulawesi, costituisce un triangolo di biodiversità marina che ospita specie endemiche di notevole interesse. Le autorità locali stanno cercando di tutelare queste zone con l’istituzione di aree protette dove si cerca di sensibilizzare abitanti e turisti alla difesa di questo patrimonio ancora inesplorato. Vengo accolta sull’isola, calorosamente, da un simpatico ometto di età avanzata, che passa le sue giornate facendo piccoli lavori di giardinaggio e manutenzione sull’intera isola, non più grande di un campo da calcio.

Le poche camere disponibili sono deliziose, edificate su piccole palafitte direttamente nell’acqua dove è possibile udire il rumore del mare a tutte le ore del giorno e della notte. Con mio grande stupore mi accorgo di essere capitata su un’isola quasi deserta, dal momento che la mia è l’unica camera occupata. Nalusuan è un’isola frequentata abitualmente da turisti giornalieri che la raggiungono per praticare snorkeling o immersioni subaquee.

Da anni sono appassionata di snorkeling e, nonostante io sia in possesso di un brevetto per immersioni, continuo a preferire questa pratica che mi fa sentire libera e decisamente più leggera. Credo di essere capitata nel posto giusto perché già dalle prime pinnate mi appare la vera meraviglia di quest’isola che si cela nelle sue acque blu cobalto del Mare di Sulu. Ho la grande fortuna di ammirare un cavalluccio marino che si dondola placido e perfettamente mimetizzato tra i coralli multicolori. Un branco di barracuda si intravede in lontanaza, ma non sembrano, per mia fortuna, interessati alla mia presenza.

L’isola è soggetta quotidianamente a maree che rendono impossibile la balneazione, ma si può approfittare di questi momenti per fare lunghe passeggiate sulla spiaggia, andando alla scoperta delle piccole creature che restano ancorate alla sabbia aspettando che l’acqua torni a coprirle. Ci sono così tante stelle marine blu sparse sulla sabbia da aver quasi paura di calpestarle.

Cebu, Filippine

Purtroppo il sole si fa vedere poco, impedendomi spesso di andare in acqua, nonostante la stagione sia quella secca e quindi la più adatta per la vita balneare. Passo buona parte del tempo insieme al personale del resort che mi fa sentire veramente a casa rendendomi partecipe delle loro attività quotidiane. Il giorno dei saluti sono un po’ triste, il tempo passato insieme è stato bellissimo e dirsi addio non è facile… preferisco dire solo un ciao.

Gli ultimi giorni del viaggio li passo a Cebu, una città molto affollata che non mi piace particolarmente nonostante vanti un passato storico molto vivace. Nel 1521 vi sbarcò anche l’esploratore Ferdinado Magellano, calorosamente accolto dal suo governante, il re Humabon. Spagnoli e americani hanno conquistato quest’isola e ci sono segni architettonici di queste alternanze politiche per tutto il territorio.

Il traffico è insostenibile e ci sono diversi centri commerciali che vendono un’accozzaglia di merci diverse. Il divario tra ricchi e poveri è evidentissimo. Ci sono mendicanti ovunque, ma non mi sento mai in pericolo a spasso per la città, anzi tutti mi regalano sorrisi sinceri.

Poco distante dal centro si trovano villaggi composti da piccole case di fortuna costruite con enormi lamiere arrugginite dove echeggiano le risate dei bambini che giocano in piccoli specchi di acqua putrida insieme a cani pulciosi, i loro compagni di gioco preferiti. Nonostante ciò leggo una grande serenità sui loro volti e quasi invidio quella loro infinita gioia di viviere.

Il mio viaggio sta per volgere al termine, un’ultima sosta a Hong Kong e poi l’Italia… sognando già il prossimo viaggio.

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