Preparare un viaggio a Minorca con una bambina di due anni

Il blu e il verde. Il primo è il colore intenso del mare, che sfuma dall’intenso azzurro al verde acqua, e il secondo è il colore che emerge dalla terra, della vegetazione dell’isola, che esplode di bellezza con la sua natura – tipicamente mediterranea – lussureggiante e ricca, lasciata libera di esprimersi.

Il pittorico contrasto tra blu e verde, appunto, è il primo colpo d’occhio quando si giunge a Minorca. Ed è la prima immagine che, una volta rientrati a casa, appare agli occhi ripensando a un’isola unica nel suo essere, presentarsi, mostrarsi. Abbiamo scelto Minorca per dieci giorni in pieno agosto, con una compagna di viaggio speciale, la nostra bimba di due anni. Un viaggio semplice, da fare con bambini piccoli al seguito, sia nel prepararlo che nel viverlo, ma altrettanto spettacolare, per tutto quello che la naturale bellezza di quest’isola, molto differente dalla più pimpante e agghindata sorella Maiorca, sa offrire. Qui la vegetazione è assoluta protagonista, insieme a un mare cristallino, trasparente, calmo, che molti non stentano a paragonare ai Caraibi.

E Minorca non è solo mare. È Riserva di Biosfera dal 1993, quando l’UNESCO le concesse questo titolo nell’ambito del programma Man and Biosphere che appoggiava chi si poneva a difesa di un modello di crescita rispettoso del valore naturale e paesaggistico. Un’escursione molto significativa nella natura può essere il Parc s’Albufera des Grau – meglio se non durante il periodo più caldo dell’anno – zona umida, caratterizzata da diverse specie di uccelli migratori, ottima per gli amanti del bird watching.

Minorca è anche archeologia, grazie alla vasta presenza di monumenti preistorici immersi nel paesaggio circostante, i cui resti più datati vengono situati dagli esperti verso il 2500 a.C., sebbene il complesso più importante corrisponda al cosiddetto periodo talaiotico.

Minorca è gastronomia, con la varietà di prodotti offerti dalle campagne, dal mare e dagli allevamenti bovini. Degli esempi? La caldereta de llagosta (zuppa di aragosta), che è la specialità più diffusa; il celebre formaggio de Mahòn, ottimo se abbinato alla frutta fresca e candita; il Gin de Menorca, dall’aroma davvero particolare. Tutto questo è Minorca, a circa un’ora e un quarto dall’Italia. E con un budget che rende la vacanza accessibile, non senza qualche astuto accorgimento.

Si tratta sicuramente di un viaggio semplice da organizzare. La vicinanza aiuta e le compagnie low cost che volano sull’isola sono svariate. Noi abbiamo prenotato con larghissimo anticipo – circa dieci mesi prima, non appena avvistati i voli sui motori di ricerca web – con Easyjet, iuscendo così ad assicurarci un prezzo molto competitivo nonostante agosto sia il mese più inflazionato dell’anno, e quindi il più costoso. Il consiglio principale, dunque, è di pensare molto presto al piano voli. Easyjet si è confermata una discreta compagnia con cui viaggiare in Europa con bambini al seguito: comodo l’imbarco prioritario gratuito per le famiglie con bimbi al di sotto dei 5 anni, ad esempio, servizio che altre compagnie low cost europee non prestano.

A Minorca si rivela molto utile – forse quasi indispensabile, per non lasciare l’isola con l’amaro in bocca per non averne visitato gli scorci migliori – il noleggio di un’automobile. Anche in questo caso, muovendocisi con un discreto anticipo si riesce a cogliere l’offerta migliore. Noi abbiamo noleggiato un’auto di media categoria con una delle compagnie più note, grazie ad un’offerta durante l’acquisto del volo. Un consiglio per chi viaggia con bambini: meglio richiedere fin da subito un seggiolino conforme alle norme di circolazione, in modo da non avere problemi al momento del ritiro del veicolo.

L’isola di Minorca è ideale per essere percorsa in automobile: una lunga strada (ME-1) – equivalente alle nostre tangenziali per intenderci – taglia l’isola in orizzontale, collegando le due maggiori città nonché gli estremi opposti dal punto di vista geografico. Il capoluogo Mahòn, da un lato, e la caratteristica Ciutadella dall’altro. Questa superstrada è poi intersecata da tante piccole e medie strade, che conducono ai vari paesini, alle varie cale e calette. Con una buona carta stradale è molto semplice orientarsi, anche al primo sguardo.

E, vista la bellezza dell’isola e delle sue svariate zone, anche molto diverse tra loro in base alla collocazione geografica – basti pensare alle rocce e sabbie rosse del ventoso Nord e, di contraltare, alle spiagge bianche e al loro mare calmo del Sud – come scegliere la zona dove alloggiare? Dopo una vasta documentazione abbiamo optato per il Sud, scegliendo la spiaggia di Son Bou come riferimento, particolarmente ideale per le famiglie con bambini, essendo la più vasta dell’isola e presentandosi come una lunga distesa di sabbia bianca con un mare calmo, cristallino e profondo solo a parecchi metri dalla riva.

Infine, abbiamo pernottato presso l’hotel San Valentin Son Bou, con formula aparthotel in modo da poter cucinare per la piccola, e non avremmo potuto scegliere di meglio. Collocato su una collinetta a pochi minuti dal mare, ci ha fatto godere di un piacevole venticello ogni sera e di ottimi panorami con vista sulla baia di Son Bou.

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