La cupola di Firenze e il segreto di Brunelleschi

Visitare Firenze equivale a un tuffo in una conca culturale senza pari al mondo. Culla del rinascimento, patria di artisti e scienziati, mecenati e papi, il capoluogo fiorentino offre innumerevoli approcci per esplorare l’epoca più ricca e prolifica della cultura classica italiana.

Uno dei suoi tesori più eccezionali è anche il custode di un segreto ancora oggi oggetto di teorie e speculazioni, nonché il capolavoro di uno dei più grandi architetti della storia: si tratta della cupola di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, progettata da Filippo Brunelleschi e costruita tra il 1420 e il 1436.

Si tratta della più grande cupola in muratura mai costruita, con una diagonale interna di 45 metri ed esterna di 54. Pare che lo stesso Michelangelo Buonarroti, prima di cominciare la costruzione della cupola di San Pietro, si sia rivolto al Cupolone – come lo chiamano i fiorentini – e con un misto di sfida e di ammirazione abbia detto: “Io farò la sorella, più grande già, ma non più bella.” Una sfida fallita, dal momento che la sua cupola misura all’interno “solo” 41 metri di diametro.

Le dimensioni della cupola di Brunelleschi non permettevano l’impiego dei tradizionali metodi costruttivi, e ad oggi le ipotesi sulla tecnica adoperata sono ancora molteplici e contrastanti. D’altra parte Filippo Brunelleschi è il padre della prospettiva, maestro dell’illusione e delle apparenze, e secondo la fama con cui è ricordato a Firenze anche delle burle, essendo noto per avere avuto un senso dell’umorismo un po’ perverso.

Un suo tiro mancino ai danni di un povero ebanista di nome Grasso venne celebrato persino in un racconto di grande successo, la Novella del Grasso legnaiuolo: tramite una serie di testimonianze preparate ad arte, Filippo fece credere al povero artigiano di essere un’altra persona, un mascalzone di nome Marco, e lo convinse al punto tale che Grasso scappò dalla città.

Con la sua cupola pare che Brunelleschi ci abbia giocati un’altra volta. La cupola ottagonale a facce piane, costruita senza centine (opera provvisionale usata come appoggio in architettura ed edilizia) e con le malte a presa lenta dell’epoca non si sarebbe dovuta reggere.

Una delle spiegazioni più ampiamente accettate è stata espressa dal professore Salvatore Di Pasquale (già preside della Facoltà di Architettura di Firenze) che, durante la rimozione delle tegole da uno dei settori della cupola per lavori di restauro, notò come i letti di posa dei mattoni non erano affatto orizzontali, ma seguivano una curva aperta verso l’alto, detta “a corda blanda”. Questo fatto lo ha indotto a esaminare la disposizione dei mattoni, le cui facce non sono parallele, ma sistemate lungo rette originate da un punto situato al centro dell’ottagono di base della cupola. Per capirci, i mattoni a spina di pesce servivano per misurare la costruzione della cupola di rotazione, che aveva lo scopo di sorreggere la struttura durante la costruzione fino a quando non fosse stata chiusa in chiave evitando così l’utilizzo di immense centine.

Questa è solo una delle tante meraviglie permeate di mistero che la città ha da offrire. Che si tratti della gita di qualche giorno, o una settimana, o un mese, la città accoglie sempre in un caldo abbraccio i suoi visitatori, che possono avvalersi di una delle innumerevoli strutture ricettive presenti. Chi invece cercasse una soluzione più autonoma e personale, può affittare un appartamento a Firenze vicino al Duomo scegliendo tra quelli proposti da Go with Oh, azienda iberica che da qualche tempo propone soluzioni abitative per turisti in dieci diverse città europee.

2 commenti su “La cupola di Firenze e il segreto di Brunelleschi”

  1. Forse è il caso di dedicare un post più approfondito alla cupola di Brunelleschi, che ha una storia costruttiva così affascinante!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.