Un giorno a Lipsia: una Germania tra musica e poesia

Lipsia è tra le città più vivaci e dinamiche della Sassonia, sul fianco orientale della Germania. Per molto tempo il suo nome è stato associato alla fiera, in passato situata nei palazzi proprio nel centro della città. Oggi invece Lipsia è sinonimo di cultura, musica, libertà… è una città dinamica e proiettata nel futuro che sa valorizzare le sue importanti tradizioni.

Passeggiando per le vie centrali si incontrano tantissimi giovani. Infatti l’università fondata nel 1409 è molto quotata, soprattutto per lo studio delle lingue straniere. Ma Lipsia è anche il luogo da cui è partita la Rivoluzione Pacifica del 1989 con la preghiera per la pace nella chiesa Nikolaikirche, alla quale parteciparono circa 70.000 persone, e che portò alla caduta del muro di Berlino e alla riunificazione delle due Germanie.

Io non sapevo cosa aspettarmi da questo luogo di cui tanto avevo letto, e ciò che ho trovato mi ha catturata. Lipsia è una città molto vivace che riluce dell’intensa vita culturale oltre che per il recupero dell’importante patrimonio architettonico. Gli imponenti palazzi del centro dove per cinque secoli si è svolta la grande fiera oggi hanno cambiato destinazione d’uso e ospitano grandi firme internazionali, importanti società e moderni locali. I passage che li collegano sono autentiche opere d’arte che catturano lo sguardo per la ricercatezza e la ricchezza delle decorazioni, d’epoca o moderne. Tra le vie del centro negli anni Trenta c’erano ben 700 negozi di pellicce, a indicare quanto agiata fosse la vita in questa città. Inoltre, all’inizio del Novecento Lipsia vantava anche la più grande filanda di cotone d’Europa, che un secolo dopo è tornata a nuova vita ospitando la scuola del pittore contemporaneo Neo Rauch, ma anche un centinaio di atelier, gallerie e laboratori che ne fanno uno dei centri di produzione ed esposizione d’arte e cultura contemporanea più importanti al mondo.

È davvero strano che una città fondata nel XII secolo non disponga di grandi testimonianze architettoniche antecedenti al Settecento. Ma la spiegazione è semplice: Lipsia è sempre stata una capitale della modernità. Al crocevia di due importantissime strade commerciali – la Via Regia (dalla Russia alla Spagna) e la Via Imperii (dalla Scandinavia all’Italia) – Lipsia divenne ben presto un importante centro commerciale e la grande ricchezza dovuta a questa fervente attività ha favorito la costruzione di edifici sempre più moderni. Ma da vedere c’è comunque moltissimo. Basta solo scegliere in che modo visitarla. Per esempio ripercorrendo le orme di Goethe che, giunto a Lipsia per studiare Diritto, alle lezioni universitarie preferiva di gran lunga le relazioni sociali, in particolare con il gentil sesso. È davvero emblematica la grande statua a lui dedicata davanti al magnifico palazzo barocco della Vecchia Borsa: lo sguardo verso l’università, ma i piedi rivolti verso l’Auerbachs Keller, famoso locale aperto nel 1525, che Goethe frequentava abitualmente e dove è ambientata anche una famosa scena del suo “Faust”. La visita della città non si può dire completa senza entrare in questo rinomato ristorante dove si respira storia e letteratura.

Un fil rouge interessantissimo è sicuramente rappresentato dalla musica: a Lipsia hanno vissuto e lavorato importantissimi musicisti, tra cui Bach e Mendelssohn. Ed è proprio seguendo questo filo conduttore che, grazie all’applicazione per cellulari Leipziger Notenspur, si può visitare la città lungo un percorso di 5,3 chilometri. Se invece si decide di seguire il proprio istinto, il punto di partenza può essere la Chiesa di San Tommaso, dove Bach fu cantor (maestro di cappella) e direttore dal 1723 al 1750, oltre che insegnante della Thomasschule, sede del coro di voci bianche Thomanenchor fondato nel 1212. Inoltre ogni settimana scriveva una nuova cantata. Le sue spoglie riposano nel coro della chiesa e quando i ragazzi della scuola di canto si esibiscono per la prima volta, la tradizione vuole che depongano un piccolo mazzo di fiori sulla sua tomba. Ogni venerdì  alle ore 18 e sabato alle 15 il coro si esibisce in straordinari concerti ai quali si può assistere pagando un biglietto soli 2 euro. Nella Thomaskirche si ammira anche la splendida pala d’altare, con immagini alquanto insolite per una chiesa che dal 1539 è luterana.

Lipsia è anche famosa per i suoi caffè: il più antico è il Zum Arabischen Coffe Baum, ma nella storia è entrato anche il Zimmermannsche Kaffeehaus distrutto da un bombardamento nel 1943. Questo caffè era il ritrovo della classe media maschile e le donne potevano accedervi soltanto per assistere ai concerti, per i quali Bach compose la “Cantata del caffè”. Bere un caffè in questi locali storici  – da vedere assolutamente il Riquet in stile Liberty (Jugendstil in tedesco) – è un’esperienza da fare, magari accompagnandolo con il dolce tipico cittadino leipziger Lerche, ovvero le “allodole di Lipsia”. Restando in tema musicale si può proseguire la visite seguendo le orme di Felix Mendelssohn Bartholdy, che riportò in auge la musica di Bach dopo un secolo di oblio. Il compositore fu direttore dell’orchestra del Gewandhaus, altra importantissima istituzione musicale della città. Fondò anche il conservatorio di Lipsia, e chi ama questo compositore vorrà certamente visitare la sua abitazione in Goldschmidtstraße 12, divenuta museo e sede della fondazione internazionale a lui intitolata.

Passeggiando per la città ci si imbatte in numerose statue piuttosto critiche sulla storia recente e anche nei palazzi del potere del periodo della DDR, la Repubblica Democratica Tedesca, dai quali gli abitanti continuano a tenersi lontani, come ad esempio l’ex sede della Stasi, la polizia segreta, dove dicono si senta ancora l’odore che la permeava quando tutti avevano il terrore di entrare tra quelle mura. Oggi è un museo nel quale sono esposti numerosi manoscritti di ragazzi reclutati nelle scuole per spiare chi viveva intorno a loro. Tra queste mura, le celle, le apparecchiature di intercettazione e i kit di travestimento e registrazione si capisce molto bene quale fosse il clima di paura nel quale viveva la popolazione che non ne faceva parte. E capire chi stesse da quale parte era davvero molto difficile.

Oggi tutto ciò fa parte del passato e Lipsia si presenta come una città da vivere e da scoprire, con un ateneo antico e prestigioso che attrae molti studenti stranieri, una destinazione per tutte le stagioni, anche in dicembre in occasione dei mercatini di Natale, una tradizione iniziata qui nel lontano 1458.

Fotografie: Edvige Meardi e Roberto Vilbi.

3 commenti su “Un giorno a Lipsia: una Germania tra musica e poesia”

  1. Molto interessante Edvige! Passerò da Lipsia quest’estate (abbiamo intenzione di fare un piccolo tour della Sassonia). Mi sono segnata tutto!

  2. Bel reportage, ma sono assolutamente da citare anche il monumento alla Battaglia delle Nazioni ed il Wave Gothic Treffen, il festival di musica goth che mi ha già portato per tre volte in questa bellissima città.

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