A spasso per la Riviera Romagnola: San Clemente e Coriano

La Riviera Romagnola è da sempre considerata il baluardo italiano del divertimento a tutte le ore, complice la variegata offerta turistica che soddisfa i gusti di tutti, dai giovanissimi in cerca di discoteche, alle famiglie desiderose di trovare  attività ricreative per i più piccini. Ma in pochi sanno che a pochi chilometri da Rimini si possono trovare angoli di pace e serenità che sembrano rimanere indifferenti alla baldoria cittadina, come San Clemente e Coriano.

Il mio itinerario a spasso per l’entroterra romagnolo comincia dal comune di Riccione, deliziosa cittadina a una decina di minuti dal centro di Rimini, dove noleggio uno scooter per 50 euro al giorno, scelta che si rivela azzeccata per sfuggire alla calura del mese di luglio. Soli pochi minuti di strada e inizio a salire su di una ripida salita seguendo le indicazioni per Scacciano, piccola frazione in collina a cinque minuti dalla città dove si respira un’aria frizzante inebriata dal dolce profumo del pino mugo. Seguo le indicazioni stradali per San Clemente e in pochi minuti mi ritrovo a percorrere strade di campagna quasi deserte, che si dipanano tra immense vallate che gettano lo sguardo sul mare in lontananza

Solo dieci minuti di strada e arrivo nella piccola cittadina abitata da poco più di 5000 anime. Sarà forse perché ci arrivo per le sei di sera ma il centro mi appare deserto. Mi incammino verso Piazza Mazzini, cuore nevralgico del comune, si sentono i rumori delle stoviglie adoperate per preparare la cena e dalle finestre spalancate viene fuori un profumo che mette appetito.

La piccola piazza è dominata da una graziosa chiesetta risalente al secolo XVII secolo costruita ad opera di un artista ignoto. Si trova a ridosso delle mura di cinta che un tempo circondavano la città, il suo interno è costituito da un’ unica navata e riprende motivi barocchi, con uno stile molto sobrio e lineare, il campanile esterno domina l’intera piazza. Terminato questo breve giro del centro storico non mi resta molto altro da fare o da vedere se non ossigenare i polmoni su una terrazza che si affaccia sulla valle, respirando aria salubre e ammirando il bel panorama.

Ripreso il cammino non posso fare a meno di notare le numerose insegne che segnalano la presenza di aziende agricole predisposte alla vendita di olio, vino e miele. Inoltre questa zona è particolarmente apprezzata per la produzione di vino e spumante dal gusto delicato e fruttato, tanto da aver spinto le amministrazioni comunali ad organizzare nella stagione estiva serate a tema con degustazione. Non meno importanza hanno i formaggi che da queste parti vedono la produzione dello squacquerone, una morbida crema di formaggio che si sposa perfettamente con la piadina,una sfoglia di farina di grano duro, strutto e acqua, fiore all’occhiello e elemento principe della cucina romagnola che spesso sostituisce il pane.

Mi sposto ancora in direzione Coriano che da San Clemente dista pochi chilometri, sempre su una strada costeggiata da innumerevoli campi agricoli di girasoli che brillano sotto la luce del caldo tramonto. Coriano è più grande e ospita il doppio degli abitanti, il suo centro storico è raccolto intorno alla piazza del municipio che mi appare un po’ più animata rispetto al precedente borgo, pur mantenendo il suo aspetto di tranquillo e sonnolente paesino di provincia.

Una volta parcheggiato lo scooter mi imbatto quasi per caso nella vera chicca corianese: l’Antiquarium Malatestiano, ovvero il  “Castello di Coriano”. La data della sua costruzione non è certa, probabilmente risale al 1300 ed è stato oggetto di recente ristrutturazione a opera della grande famiglia Malatesta che ne aumentò il prestigio, ampliando la costruzione iniziale con il potenziamento della cinta muraria. La porta d’ingresso ospita un piccolo museo contenente reperti storici di vario genere, ma purtroppo è già chiuso. Un vero peccato perché alcuni passanti mi informano che sono possibili visite guidate gratuite.

Superata la grande porta d’ingresso è possibile osservare alcuni ruderi con portale ad arco e una grande ghiacciaia-neviera, ben visibili sono le aperture di diverse altezze che la sovrastano, utilizzate per facilitare lo scarico delle merci e della neve. La mia passeggiata si conclude nella piazza principale dove poco distante svetta il campanile della chiesa del paese, ormai chiusa, e che si affaccia su di un piccolo parco cittadino dove prendono ristoro dal caldo gli anziani.

Ormai si è fatto tardi e la fame inizia a farsi sentire, così concludo la mia serata in un locale la cui specialità è la pizza lievitata naturalmente per più di 72 ore e farcita a piacimento con ingredienti selezionati e a chilometro zero. Non ci metto molto a farmi convincere e dopo circa venti minuti mi ritrovo a gustare un’ottima pizza con verdure, accompagnata da una bella birra fredda, sorseggiata di fronte allo splendido incanto delle colline romagnole.

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