Tibet, il tetto del mondo

Il Tibet è una terra magica ma anche spietata, che può rapirti per sempre. Le strutture ricettive sono scadenti e le condizioni igieniche precarie, anche se l’altitudine previene il proliferare dei batteri.

Occorre inoltre sapere che fuori dai grandi centri urbani (Lhasa e Shigatze) gli alberghi non hanno il riscaldamento e che l’altitudine del paese (Lhasa con i suoi 3650 metri è il posto più basso che ho visitato) può essere un problema per chi soffre di emicrania.

 

                                                                               

Durante i primi giorni di soggiorno in altitudine è buona norma evitare il fumo, l’alcool, fatiche o camminate eccessive, appesantimenti di stomaco. Mal di testa, debolezza diffusa, difficoltà di respirazione, insonnia, mancanza di appetito, leggera nausea, talvolta laringiti e tossi secche costituiscono reazioni normali iniziali dell’organismo; riposo, moderato uso di cibo, ingestione di liquidi e caldi capi di vestiario sono i rimedi più efficaci.

La scelta del vestiario,soprattutto nei mesi estivi quando il clima è mutevole, deve essere accurata e deve rispondere a criteri di praticità, comodità, rispondenza al clima e all’ambiente. Consiglio pertanto di optare per indumenti sportivi e calzature molto comode. Da non dimenticare: occhiali da sole, torcia elettrica con batterie e lampadine di ricambio, sacco a pelo, ombrello pieghevole (necessario in luglio e agosto).

Le temperature in gradi C e la piovosità in MM:

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Claudio Silvano Bonifazio ha vinto il concorso fotografico Memorie di Viaggi

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