Viaggiatrice solitaria in Sud America

 

Per diffondere anche in Italia il concetto di viaggio indipendente e a lungo termine, ogni mercoledì proponiamo interviste a viaggiatori ed avventurieri, persone normali che hanno deciso di seguire la propria passione e viaggiare per il mondo.

Questa settimana abbiamo l’onore ed il piacere di fare “4 chiacchiere” con Cristina, una ragazza tornata da poco da un viaggio in solitaria in sud America, raccontato anche nel suo Diario di Viaggio pubblicato su non solo turisti pochi giorni fa.

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Mi chiamo Cristina Bonzagni, sono emiliana della provincia di Bologna, ho 36 anni. Lavoro saltuariamente come educatore e comunicatore scientifico. In questo viaggio (giugno-settembre 2011) ho visitato Colombia, Ecuador e isole Galapagos.

1) Quando e perché hai deciso di partire per questo lungo viaggio in Sud America?

Ci pensavo da molto tempo in verità. Sognavo di partire senza avere ben chiara la destinazione. Poi all’inizio dell’anno ho deciso seriamente di provare ad organizzarmi e ho iniziato ad informarmi in agenzia alla ricerca di qualche offerta per la Colombia per il mese di giugno.

2) E’ stata la tua prima vera esperienza di viaggio “a lungo termine”?

Sì, fino ad ora avevo viaggiato in Italia e in Europa. Quindi è stato il primo viaggio non solo “a lungo termine” ma anche in Paesi lontani.

3) Cosa ti ha spinto a partire per così tanto tempo?

Fosse per me starei sempre in viaggio. Ci tengo sempre a precisarlo: non sono solo una turista, ho l’animo della viaggiatrice. Sono due cose diverse e voi lo sapete bene. Mi ha spinto la voglia di conoscere, di esplorare, di vivere un’esperienza forte, di quelle che ti lasciano il segno, che ti fortificano. E in effetti così è stato, ancora di più di quanto potevo sperare.

4) Hai dovuto chiedere un’aspettativa per fare questo viaggio?

Nessuna aspettativa, perché il lavoretto che stavo facendo questa primavera è terminato in maggio. Quindi in giugno, quando sono partita, ero di fatto nuovamente disoccupata.

5) Quale e’ stato il momento più bello di tutto il viaggio?  e il più brutto?

Momenti belli tantissimi, ma il primo che mi viene in mente adesso…il lancio con il parapendio dalle montagne intorno alla città di Bucaramanga in Colombia. Volare, superando al contempo le proprie paure, è stata un’emozione indescrivibile di quelle che, al solo pensiero, continuano nel tempo a farmi brillare gli occhi.

Sicuramente i momenti difficili non sono mancati ma il più brutto in assoluto nel quale mi sono sentita davvero sola è stato quando sono stata aggredita in pieno giorno nel sud della Colombia da due ragazzi che mi hanno derubata minacciandomi con un coltello.

Per qualche giorno ho avuto grosse difficoltà a camminare per la strada, terrorizzata da tutto e da tutti. Poi, piano piano, ho superato il trauma e posso dire con certezza che non sono riusciti a farmi passare la voglia di viaggiare!

6) Tra i Paesi che hai visitato quale ti ha colpito di più e perché?

Considerato il mio amore per gli animali non potevo che perdere la testa per le isole Galapagos. Ogni tanto ancora me le sogno di notte tanto mi sono rimaste negli occhi e nel cuore: quei paesaggi brulli e ultraterreni, le iguane a pochi metri da me che mi osservano sospettose, i leoni marini che dormono beati sulle panchine dei paesi, le tartarughe giganti e la loro meravigliosa perfetta lentezza.

Armonia totale fra esseri umani e animali selvatici, credo che sia davvero un posto unico al mondo.

7) Hai sempre viaggiato da sola? Hai trovato delle difficoltà nel viaggiare in solitaria?

Sì, durante questi tre mesi ho sempre viaggiato da sola, a parte un paio di giorni nei quali ho visitato la zona cafetera colombiana in compagnia di una ragazza cilena, altra viaggiatrice solitaria.

Ovviamente viaggiando soli i problemi vengono amplificati, non hai un appoggio, devi contare solo su te stesso. Pur non disdegnando buoni compagni di viaggio, mi piace viaggiare sola perché amo la libertà all’ennesima potenza e perché, in ugual misura, adoro le sfide e mettermi in gioco. Quando riesco a cavarmela e ad affrontare da sola le difficoltà che mi si presentano, la mia autostima ne trae grande beneficio.

8) Hai avuto problemi con la lingua?

Sono partita senza nessuna conoscenza della lingua spagnola e quindi ovviamente ne ho avuti, soprattutto il primo mese. Tra l’altro sono piuttosto negata con le lingue straniere e questo, per una viaggiatrice si sa, è un grosso punto debole.

Sono tornata con le basi della lingua ma soprattutto con un gran desiderio di impararla bene. Attualmente sto studiando ogni giorno da autodidatta.

9) Come ti sei preparata nei mesi precedenti la partenza per questo viaggio? 

Prima di partire ho contattato parecchie persone, sia in Colombia, sia in Ecuador per richiedere ospitalità attraverso il couchsurfing.

Negli ultimi due anni ho viaggiato quasi sempre così e questo mi ha permesso di entrare in contatto diretto con le persone del posto e di conoscere il loro modo di vivere e di pensare. In questo caso però soltanto alcuni dei contatti presi dall’Italia mi hanno poi effettivamente ospitato. Di conseguenza mi sono trovata a dover cercare le famiglie, di volta in volta, di città in città.

In totale mi hanno ospitato quindici famiglie fra Colombia e Ecuador alle quali ho alternato hotel e ostelli. Quindi posso dire che è stato quasi tutto improvvisato sul posto compresi i luoghi da visitare, anche se ero fedelmente supportata dai consigli delle mie ottime guide cartacee.

10) Secondo te, cosa ti può insegnare un viaggio di questo tipo?

Credo che un viaggio di questo tipo insegni: punto.

Le opportunità di imparare e di crescere sono infinite se si sanno riconoscere nelle esperienze che inevitabilmente si vivono ogni giorno, ogni ora.

Ad esempio si impara ad adattarsi ad ogni situazione, ad affrontare le difficoltà cercando soluzioni, a superare le proprie paure, i propri limiti. Altresì si impara ad apprezzare la diversità, che a mio avviso è la più grande ricchezza che abbiamo. E anche, perché no, si impara ad apprezzare la fatica, fisica e morale, per raggiungere un obiettivo, un traguardo.

 11) Lo rifaresti? 

Lo rifarei mille volte. Partirei domani con un biglietto di sola andata, senza neppure preoccuparmi troppo della destinazione.

Partirei ancora così, da sola, con lo zaino sulle spalle e la mente e il cuore aperti, con tutti i sensi pronti a ricevere i messaggi del mondo.  Perché si sa….il mondo è tutto da scoprire e in ogni luogo si nascondono conoscenza ed emozioni.

Domande brevi:

1) Piatto preferito: sancocho (zuppa di pollo colombiana)

2) Il cibo più esotico che hai provato: pesce in salsa di cocco con platano fritto e avocado

3) Il momento più magico: una sera in spiaggia alle isole Galapagos, circondata di pellicani e leoni marini che dormono e la luna piena riflessa nell’oceano

4) Il posto più memorabile: la zona cafetera colombiana soprattutto Salento e la Valle de Cocora

5) La persona più memorabile: il barcaiolo che mi insegnava spagnolo mentre mi portava in giro nella laguna fra i boschi di mangrovie

Vuoi saperne di piu’ di questo viaggio? Hai domande, curiosità per Cristina? Aggiungile nello spazio riservato ai commenti qui sotto e Cristina sara’ felice di risponderti.

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Sei anche tu un viaggiatore indipendente e vuoi raccontare della tua esperienza, avventura? Scrivici: [email protected] e verrai subito ricontattato.

 

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