Road trip in Finlandia – seconda tappa di questo viaggio

Al mattino, all’alba, la sveglia dell’altoparlante in cabina ci comunica che a breve è ora dell’attracco. Ci vestiamo rapidamente e saliamo sul ponte più alto per vedere qualcosa di Turku, la nostra prossima destinazione. Uscendo sul ponte la temperatura è decisamente fredda e pungente, ma la cosa che più colpisce in assoluto è il panorama del porto che si vede dall’alto. Indescrivibile!

Il traghetto è chiaramente un rompighiaccio, il mare intorno a noi è completamente ghiacciato in uno spettacolo unico della natura, l’uomo cerca di combattere la forza della natura con altre rompighiaccio più piccole che costantemente, andando avanti e indietro, impediscono la formazione di uno strato di ghiaccio troppo elevato. La temperatura è di circa 17/18 gradi sotto lo zero. E’ una lotta impari. Il ghiaccio non fa in tempo ad essere spaccato che subito dopo il passaggio si ricongela nella posizione irregolare in cui era appena stato lasciato.

Lo spettacolo che ci lascia a bocca aperta abbraccia tutti i nostri sensi. In primis il tatto. In men che non si dica le nostre mani e i nostri piedi sono completamente congelati. Non eravamo preparati ad un temperatura del genere. La latitudine è simile a quella di Stoccolma che abbiamo lasciato poche ore fa e la variazione è stata del tutto repentina. Che la Finlandia avesse un clima continentale e che non fosse minimamente mitigata dalla Corrente del Golfo, lo abbiamo studiato tutti a scuola, ma nelle altre stagioni la cosa non è così evidente e vedere qui, oggi, il freddo, esplodere in tutta la sua potenza, ha un che di particolare.

Il freddo pungente entra nel naso costringendoci a respirare all’interno di giacche e sciarpe e il nostro olfatto viene immediatamente anestetizzato, così come la gola. Si fa persino fatica a parlare e a prendere fiato con questo freddo e per una come la sottoscritta, sempre abituata a gridare, la cosa non è così gradevole.

Chiaramente i due sensi che maggiormente vengono messi in gioco sono la vista e l’udito. La vista ovviamente per lo spettacolo che, pur avendo tante volte ammirato dai monitor dei nostri computer, non rende minimamente giustizia al panorama impressionante che ora ci circonda. L’udito poi, per quanto possa sembrare anomalo. Il rumore della nave e del porto fa da sottofondo allo scricchiolio costante e vigoroso del ghiaccio che si spacca, ai tonfi prodotti dal ghiaccio che sbatte contro la carena e ricade accanto per ghiacciarsi nuovamente dopo pochissimi istanti. Il panorama è del tutto surreale.

La città si sta svegliando frenetica anche se fuori è ancora buio. Il paesaggio, all’alba assume una colorazione ora azzurra, ora tendente al giallo per via delle luci del porto. E’ solo l’ennesimo avviso dagli altoparlanti a destarci da questo nostro ammirare a bocca aperta quello che ci circonda, per ricordarci che dobbiamo correre all’auto. Già ci siamo fatti aspettare all’andata non è il caso di replicare anche qui!

Il ghiaccio è ovunque.

Scendiamo con l’auto e ci fermiamo ancora un po’ al porto, questa volta con indumenti ben più caldi, ad osservare quella che qui è normale routine e che a noi sembra ancora così particolare. Mi viene da pensare con un sorriso alla recente nevicata a casa. Cinquanta cm di neve che hanno gettato nel panico più totale e bloccato scuole, strade, istituzioni, addetti ai mezzi neve,… Qui per mesi e mesi è tutto, sempre, completamente, ghiacciato. Nevica costantemente e i mezzi, in azione tutto il giorno, danno il loro meglio al calar della notte quando gli spartineve che hanno creato, durante il giorno, enormi mucchi di neve nelle piazze e nei punti di raccolta, uniscono il loro lavoro a quello dei camion che entrano in azione per portare fuori città l’enorme quantità di neve e riversarla nei campi circostanti. È talmente tanta che non è possibile accatastarla in nessun posto nelle città. E da noi bastano pochi cm per paralizzare ogni cosa.

Ci dirigiamo verso nord. Non abbiamo un programma ben definito se non quello di raggiungere il punto più a nord possibile compatibilmente col tempo a nostra disposizione, che è purtroppo sempre troppo poco e che per lavoro non possiamo allungare.

Percorriamo tutta la costa del Golfo di Bothnia fermandoci talvolta ad esplorare qualche paesino e qualche attrazione interessante, scovata qua e là sul web e la nostra prima vera tappa è l’albergo di ghiaccio di Kemi che ha aperto i battenti, quest’anno, proprio da pochi giorni.

Qui intorno, ancora una volta, è il ghiaccio a farla da padrone. Le strade vengono costantemente tenute pulite dai mezzi, ma chiaramente la patina bianca sul fondo stradale è inamovibile fino al prossimo disgelo. Ci rendiamo però subito conto che non è difficile come sembra, guidare in queste condizioni. La neve non è quella a cui siamo abituati. Proprio qui, ora in queste condizioni, capisco cosa si intendeva ne “Il senso di Smilla per la neve” quando si narrava degli oltre duecento modi per descrivere la neve in groenlandese. Vi assicuro che non è assolutamente poetico o filosofico il collegamento. La neve non è la nostra neve! E’ ghiaccio, fiocchi di ghiaccio. E viste le temperature, non si scioglie a contatto col terreno. Questo provoca un effetto molto strano e particolare sulla strada. Le strade più battute, per buona parte, si può quasi affermare che si puliscano da sole. Nel senso che il passaggio di ogni auto provoca uno spostamento d’aria che solleva e trascina questi fiocchi di ghiaccio che paiono polistirolo, fuori dalla sede stradale, col risultato di mantenere abbastanza pulita la sede stradale.

Se a questo aggiungiamo poi che il pericolo del ghiaccio inteso come lo pensiamo noi è praticamente inesistente, si riesce a capire come siamo riusciti a percorrere così tanti chilometri in così poco tempo. Abbiamo raggiunto la città di Levi.

Le nostre strade diventano pericolose perché la neve a contatto col terreno si scioglie, crea pozzanghere d’acqua che, ghiacciando nuovamente all’abbassamento della temperatura formano le ben note lastre di ghiaccio che provocano una marea di incidenti. Qui questo fenomeno – almeno ora – non esiste, essendo le temperature costantemente sotto i -15°,con punte che arrivano a toccare i -27° C.

E’ quindi sufficiente prendere le misure delle distanze di sicurezza, che vanno chiaramente più che raddoppiate, ed il gioco è fatto e la guida in Finlandia, in inverno, sarà anche per noi come bere un bicchier d’acqua… o quasi! Basta non esagerate mai con la velocità. È proprio quando si prende sicurezza che basta un attimo di distrazione per ammirare il paesaggio per fare danni!

Conclusa la visita al castello di ghiaccio con relativa toccata e fuga all’attracco della rompighiaccio Sampo che organizza meravigliose escursioni sulla calotta polare, permettendo addirittura il bagno con le mute, ma dai prezzi che personalmente ritengo del tutto immorali, proseguiamo ancora verso nord.

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