Cosa fare sul Gargano tra antiche tradizioni e tesori nascosti

Negli occhi di chi ogni giorno fatica per promuovere le bellezze del Gargano si percepisce tanto amore quanto disincanto. Il Gargano è soprattutto questo, una terra di forti contrasti, di tesori unici e di tradizioni antichissime poco conosciute e valorizzate e quindi tristemente destinate all’oblio.

La costa riserva preziosa testimonianza della tradizione secolare della pesca nei trabucchi, tipiche strutture in legno d’Aleppo per la pesca a vista, un tempo molte diffuse e oggi limitate a poche esemplari, la cui conservazione è pressoché lasciata alla forza di volontà e allo spirito imprenditoriale dei proprietari, come nel caso della famiglia Ottaviano, che da oltre 50 anni si prende cura del Trabucco Punta San Nicola, appena fuori l’abitato di Peschici.

Ma è nell’entroterra che ci si deve spingere se alla ricerca della vera essenza di questo territorio.  I fitti viottoli di Vico del Gargano riservano scorci pittoreschi ed incontri indimenticabili.

Può capitare, ad esempio, di ammirare la Sig.ra Caterina, mamma del pizzaiolo Tony, mentre impasta la paposcia (o paposciola), deliziosa focaccia a forma di ciabatta (da cui il nome), di origini antichissime, ancora oggi condita con ciò che si ha in casa, ovvero soprattutto olio e caciocavallo, qui rigorosamente podolico, cioè prodotto con il latte di vacche della razza podolica.

Oppure di ascoltare dalla voce emozionata della Sig.ra Maria, che nel suo atelier La Tela custodisce i segreti di un’altra tradizione millenaria, il racconto di una vita di sacrifici delle filatrici di lino e canapa di fine Ottocento.

I saperi del modello agricolo che ha caratterizzato storicamente il promontorio del Gargano sono ben rappresentati nei due trappeti, antichi frantoi, uno adibito a Museo dei sistemi agricoli tradizionali e l’altro a suggestiva cantina ristorante, già operanti agli inizi del 1300.

Mentre della storia dei vitigni di Vico è testimone d’eccellenza il Macchiatello, vino locale prodotto in appena 1500 bottiglie l’anno nella cantina Cantina d’Anèll’ del Prof. Nello Biscotti.

Vico si inerpica su una collina circondata da uliveti, agrumeti e frutteti, che da secoli raccolgono il sudore delle famiglie locali, come nel caso della famiglia Romondia, che da oltre 50 anni con i prodotti delle sue terre produce  nell’accogliente bar gelateria pasticceria Pizzicato un goloso assortimento di dolci e specialità locali, tra cui i sospiri o dolci della sposa, perché a questa tradizionalmente regalati il giorno delle nozze.

Vico è anche ottimale base di partenza per una gita nella foresta umbra, cuore del Parco Nazionale del Gargano. La riserva, che si estende per circa 400 ettari, deve il suo nome ad una fitta vegetazione di faggi, cerri e querce secolari che la rendono “umbra”, ovvero ombrosa in latino.

Al suo interno sono presenti diversi percorsi escursionistici, che consentono di ammirare la flora e la fauna tipici di questo territorio, e numerosi posti ristoro, come il Rifugio Sfilzi dove è possibile pernottare e gustare piatti tipici locali, come i pomodori sott’olio, i lampascioni, la salicornia e il trifolato di funghi con pomodoro, abilmente preparati dai proprietari Fausta e Francesco.

Di storia, paesaggi naturali e tradizioni  spesso poco conosciute, e quindi anche scarsamente valorizzate, sono ricche anche le zone paludose tra Lesina e Varano.

L’area circostante la Torre di Mileto, antico baluardo difensivo del 1600, è di notevole interesse archeologico e naturalistico per la presenza di insediamenti che vanno dal Neolitico al Medioevo e per una rigogliosa macchia mediterranea, oggi vittima di un’edilizia aggressiva e apparentemente inarrestabile.

La chiesa di Santa Maria di Monte D’Elio o S. Maria di Devia, sorge su un pianoro che conserva preziose tracce medioevali della città di Devia, i cui abitanti erano di origine slava. L’edificio, restaurato negli anni ’70 dopo essere rimasto per secoli in balia delle intemperie e dell’incuria, presenta al suo interno un grandioso ciclo di dipinti di tradizione bizantina risalenti al XIII e XIV secolo i cui colori sono ancora straordinariamente vivi.

Magnifico esempio di archeologia industriale è l’ex Stazione Idrovolanti “Ivo Monti”, centro di addestramento per piloti, idroscalo e base militare strategica durante il primo conflitto mondiale, oggi immersa in un silenzio surreale e in uno stato di desolante abbandono.

Della necropoli paleocristiana di Bagni, situata nel territorio di Cagnano Varano nei pressi della laguna di Varano, solo un paio della ventina di tombe incavate nel banco di calcarenite sono visitabili facendosi largo tra le sterpaglie delle alture che sovrastano la sorgente Bagno mentre dell’antica leggenda di Uria, che narra di un’antichissima città sommersa dalle acque del lago di Varano durante un terremoto, rimangono solo più poche tracce nella tradizione orale locale.

Il Gargano è anche, forse soprattutto, questo e non solo 200 km di costa. Il futuro di questa terra sta nella forza d’animo, nello spirito imprenditoriale, nell’amore per la storia e le tradizioni locali della sua gente ma anche nella necessità di ampliarne e destagionalizzarne l’offerta turistica mettendo a sistema i tesori sinora nascosti e nella capacità di chi la visita di viverla con occhi nuovi e curiosi.

Per un soggiorno nella suggestiva Vico del Gargano, il Pizzicato Eco Bed&Breakfast offre diverse tipologie di alloggi dotati di ogni confort e con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

Dove si trova?

1 commento su “Cosa fare sul Gargano tra antiche tradizioni e tesori nascosti”

  1. Grande Tour Ari! 🙂
    Vi ho seguiti attraverso i Tweet e il tuo racconto aderisce proprio all’idea che mi ero fatta

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