Il lago Titicaca e le isole Uros e Taquile. Il viaggio in Perù continua

Lasciata Chivay in Peru ci siamo diretti verso una meta che per me è sempre stata un vero e proprio mito: il lago Titicaca. Fin da bambina fantasticavo su questo posto il cui mito dipende da antiche culture andine che lo consideravano il luogo in cui il sole ha visto la sua stessa nascita. Di fatto ci sono dei veri e propri primati a sostegno del mito: si tratta infatti del più esteso bacino d’acqua dolce del Sud America, nonché il lago navigabile situato alla più grande altitudine del mondo.

La cittadina di Puno si trova proprio sulle sue sponde ed è il più noto punto di partenza per le escursioni sul lago. A mio parere infatti, per conoscere veramente questo lago, è necessario soggiornare qualche giorno in una delle sue isole quali Amantani, Taquile e le isole galleggianti degli Uros.

Per noi, il tuo operator al quale ci siamo affidati, ha previsto una visita delle isole galleggianti con successivo arrivo e soggiorno a Taquile, isola che PeruResponsabile si impegna a sostenere con attività quali la fondazione di una biblioteca comunale.

La nostra barca è quindi salpata da Puno la mattina presto approdando, dopo una sola mezz’ora di navigazione, su una delle isole galleggianti degli Uros. Questo è stato uno dei tanti momenti dei miei viaggi in cui mi sono resa conto di quante realtà ignoriamo e di quante cose ignoriamo la stessa esistenza. Io, per esempio, ignoravo totalmente che potessero esistere delle isole costruite dall’uomo stesso e la cui esistenza sopravvive ai secoli. Le isole Uros sono state infatti costruite dalla tribù omonima al fine di sottrarsi dalla minaccia delle più aggressive tribù dei Collas e degli Inca.

Una volta sull’isola, uno dei suoi abitanti, ci ha istruiti sul modo in cui queste isole vengono costruite e mantenute, ovvero con strati di canne galleggianti di totora che crescono abbondanti nelle acque del lago Titicaca. Sebbene si sia trattato di una breve sosta, l’esperienza fatta qui è stata preziosa e il calore ricevuto da coloro che ancora abitano quest’isola l’ha resa ancora più preziosa.

Il calore però deve essere una caratteristica dominante di coloro che vivono questo lago dal momento che, anche a Taquile, la famiglia che ci ha ospitati nella loro umile casa, è stata di una gentilezza davvero rara.

Taquile è un’isola di 7 kmq abitata da circa 2200 persone. La cosa che immediatamente colpisce di questo luogo sono i magnifici paesaggi favoriti dal forte contrasto cromatico tra il colore rossastro del terreno e il blu intenso del lago che li circonda e che, con il calare del sole, raggiunge il suo massimo splendore.

Tanta bellezza però non è gratis, e quando dico questo non parlo di denaro ma di sforzo fisico. Tra il porto e la piazza principale ci sono infatti 400 metri di dislivello da percorrere attraverso una scalinata di 500 gradini. Credo sia superfluo sottolineare la fatica che comporta questa salita, soprattutto a fronte del fatto che, cosa da non dimenticare, l’isola si trova a 4000 metri sul livello del mare.

Taquile è caratterizzata da terrazzamenti dove vengono coltivate patate, fagioli, mais e quinoa. A proposito della quinoa, proprio qui ci è stata data una dritta che io ignoravo: se mangiata a cena può causare insonnia a chi non è abituato a consumarla!

Vivendo a stretto contatto con loro per due giorni abbiamo appreso quanto sia forte e caratterizzante la cultura di quest’isola, tanto che i matrimoni tra persone non originarie dell’isola sono molto rari. Sia uomini che donne indossano abiti legati alla tradizione realizzati direttamente sull’isola. Gli uomini, per esempio, possono essere distinti tra sposati e celibi dal colore del cappello, rosso per i primi, bianco e rosso per i secondi. Le donne invece indossano caratteristiche gonne multistrato e camicette ricamate da loro stesse. La tessitura è una delle attività che le tiene maggiormente impegnate.

Un episodio che mi ha aiutata a capire quanto forte sia il legame tra l’isola e i suoi abitanti, è stata la chiacchierata fatta con la figlia maggiore della famiglia che ci ha ospitato. Lei mi ha infatti raccontato che il suo sogno è andare a Lima per studiare medicina ma non per scappare dalla sua realtà, anzi, per poter tornare a vivere sull’isola con gli strumenti giusti per poter aiutare i suoi abitanti dal momento che, un vero e proprio medico al momento non c’è.

Credo abbiate capito che la visita delle isole galleggianti e il soggiorno a Taquile sono state per me esperienze entusiasmanti, tra le più belle in assoluto fatte in questo viaggio e che quindi raccomando caldamente.

Scegliete però di farvi ospitare da una famiglia del posto, vi aiuterà a conoscere molte più cose e a calarvi completamente nell’atmosfera fuori dal tempo di questi luoghi.

3 commenti su “Il lago Titicaca e le isole Uros e Taquile. Il viaggio in Perù continua”

  1. Ciao!
    Stiamo organizzando il nostro prossimo viaggio, Perù! Ho letto che ti sei appoggiata a peruresponsabile. Come ti sei trovata a viaggiare con loro? Lo consigli?

    Grazie,
    ciao!

  2. Mi sono trovata benissimo. Sono molto preparati, pronti a dare consigli importanti sull’itinerario e sul posto hanno organizzato tutto alla perfezione. Se li contatti chiedi di Gabriele e digli che ti manda Elena di Nonsoloturisti ?

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