Perù: Arequipa la città bianca e l’affascinante Juanita

Dopo due notti nel museo Antonini, ci siamo mossi in direzione Arequipa optando, vista la lunghezza del trasferimento che è di circa 10 ore, per il pullman notturno della compagnia Cruz del Sur che offre il servizio Cama ovverosia sedili reclinabili e comodi per riuscire a dormire in maniera piuttosto confortevole.

La prenotazione di questi pullman è uno de vari motivi che mi ha convinto, per questo viaggio, ad appoggiarmi a un tour operator locale. I siti di prenotazione dei pullman non spiegano esattamente la differenza tra i posti cama (totalmente reclinabili) e i semi-cama (parzialmente reclinabili) e, tra l’altro, i posti cama sui pullman sono 15 e, essendo noi in 6, avere avuto un supporto logistico sul posto si è rivelato fondamentale per riuscire a trovare i posti.

Siamo arrivati nelle prime ore del mattino ad Arequipa, situata a 2400 metri sul mare, di fatto il nostro primo giorno in altura, e li siamo stati accolti da una giovane guida che ci ha accompagnato all’albergo, Hostal Santa Marta, confortevole e centrale, e alla scoperta della Ciudad Blanca che deve il suo nome al colore della pietra con cui sono stati costruiti tutti gli edifici principali del suo centro storico. Lo stesso centro storico nel 2000, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Devo ammettere, però, che non ho avuto modo di godere appieno della decantata bellezza della città perché siamo arrivati nel pieno dei festeggiamenti per la fondazione della città e, quindi, ci siamo trovati nel pieno di una sfilata danzante e colorata che invadeva le vie principali del centro rendendo molto difficoltosa la circolazione anche per chi, come noi, si muoveva a piedi.

La festa della città non ha agevolato la circolazione e la possibilità di ammirare la città, ma mi ha permesso di dare sfogo alla mia voglia di fotografia, concentrandomi sui ritratti che sono la mia passione.

Dopo aver girovagato per le vie del centro, insieme alla guida, ci siamo diretti al museo nel quale si possono ammirare vari reperti archeologici di epoca inca e nel quale si può incontrare Juanita. Juanita è il corpo congelato di una ragazza inca che visse per circa 12-14 anni, morendo all’incirca tra il 1440 ed il 1450. Fu scoperta sul Monte Ampato (parte della cordigliera delle Ande), nel 1995, dall’antropologo Johan Reinhard e dal collega peruviano Miguel Zarate ed è nota, anche, come Vergine congelata, Signora di Ampato e Ragazza congelata.

La religione degli Inca riteneva che gli elementi della natura fossero degli dei irosi da venerare e placare con sacrifici umani. Gli inca, pertanto, a seguito di cataclismi naturali, tra cui le frequenti eruzioni dei vulcani della cordigliera delle Ande erano soliti recarsi sulla cima del vulcano stesso sacrificando uno o più bambini per placare le ire del dio. Solitamente venivano sacrificati bambini e bambine scelti tra i migliori studenti della scuola religiosa; non sempre, quindi, è un bene essere primi a scuola! Quello che stupì la comunità scientifica di allora e che colpisce ancora oggi il visitatore del museo è l’ottimo stato di conservazione del corpo che ha permesso ricerche biologiche sui tessuti di polmoni, fegato e muscoli. Queste prove offrirono nuove informazioni sulla salute e la nutrizione degli Inca durante il regno del Sapa Inca Pachacútec. Se siete interessati a visitare questo museo vi consiglio di informarvi sulla presenza o meno di Juanita, perché periodicamente viene sostituita con le mummie di altri bambini ritrovati sul vulcano, per permettere le attività scientifiche e di conservazione della ragazza.

Uscire da un museo buio e dirigersi, in una bella giornata di sole, verso il convento de Santa Catalina, aumenta l’impatto sensoriale della differenza tra i due luoghi.

Il monastero di clausura di Santa Catalina (ovvero Santa Caterina da Siena) di Arequipa è il più grande convento del mondo, si estende su una superficie di 20.462 metri quadrati, ed è il più importante edificio religioso del Perù. Fu costruito nel 1579, fondato da una ricca vedova, Maria de Guzman. L’inaugurazione avvenne il 2 ottobre 1580. Si trova al centro della città di Arequipa e, data la sua vastità, contiene al suo interno strade, giardini, chiostri e parchi. La sensazione, camminando in quelle strade, è di trovarsi in una città dentro la città con la percezione di silenzio e serenità.

In questo convento di clausura venivano accolte, già in tenera età, le figlie di ricche famiglie della città e della regione perché godessero di una istruzione privilegiata. Le novizie all’età di circa 16 anni potevano scegliere di continuare la vita del convento, prendendo i voti propri della clausura, oppure di tornare nella società dove le attendeva un matrimonio combinato, solitamente con un uomo di trent’anni più vecchio. Personalmente non mi stupisce che molte abbiano scelto di continuare la clausura!

A differenza di altre tappe di questo viaggio Arequipa non è immersa in paesaggi naturali mozzafiato, ma sono rimasta piacevolmente colpita dalle attrazioni storiche e culturali che mette a disposizione di noi viaggiatori.

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