Il mio viaggio in solitaria in autostop inizia dalla città dei paradossi: Magadan, Russia

Il mio nome e’ Clem. Sto viaggiando in solitaria in autostop da circa 16.000km: da Magadan (nell’estremo nord est della Russia) a Costanza (in Romania).

Non è un viaggio fine a se stesso. Si inserisce infatti in un più ampio progetto che ha precisi obiettivi: in breve, ho deciso di fare un film per fare conoscere agli Europei e agli stessi russi quella Russia che senti solo attraverso le leggende.

Quattro le semplici regole che seguo durante questa mia avventura in solitaria

  1. Non avere fretta
  2. Non usare mezzi propri, né aerei o treni. L’unico modo accettato per gli spostamenti è l’autostop
  3. Non dormire in luoghi in cui bisogna pagare
  4. Le regole sono state fatte per essere infrante.

Magadan fu creata nel 1939 per essere una prigione tout court e tale è rimasta. Le mancano solo le sbarre:  è una città di 100.000 abitanti, circondata  da una parte dall’oceano e dall’altra da un desolato territorio montagnoso; d’inverno ci sono in media 4 ore di luce e 35 gradi sottozero mentre d’estate piove quasi sempre  e mai si superano i 20 gradi.

Magadan non è Russia, Magadan è Magadan e sono gli stessi cittadini i primi a sottolinearlo. Mosca si fa vedere, mi dicono, soltanto quando c’è da incassare l’oro che nella regione dà lavoro all’60% della popolazione.

Qui si respira ancora aria sovietica: i giovani, tanto quanto gli anziani, rimpiangono i tempi passati. Magadan è un triste esempio di gloria decaduta. Una volta, mi dice un anziano, questa era la città modello: gli edifici erano tutti tenuti bene, le facciate colorate e le strade erano rifatte annualmente; oggi sembra la Stalingrado degli anni ’50 e, in effetti, mi rendo conto che non ha tutti i torti: gli intonaci degli edifici cadono a pezzi, le strade hanno buchi profondi 40cm persino nel centro della città.

Nonostante sia una delle regioni piu ricche della Russia, Magadan è oggi fondamentalmente un luogo di paradossi: si vive di credito ma tutti hanno suv o jeep di grosse dimensioni, tutti hanno uno smartphone ma una linea internet a 12kb per secondo. Una pizza costa intorno ai 20 Euro, un kg di mele 6 Euro, un litro di latte supera i 2 Euro, 1kg di cetrioli prodotti in loco 10 Euro, mentre quelli importati dalla Cina li trovi a 1,50 Euro. La pensione media è di 350 Euro mentre l’affitto medio di un appartamento di 50 mq è di 500 Euro. Una sera nel tentativo di cucinare una pasta che mi desse almeno l’illusione di un poco d’italianità, mi sono trovato costretto a ripiegare su un granchio oceanico di 4kg: il sugo di pomodoro proveniva dalla Cina, la pasta dall’Ukraina, la mozzarella dal Kazakistan… Insomma, questo è troppo!

Quasi tutti vanno all’università, la finiscono a 21anni, a 22 si  sposano, a 23 hanno un figlio e un lavoro, a 25 divorziano. Eppure la sensazione di aver a che fare con persone felici ti sfugge: mi sembrano tutte piuttosto convinte di credere che la loro qualità di vita sia alta.

Nessuno sembra interessarsi degli effetti sull’ambiente e sulle persone delle tonnellate di discariche a cielo aperto che ovunque si possono vedere e sentire: finché la giostra “oro-carbone” andrà avanti, saranno disposti a non “pensare” pur di avere un lavoro e denaro sufficiente per illudersi di avere una vita piena, felice ed un enore di vita sufficiente.

Tutto ciò potrebbe far pensare ad un territorio disumanizzato; in realtà in Russia, di umano, c’è molto. Solo che non si vede. Come dicono loro stessi, bisogna sedersi ad un tavolo, ascoltare le loro storie  aspettando che il  bicchiere si svuoti per assaporare la vera essenza dei Russi e, dopo qualche bicchiere di vodka, due cose me le hanno insegnate: per vivere a Magadan ci si è nati o si è scelto di considerare il denaro come unica ragione di vita.

Nonostante tutto, qui ho incontrato bellissime persone che mi hanno dato tanto, come Kiril e Sveta, i padroni del Leningrad che mi hanno portato su e giù per la città, hanno aperto il bar alle sei del mattino per farmi vedere Italia-Spagna, mi hanno fatto da taxi ogni giorno senza chiedere nulla in cambio ed invitato a dividere pranzi e cene con loro.

Magadan è un pugno nello stomaco, vero, però ti fa aprire gli occhi sul fatto che tutto possa essere relativo.

Dove si trova Magadan?

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