Riproviamo con la sveglia delle 5 nella speranza che questa mattina il tempo sia clemente e ci consenta di fare l’escursione a sud dell’isola per vedere i delfini. Anche stanotte ha piovuto e quando ci alziamo il cielo è tutto coperto. Decidiamo comunque di partire e in 40 minuti di auto raggiungiamo il punto d’imbarco.
Il freddo è pungente, tanto che abbiamo più strati di maglie, e cade anche una leggera pioggerellina. Ci imbarchiamo insieme ad altri 2 ragazzi su una piccola imbarcazione in legno armati di pinne e maschera. Navighiamo per circa 10 minuti quando avvistiamo i primi delfini. Il ragazzo che guida la barca si avvicina a loro e poi inizia a urlare che dobbiamo buttarci subito in acqua per non perdere l’attimo. Ci svestiamo frettolosamente lanciando sulla barca i diversi strati che abbiamo addosso e, con una bella dose di coraggio, ci tuffiamo in acqua, che per fortuna non è ghiacciata. Io mi ritrovo subito 3 delfini che mi passano a fianco ma appena provo a respirare con il boccaglio mi rendo conto che non funziona e bevo molta acqua. Provo ad inseguire i delfini ma il mare molto mosso e l’inutilizzabilità della mia maschera rendono la missione troppo complicata.
Con l’aiuto di Andrea risalgo sulla barca che riparte fulminea alla rincorsa dei delfini. Io decido che me li godrò dalla barca, e così fa anche l’altra ragazza. L’azione di tuffo in acqua, rincorsa del delfino e risalita rapida sulla barca è un po’ troppo trafelata per i miei gusti. Di per sé l’escursione merita anche perché vedere i delfini è sempre uno spettacolo per cui vale la pena. Forse è il modo in cui è organizzata che lascia un po’ a desiderare.
Dopo circa 40 minuti di scorribande in acqua torniamo sulla spiaggia, dove il nostro driver ci aspetta per riportarci alla nostra struttura dove ci godremo una meritatissima colazione. Il resto della giornata, che è un continuo susseguirsi di sole e pioggia, lo passiamo in tutta tranquillità nella nostra struttura, concedendoci una breve passeggiata verso una lunga lingua di sabbia che, con la bassa marea, si è formata vicino alla nostra spiaggia. Qui il paesaggio ci regala di nuovo una cartolina indimenticabile: arrivo a contare 5 tonalità diverse di blu dell’acqua! Riflettiamo sul fatto che sarà veramente difficile domani lasciare questo posto. Ceniamo al ristorante di fronte alla spiaggia e poi prepariamo i bagagli.
Ultima colazione vista mare. Alle 9.30 lasciamo la camera, ma l’autista che avevamo ingaggiato 2 giorni prima non si presenta all’appuntamento. Chiedo aiuto ai ragazzi del bar e uno di loro, in 10 minuti, ci trova un altro taxi che per 50.000 tzs ci riporta a Stone Town. Ci rechiamo al porto dove andiamo direttamente ad acquistare i biglietti per il traghetto che nel pomeriggio ci riporterà a Dar Es Salaam. Scegliamo la compagnia Kilimangiaro che ci è stata caldamente suggerita da più persone in quanto considerata più affidabile delle altre.
Il porto è un caos di persone che cercano di trascinarti verso i box delle diverse compagnie di traghetti e per riuscire a districarmi devo arrivare a trattarli male per far capire loro che ho già le idee chiare su dove andare. Per l’acquisto del biglietto optiamo per la 2° classe al costo di 58.000 tzs a testa, scelta che si rivelerà indovinata dal momento che, come all’andata, una volta sulla barca tutti vanno dappertutto e nessuno passa a controllare i biglietti. Lasciamo il porto perché il nostro traghetto, l’ultimo del pomeriggio, salperà alle 15.30 quindi abbiamo qualche oretta per fare ancora un giro. Ci rechiamo al Warere, l’hotel dove abbiamo dormito la prima notte qui a Zanzibar. Qui ritroviamo Giorgio, il gentilissimo ragazzo italiano che gestisce la struttura, il quale ci permette di lasciare i bagagli così da poter fare ancora un giro per la città liberi dal fastidioso fardello.
Facciamo qualche piccolo acquisto nei negozi situati nella parte vecchia della città e ci perdiamo di nuovo tra le tortuose vie. Dopo circa 2 ore torniamo a recuperare i nostri zaini così da essere alle 14 al porto. Consiglio vivamente di fare come abbiamo fatto noi, ovvero di recarsi al porto almeno un’ora e mezza prima così da essere i primi ad imbarcarsi e avere la sicurezza di trovare posto a sedere perché i biglietti venduti sono sempre in numero maggiore dei posti a sedere disponibili. Facciamo questo viaggio di ritorno molto più ammassati rispetto all’andata ma il traghetto è decisamente più veloce, tanto che in 2 ore raggiungiamo il porto di Dar.
Qui prendiamo un taxi che con 7.000 tzs ci riporta allo stesso hotel in cui abbiamo dormito la notte del nostro arrivo, il Keys Hotel nel quale paghiamo la stanza 25.000 tzs. Di questo posto posso riconfermare la gentilezza del personale ma purtroppo devo peggiorare il mio giudizio in merito alla camera: questa volta la pulizia era più scarsa e c’erano parecchi scarafaggi sul pavimento. Certo va sempre tutto proporzionato al bassissimo prezzo pagato per il soggiorno. Con nostra grande sorpresa scopriamo però che il keys ha un ristorante interno nel quale ceniamo molto bene ad un prezzo molto più contenuto rispetto alle cene di Zanzibar. Durante la cena, che consumiamo in un grosso stanzone molto simile ad una mensa, abbiamo la possibilità di scambiare 2 chiacchiere con due ragazzi provenienti dallo Zambia che ci raccontano essere arrivati in Tanzania con un viaggio in auto durato 2 giorni. Terminata la cena proviamo a metterci subito a letto per sfruttare le pochissime ore di sonno che abbiamo: all’una e mezza di notte dovremo prendere il taxi per l’aeroporto.
Con grande fatica ci alziamo all’una e all’una e mezza prendiamo il taxi per l’aeroporto (25.000tzs). A quest’ora raggiungiamo la meta molto velocemente e ci tocca aspettare un po’ prima che apra il check in del nostro volo che parte alle 4.40 in direzione Nairobi. Da Nairobi partiamo alle 8 in direzione Amsterdam dove ci tocca attendere per circa 4 ore la coincidenza per Milano. Alle 22 giungiamo finalmente a destinazione.
CONCLUSIONI
La bellezza di questo viaggio nasce principalmente dal fatto che ha ampiamente superato le mie aspettative. Abituata a viaggi più itineranti mi preoccupava il fatto che 15 giorni interamente trascorsi su questa piccola isola potessero risultare troppi. Invece Zanzibar è un posto pieno di attrattive e meraviglie naturali e il tempo trascorso qui vola anche troppo rapidamente. Una popolazione disponibile e solare e i meravigliosi volti delle centinaia di bambini incontrati, hanno fatto da perfetta cornice alle nostre giornate. Un viaggio per tutti, per chi ama spostarsi e per chi cerca il relax. Sicuramente un viaggio per chi ama trovarsi incantato di fronte all’oceano.
Articoli precedenti del viaggio a Zanzibar

Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.