Giochi da viaggiatori

Ci pensavo ieri sera. C’era un gioco che era stato inventato da amici e che mi piaceva tanto. Mi piaceva così tanto che praticamente l’ho vinto.

Erano quegli amici un po’ più grandi di me. Quelli con cui ti trovavi alle feste ma che non erano propriamente la tua compagnia. Quelli che però quando ci parlavi ti trovavano interessante e forse un po’ più grande dei tuoi coetanei. Quelli che come te, e a differenza di molti tuoi “compari”, viaggiavano e vagavano per il mondo da molto, in cerca di chissà che cosa.

Quegli amici si erano inventati un gioco. Quel gioco riguardava il mondo e la capacità di visitarlo. Fu così che una sera, una di quelle d’autunno in cui cominci ad uscire con la giacca anziché solo con la felpa, ci si riunì nella taverna di uno e si prese una mappa del mondo ben dettagliata.

Il mondo fu diviso a zone e ad ognuna di esse corrispondeva un punteggio … che ne so… all’Europa 1 perché era vicina, alle Americhe 3 perché i voli erano lunghi.
All’Asia 5 perché era lontana e all’Oceania … beh… 10 perché era ultradistante.

Ogni stato poi aveva un punteggio a sé a seconda della “visitabilità”. Quelli più facili da raggiungere o quelli più “scontati” avevano un punteggio basso. Gli altri via via salivano. Poi è stato dato un punteggio ad alcune città … non tutte però perché creando un gioco così ti rendi conto che il mondo è immenso.

Anche qui vigeva la stessa logica … a Parigi ci vanno tutti quindi vale 1 ma Lille ad esempio vale 5 perché nessuno dice che va a Lille.
Finite le città si è creato un ulteriore livello: se incontravi uno del tuo comune in un dato luogo, i punti raddoppiavano. Più remoto era il luogo, più punti si facevano.

Al gioco però mancava qualcosa … non si erano ancora stabiliti i jolly. O sarebbe meglio definirli Assi piglia tutto.

Già … perché il mondo porta in grembo dei luoghi che potrebbero essere vicinissimi e che mai nessuno, o pochi, considerano. Questi luoghi sono il Lichtenstein, il Lesotho, Andorra, Vladivostock e l’ Antartide. Poco importava quanto avessi viaggiato (ma dovevi averlo fatto) o che cosa avessi fatto o quanti punti avessi. Chi raggiungeva una di quelle mete avrebbe messo a tacere tutti gli altri e vinto, seppur idealmente, quel gioco per immensi viaggiatori.

La cosa bella era ritrovarsi alla fine dell’estate o alla fine dell’anno e confrontarsi per vedere quanti punti avevamo guadagnato.
Lo si faceva con una buona pizza assieme e una birra in compagnia. Erano momenti social più social di qualsiasi piattaforma al mondo. E per questo non hanno prezzo.

Poi arrivò quel giorno in cui io e una mia omonima (nomen omen… mai più vero di così) eravamo in testa al gioco a pari punti e avevamo staccato tutti. Lei aveva scelto la versione asiatica. Io quella delle Americhe. Dopo questo giorno ne arrivò un altro, in pieno inverno, quando la sottoscritta decise di prendere la sua macchinina e andare in Baviera con delle amiche.

Al tempo vivevo in Svizzera e che cosa c’è tra Svizzera, Austria e Germania? Il Liechtenstein!
Il mio cervello non ci mise più di un secondo a formulare l’idea di parcheggiare a Vaduz, farsi un giro e una bella foto a testimone del fatto che fossi lì. Feci di meglio; mi aggrappai al cartello “Liechtenstein” e mi feci fare una foto. Col cellulare la mandai ad un amico, partecipante al gioco. Lui rispose semplicemente “Mitica bastarda 🙂 … hai vinto!

Vinsi io ed il gioco finì. Ma sarei pronta a ricominciare anche da subito.

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