Canyon in Val di Non – Parte 1

C’è una valle in Trentino, dove il turismo rurale ed enogastronomico trovano la loro massima espressione, in cui la bellezza dei paesaggi e la ricchezza di storia, cultura e tradizioni non possono lasciare indifferenti, in cui l’ospitalità è calda, vera e ti invoglia a tornare più e più volte… Siamo in Val di Non e questa che vi racconto è la mia esperienza più che positiva in un angolo di Trentino, ai più conosciuto per il suo prodotto simbolo: la Mela della Val di Non D.O.P.

Un invito via mail, pochi attimi per pensare e poi vai di decisione d’impulso: “Si va in Trentino fra due settimane! – dico con entusiasmo a Domenico – Sei felice?” Lui mi guarda con stupore e mi dice: “Certo! Sono già lì!”
E infatti il salto temporale è stato breve, perché l’entusiasmo per la partenza ha consumato i tempi di attesa!

Partiamo venerdì sera in auto con Alessandra e Claudia, organizzatrici del blog trip #pomariavaldinon (che ringraziamo tanto per l’invito) oltre che piacevolissime compagne di viaggio. Dopo “qualche” oretta di strada, arriviamo a Cles, dove si trova il ristorante in cui ceneremo: l’Osteria Palazan. Qui assaggiamo gustosi piatti della tradizione enogastronomica nonese come gli gnochj de patate crue, panceta rostida,formai gratà, porro e poina n’fumjada e i bolliti misti con mele cotogne in agrodolce, peverada (salsa a base di burro, pan grattato, brodo e tanto pepe), salsa verde, senape e cren (salsa al rafano dal sapore forte e deciso).

Il tutto accompagnato dai vini del territorio: Trento Doc (il metodo classico che tutti conoscono e apprezzano), il Trentino Superiore Doc rosso (un taglio bordolese profondo e molto equilibrato) e poi una chicca che non conoscevo: un Trentino Superiore Doc Vendemmia Tardiva, un vino dolce prodotto da uve botritizzate e surmaturate in pianta, con sentori di albicocca secca e miele e in bocca molto avvolgente. Quest’ultimo vino è stato servito con lo Smorn del Kaiser, dolce che deve il suo nome a una storia legata al all’Imperatore Francesco Giuseppe, marito di Sissi.

Ma è il momento di andare a riposarci perché domani ci aspetta una giornata intensa. Pernottiamo nell’Agritur Primo Sole, struttura a conduzione familiare, semplice e accogliente, ma il suo vero punto di forza lo scopriamo l’indomani mattina: è la colazione ricca e gustosa a base di torte e biscotti della signora Maria e dell’immancabile succo di mela.

Dopo aver deliziato i nostri palati, partiamo in pullman per raggiungere il paesino di Fondo, da dove partirà la nostra escursione nel Canyon Rio Sass! Avete capito bene… ho detto proprio canyon! In Val di Non troverete infatti anche questo tipo di paesaggio, dove potrete vivere la sensazione di entrare nel “cuore della terra” grazie al lavoro millenario del fiume Rio Sass che ha scavato la roccia.

Per l’occasione indossiamo delle splendide cerate gialle e un casco antinfortunistico a scelta tra un rosso fuoco e un bel giallo canarino: opto per il secondo colore, per evitare l’effetto “grande puffo”. Così “bardati” iniziamo la nostra escursione accompagnati da Lorenzo, la nostra guida.

Passiamo attraverso stretti passaggi scavati nelle rocce impervie, ricoperte di muschi e licheni, e ammiriamo spettacolari cascate e insolite formazioni calcaree. La mia attenzione viene subito catturata da inquietanti macchie rosse sulle rocce: chiedo subito informazioni alla guida, si tratta della Rhodophyta ed è un’alga di origine marina. Tiro un sospiro di sollievo! Camminiamo su scalinate e passerelle e sotto di noi c’è il vuoto… Ed è meglio non guardare giù!Poi giochi di luci e ombre ci accompagnano fino alla nostra meta finale: si tratta una diga in tronchi costruita alla fine del 1700.

Ma è già ora di andar via e ci lasciamo alle spalle il Canyon Rio Sass per partire alla volta di Casez, paese dove si tiene la festa dedicata alla fine del raccolto delle mele: Pomaria.

Al nostro arrivo veniamo accolti da musica e profumini davvero invitanti  provenienti dagli stand enogastronomici. Ci guardiamo intorno: siamo arrivati nel regno delle mele… sono davvero ovunque!

Lo stomaco comincia a brontolare, così facciamo un giro rapido fra le bancarelle che invadono le stradine e le piazze di Casez, ripromettendoci di dare un’occhiata più approfondita dopo aver pranzato.

Mangiamo all’aperto in una delle isole gastronomiche di Pomaria, ma purtroppo il tempo non ci assiste, pioviggina e non riusciamo a goderci tranquillamente gli ottimi piatti della tradizione che abbiamo scelto: salsicce nostrane con polenta e finferli e grigliata di lucanica trentina, pancetta e polenta. Peccato!

Dopo pranzo ci disperdiamo tra la folla… ed entriamo nel vivo della festa!

Continua…

Dove si trova la Val di Non?


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