Una piccola perla di eccellenze: Pieve di Cento, Bologna

Il 29 maggio 2012 è cambiato tutto.

Tra l’Emilia Romagna e la Lombardia una violenta scossa di terremoto ha cambiato le vite, e le città, di migliaia di persone. Nell’ambito del progetto Il Quadrilatero Unesco, che rientra nella campagna RiPartiamo Insieme…, un’ iniziativa per contribuire al rafforzamento del turismo nelle zone interessate dal terremoto dello scorso maggio, realizzata dal Ministero per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport insieme a Regione Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, siamo andati a toccare con mano qual è la situazione dopo cinque mesi a Pieve di Cento, piccolo comune nel bolognese.

Ebbene, le ferite sono ancora visibili ma la gente qui si è rimboccata le maniche e sta lavorando per andare avanti. La giunta (età media 35 anni!) ha nominato un sovrintendente che si occupasse di coordinare gli interventi e seguisse l’evoluzione della messa in sicurezza e la sistemazione degli edifici colpiti e, posso assicurarvi, che si sta lavorando molto e bene in questa direzione (anche grazie ai primi contributi che sono arrivati dalle donazioni via SMS pro-terremotati).

Incontriamo il giovane sindaco, il Dott. Sergio Maccagnani, che ci accompagna per le strade della sua Pieve raccontandoci di come erano quelle case, quei palazzi e quelle chiese che ora sono sostenute con impalcature di sicurezza.

Eppure camminando per quelle vie in cui si susseguono cartelli di botteghe artigiane, ristoranti e quant’altro la terra emiliana abbia da offrire, non mi sento in una città terremotata. Un gruppo di studenti sorridenti ci viene incontro e il Sindaco ci spiega che, pur essendo un piccolo comune, ospita il polo infermieristico dell’Università di Ferrara, che richiama giovani da tutta Italia. Inoltre le case colorate ed i cortili che ci sorprendono lungo la nostra passeggiata, danno l’impressione di un tranquillo paese della provincia, la cui quotidianità non è stata “scossa” d’improvviso.

Proseguendo, giungiamo nella piazza principale di Pieve, dove possiamo vedere la Chiesa di S. Maria Maggiore che custodiva il Cristo crocifisso, opera del XIV-XV secolo, considerata miracolosa e molto venerata in queste terre. Uso il passato perché ora quest’opera, così come l’Assunzione della Vergine di Guido Reni e altre, sono state traferite al Museo MAGI, in attesa che il loro luogo originario di esposizione e devozione venga ristrutturato.

La cultura e l’arte sono aspetti che, per un paese di circa 7000 abitanti, potrebbero non sembrare rilevanti. Eppure qui a Pieve le eccellenze non mancano e, soprattutto, non manca l’amore per il territorio e per ciò che esso offre: la buona cucina del Ristorante Buriani, per esempio: presidio Slow Food, annoverato tra i migliori secondo Gambero Rosso e accolto nei Jeunes Restauraturs d’Europe che, grazie alla forza di volontà della chef Alessandra Buriani e della sua famiglia, ha riaperto le porte in una nuova sede, nel tempo record di solo un mese dal sisma.

Nel centro storico, di impianto medievale ma di aspetto settecentesco, incontriamo le altre eccellenze artistiche e culturali di Pieve: le quattro porte di accesso alla città, due delle quali sono state convertite in spazi culturali (il Centro di documentazione sulla lavorazione della Canapa e la Scuola di Liuteria), la Rocca ed il Teatro Comunale, che però sono stati danneggiati dal sisma e sono temporaneamente chiusi, la Pinacoteca Civica, che raccoglie opere di arte antica e collezioni del ‘900.

E chi se lo aspettava che un piccolo centro fosse così culturalmente ricco e, soprattutto, attento?

Fiore all’occhiello è il Museo MAGI fondato da Giulio Bargellini, pievese DOC, imprenditore e mecenate che nel 2000 inaugura il Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 G. Bargellini, oggi MAGI’900 – Museo delle Eccellenze.

Il progetto è di un Museo come work in progress, che si articola tra due blocchi di quattro piani ciascuno su un’ area di oltre 7000 m2, con un ristorante bar, sale per conferenze e dibattiti, book shop e sale destinate alla collezione permanente e alle mostre temporanee.

Il fatto che sia un museo privato, il primo in assoluto in italia, permetta una eclettica ed interessante varietà di opere, legate al gusto del collezionista: possiamo così trovare opere di Hirst, Modigliani, Balla, Sironi e Severini accanto alla collezione di arte africana, fortemente voluta dal sig. Bargellini, innamorato del Continente Nero.

Insomma, Pieve di Cento è una piccola e preziosa perla che, a soli 40 minuti da Bologna, vale sicuramente la pena visitare!

Dove si trova Pieve di Cento?

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