Network e ambiente: sulle tracce dell’orso nel Parco delle Orobie Bergamasche

Mercoledì 6 maggio, a Bergamo, l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia terzi ha presentato “Il Parco delle Orobie Bergamasche in un network europeo: dalle tracce dell’orso alla centralità dei territori“.

Si tratta di uno studio volto a valorizzare le risorse e le biodiversità esistenti nel Parco delle Orobie Bergamasche avvalendosi delle nuove tecnologie, in linea con la filosofia lungimirante dell’Expo 2015. La promozione territoriale è resa possibile grazie a un sistema di mapping interattivo chiamato Orobiemap e deriva da un’altra analisi condotta da Yvan Caccia e chiamata Sulle tracce dell’orso.

Sono 44 i comuni montani, dislocati nella Valle Seriana Superiore, nella Val di Scalve e nella Val Brembana e, per saperne di più, è anche possibile scaricare l’applicazione Alps Orobie Grigna Parks sul proprio smartphone o consultare OrobieMap sul sito del Parco.

Parco delle Orobie Bergamaesche

L’applicazione, gratuita, nasce per permettere un’approfondita conoscenza del Parco delle Orobie, della Grigna settentrionale in Valsassina e delle Orobie Valtellinesi e offre dati di geo-localizzazione, schede descrittive e contatti per sapere tutto, ma proprio tutto, quello che è possibile fare in questi luoghi.

La conoscenza delle bellezze naturali offerte dalle terre bergamasche avviene in modo interattivo. Preservare questo patrimonio non spetta solo alle autorità locali ma vuole coinvolgere anche la cittadinanza, rendendoli non solo fruitori ma anche partecipanti attivi al progetto secondo le norme non solo nazionali ma anche europee. Comunicazione e ricerca hanno trovato un terreno comune dove poter collaborare a una crescita turistica e eco-sostenibile aperta al pubblico.

Ciò è stato reso possibile dall’Università di Bergamo e dal professore Remo Morzenti Pellegrini, Prorettore delegato Rapporti con Enti Istituzioni pubbliche del territorio e coordinatore del network interuniversitario europeo Centralità dei territori, collegato ad diverse sedi universitarie operanti in tutta europa e dal team di ricerca bergamasco composto da Emanuela Casti, dai geografi Renato Ferlinghetti, Alessandra Ghisalberti, Federica Burini, Sara Belotti, Eva Gabaglio e dal tecnico laureato Andrea Azzini, oltre che da alcuni laureandi del corso di studio magistrale in Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici.

Università degli Studi di Bergamo

Un lavoro che abbraccia non solo la tutela ambientale ma anche culturale, artistica e manifatturiera. Dai musei che documentano le attività produttive che si sono sviluppate in Val Seriana, all’attività termale e casearia in Val Brembana.

Biodiversità, mobilità eco-sostenibile e risorse di micro-imprenditoria sono solo alcune delle parole chiave che regolano l’intero progetto di networking avviato dall’Università di Bergamo e, a tal fine, Yvan Caccia ha dichiarato:

Stiamo mettendo a punto uno strumento rivoluzionario, capace di supportare politiche ambientali strategiche e di incentivare il turismo. Proprio il turismo, infatti, si prospetta come uno degli assi più importanti per lo sviluppo territoriale, sia pe la sua potenziale capacità di produrre reddito e occupazione, sia quale elemento propulsivo per uno sviluppo socio-economico del territorio. Quello che desideriamo per Bergamo e per l’intera area orobica, è che possa passare da essere un luogo di semplice scalo a una vera e propria meta di soggiorno e intendiamo riuscirci puntando su un pacchetto composto da risorse culturali, naturali, micro-imprenditoriali e sostenibilità ambientale conseguito con la partecipazione delle comunità locali. Siamo certi, infatti, che con un network così ampio di attori, professionalità e iniziative, riusciremo a metterei in campo un lavoro efficace, per il territorio e per i suoi stessi cittadini.

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