Torcello: un sogno nella laguna

Avete presente quei luoghi che, proprio perché vicini a dove siete cresciuti, spesso vengono trascurati e non visitati?

Ecco… questo è uno di quei casi… iniziati con indifferenza e finiti con un grande amore verso un luogo che non avrei mai immaginato di vedere.

Quando si dice Laguna si pensa a Venezia e dopo di essa, se dovessimo fare un bellissimo brain storming, vi verrebbe da dire San Marco, Canal Grande, Lido, Murano, Burano e Torcello. E proprio a Torcello volevo arrivare.

E’ la terza isola più conosciuta della Laguna… più conosciuta a nome… perché, di solito, chi si trova a Venezia va a Murano per il vetro (e per il bussolà), poi va a Burano a vedere quelle splendide case colorate e poi… torna in piazza San Marco.

Ma Torcello chi è…. la figlia della serva??

Secondo alcuni studi, Torcello è il “big bang” degli insediamenti umani in Laguna. E’ popolata da tempi immemori e probabilmente è proprio lì che fuggirono gli abitanti della pianura nel V Secolo d.C i barbari saccheggiarono le pianure venete.

Rispetto alle altre isole (maggiori e minori) della Laguna è poco battuta dal turismo di massa, eccezione fatta per il periodo delle gite scolastiche tra Aprile e Maggio.

Ed è proprio durante una gita che approdai a Torcello per la prima volta ma non mi bastò e, un tot di anni dopo, ci tornai da sola.
Era una domenica di fine settembre e Venezia era bellissima perché finalmente si era riappropriata della sua identità ed era tornata ad essere la Città della Laguna e non un approdo per turisti di ogni dove. Quel giorno passeggiai in una Venezia insolita e, forse in nome di questa voglia di itinerari diversi, presi il vaporetto per Torcello.

E’ lo stesso che va a Burano e non vi sarà difficile trovarne molti che portano su quest’isola bellissima. Torcello era deserta e i pochi alberi della piazza e la natura tutta sapevano già di grande autunno malgrado le giornate fossero ancora quasi estive.

Una volta approdati, non potrete perdervi la Basilica di Santa Maria Assunta e, soprattutto, la chiesa di Santa Fosca… perfetto esempio di arte bizantina in Laguna. Da questi due edifici si comprende il forte legame della Laguna con Ravenna, capitale dell’allora Impero Romano d’Occidente.

Torcello sembra davvero una vecchia signora che si addormentata tutta ingioiellata e, quasi timida e intimidita dal suo dormire, si lascia scrutare da chi la visita.

Perdersi tra le sue viuzze è un regalo che tutti dovrebbero farsi.

Sull’isola si trova anche uno dei cosìdetti “Trono di Attila“. Trattasi di un seggio in pietra risaltente all’epoca delle invasioni barbariche.
Nulla dice che sia del Re degli Unni, anche se si sa che Attila passò un bel po’ di tempo da quelle parti. Attila o non Attila, quello che mi conquistò fu la pace provata in quell’angolo quasi scordato di Laguna.

Non mi pareva vero di essere a così pochi kilometri da piazza san Marco e dai suoi caffé a 7€ (o più) a tazza. Ero su di una bassissima isola della Laguna dove la terra sembrava appena emersa e il mondo normale non era nemmeno nei miei pensieri. Ci rimasi fino a sera, quando i colori divennero ancora più belli e più caldi.

Vi consiglio di provare a raggiungere Torcello un giorno o l’altro.

Vi consiglio inoltre di farlo, come direbbe Samuel Taylor Coleridge, con gli occhi di un bimbo che ha solo voglia di riempire il suo cuore di stupore. Torcello ha tutte le armi per passare da sconosciuta a grande amore.
Almeno così è successo a me.

2 commenti su “Torcello: un sogno nella laguna”

  1. Solo una precisazione, i bussola’ o meglio bussolai (biscotti favolosi), sono di Burano e non di Murano.

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