Un viaggio alla scoperta del mondo biologico e degli agriturismi dell’Emilia Romagna

Viaggiare in Italia non è mai noioso e riserva sempre delle grosse sorprese: non ci si annoia mai ed ogni regione, ogni città ed ogni paesino della penisola nasconde segreti e tradizioni diverse dal resto d’Italia. E per questo motivo è sempre interessante scoprire luoghi del bel paese nei quali non siamo mai stati, come, nel nostro caso, la zona di Modena, in Emilia Romagna.

Grazie all’invito di Valentina, trascorriamo 3 giorni immersi nella campagna di Maranello, ai piedi degli Appennini: tra campi coltivati ed agricolture biologiche, capiamo subito che da queste parti non scherzano sulla qualità dei loro prodotti.

L’agriturismo nel quale soggiorniamo, è l’introduzione a questo mondo a noi ancora poco conosciuto: arriviamo all’ora di pranzo a Ca’ Penelope, un momento della giornata in cui i componenti della famiglia che gestisce l’agriturismo (e i volontari wwoofer) si trovano riuniti a tavola per un pranzo casalingo, tutto a base (scontato dirlo) di prodotti provenienti da agricolture locali.

Entriamo da subito in sintonia con Valentina e la sua famiglia, e con calma terminiamo il pranzo, senza fretta, tra una chiacchierata e l’altra, un bicchiere di buon lambrusco (ovviamente Bio e prodotto dalla stessa famiglia) e un caffè.

Nei giorni successivi, oltre ad assaggiare e gustare vari tipi di prodotti locali, scopriamo un’ospitalità d’altri tempi, genuina, calorosa: sono sicuro che i viaggiatori dei secoli scorsi avrebbero ricevuto una simile accoglienza durante i loro viaggi, quando ancora non c’erano le catene di hotels e villaggi turistici.

La presenza dei wwoofer è un bonus a questo tipo di soggiorno: i volontari, provenienti da ogni angolo del pianeta, intrattengo il viaggiatore con racconti, storie, esperienze personali di viaggio e non, creando uno scambio interculturale unico nel suo genere.

Durante il nostro soggiorno, pranziamo e ceniamo in vari agriturismi della zona e scopriamo che la qualità della cucina e del cibo servito è simile un po’ ovunque: prodotti bio, della zona, cucinati seguendo ricette locali, di ottima qualità.

Oltre all’agriturismo, ci rendiamo conto di come sia molto sentita anche la produzione (e l’utilizzo) dell’aceto balsamico: visitiamo il museo dedicato a questo “oro nero” nel paese di Spilamberto e scopriamo come il procedimento di produzione e lavorazione di questo prodotto segua ricette e tradizioni antiche, praticamente mai cambiate col trascorrere del tempo.

Altro che produzione industriale di aceto balsamico che si trova nei supermercati per pochi euro: è in questo museo che ci rendiamo conto di quanto costosa e pregiata possa essere una bottiglietta di questo prodotto.

Dopo tre giorni trascorsi nel verde e nella tranquillità della campagna romagnola, ci congediamo da Ca’ Penelope, non un’addio, ma un’arrivederci in questo angolo di paradiso di questa nostra Italia.

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