I templi rosa di Jaipur (India, 5a parte)

Dal momento che ci siamo innamorati di Pushkar, decidiamo di dedicargli ancora un’intera mattinata.

La prima cosa che facciamo è andare a visitare il tempio di Brama, unico tempio della città accessibile anche ai turisti che non siano di fede induista. Lo definirei più folkloristico che bello! Lasciamo poi scorrere il tempo abbandonati sui gradini soleggiati di una delle tante scalinate osservando il via vai di queste sponde.

Verso le 12 partiamo per la capitale del Rajastan, Jaipur, detta anche “la città rosa” per via del colore dominante delle mura dei suoi edifici. La raggiungiamo in circa tre ore di auto.

Ci troviamo all’improvviso rigettati nel caos della metropoli. L’albergo che abbiamo scelto a Jaipurn è l’Alsisar Haveli, un bellissimo palazzo adibito ad hotel dotato anche di una meravigliosa terrazza. Essendo molto vicini al centro città decidiamo di mollare gli zaini e avventurarci seguendo un percorso a piedi suggerito dalla Lonely Planet. Ci mettiamo un po’ più di due ore a percorrere tutto l’itinerario che ci permette di attraversare tutti i principali bazar  all’interno della cinta muraria della città.

Questo giro, nonostante sia stato molto interessante, si è verificato anche molto stancante per via dal traffico impazzito, della folla di gente riversata sui bordi delle strade, per i rumori dei clacson continui e snervanti, per tutti i commercianti che ti afferrano cercando di catturare l’attenzione. Abbiamo dedotto che, in una città come questa, essere un pedone non è poi così più semplice che essere un automobilista, poiché la difficoltà nel districarsi è quasi la stessa. Inoltre, il tasso percepibilmente elevato di smog rende il tutto ancora più difficoltoso. Torniamo all’hotel stremati ma subito ripagati dalla vista che ci regala la terrazza sulla quale si trova la nostra camera: centinaia di aquiloni colorati riempiono il cielo. Ci viene spiegato che i bambini di tutta la città si stanno preparando perché tra pochi giorni si celebrerà il “Kite Festival”.

Partenza alle 9 con il nostro driver per la visita al forte di Amber, poco fuori città. Facciamo però una prima tappa nel centro della città per vedere la facciata esterna dell’Hawa Mahal, un bellissimo palazzo costruito in arenaria rosa che a quest’ora del mattino è perfettamente illuminato dalla luce del sole.

In un quarto d’ora raggiungiamo i piedi della collina sulla quale si erge imponente l’Amber Fort. Si può scegliere se salire al forte con la jeep o a dorso dell’elefante e io, dopo qualche riluttanza iniziale, decido di fare l’esperienza a dorso dell’elefante. Durante il tragitto, che dura non più di 10 minuti, mi vengono i sensi di colpa perché temo che questi animali vengano trattati male. Sarà poi Anil ad attutire un po’ il mio malessere spiegandomi che, fino a cinque anni fa, non esisteva nessun regolamento, per cui gli elefanti andavano su e giù dalla collina tutto il giorno. Il fatto che questo irritasse molto gli elefanti e che ciò avesse anche comportato la morte di alcuni turisti, ha fortunatamente portato a stabilire un limite di quattro giri al giorno per ciascun elefante.

Il forte si rivela più bello fuori che dentro. Infatti, a parte alcune parti ancora ben conservate, il resto è tenuto molto male. La vista sulla muraglia è comunque impattante. La sorpresa è stata però arrivare nel cortile principale e scoprire che stavano girando un film di Bollywood, ovviamente scene di canti e danze, che solitamente compongono una grande percentuale dei minutaggi dei film. Dopo una sosta per il pranzo torniamo nel centro di Jaipur per la visita al City Palace e del Jantar Mantar, ovvero l’osservatorio astronomico. Decidiamo poi di spendere le ultime ore del pomeriggio in relax sulla terrazza dell’hotel, leggendo un libro e ammirando nuovamente lo spettacolo degli aquiloni.

Partenza da Jaipur alle 9 per raggiungere Agra. Lascio questa città pensando che non è sicuramente il posto che mi è piaciuto di più, ma mi ha comunque regalato emozioni forti e contrastanti. A metà strada ci fermiamo in un piccolo villaggio nel mezzo della campagna, Abhaneri, perché abbiamo letto sulla Lonely Planet che in questo luogo si trova un pozzo molto particolare. Questa visita supera ampiamente le nostre aspettative.

Si tratta di una struttura immensa e complessa, profonda 20 metri, le cui pareti sono composte da gradini che scendono a zig zag. Procediamo poi il nostro tragitto verso Agra, ma prima di raggiungere la nostra destinazione facciamo una tappa per la visita di Fatephur Skri, antica capitale, ormai disabitata, dell’impero Moghul. Gli edifici di arenaria rossa brillano alla luce del sole ormai in fase calante.

Camminiamo per due ore ammirando le bellezze di queste strutture, destreggiandoci tra gli ambulanti e i bambini, pronti a venderci ogni sorta di gadget per turisti. La sera raggiungiamo finalmente Agra e ci sistemiamo nell’hotel Trident, la cui posizione è molto strategica per la visita al Taj Mahal, ma che non consiglio a coloro che ricerchino “lo stile indiano” nel luogo in cui pernottare. Si tratta infatti di un pulitissimo e modernissimo hotel. Ma io ho altro a cui pensare stasera….domani sarà finalmente il grande giorno, quello in cui anche io visiterò il mitico Taj Mahal, riconosciuto come una delle meraviglie del mondo.

 

Continua…

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