Sulle orme dei pellegrini a Caravaca de la Cruz

E’ stato durante il nostro tour on the road di quest’estate nel sud della Spagna che ci siamo imbattuti in Caravaca de la Cruz, località spagnola circondata da secche campagne nelle dolci distese della regione della Murcia. Un luogo improntato sulla fede che sembra molto distante dalle città circostanti e dalla frizzante Costa Brava.

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Conosciuto ai fedeli per essere il punto d’arrivo del Camino de la Vera Cruz, Caravaca è un comune che conta circa 26.000 abitanti e si espande ai piedi della collina sulla quale sorge il vecchio castello medievale. Il Camino de la Vera Cruz è un itinerario di pellegrinaggio che inizia dai Pirenei navarri, a San Jean de Pie e prosegue in parallelo con il Cammino di Santiago fino a Puente La Reina, località presso cui si separa per scendere verso sud. Toccando 29 tappe e 67 comuni giunge infine nel cuore della Murcia.

Terra devota e ricca di santuari, ospita all’interno delle mura il più importante, il Santuario de la Santisima y Vera Cruz. Ne avevamo sentito parlare e avevamo sentito la storia secondo cui la Vera Cruz sarebbe stata portata dal cielo direttamente dagli angeli e conterrebbe un frammento della croce del Cristo. Pare infatti che gli abitanti, dopo la conquista da parte dei musulmani, dovessero essere giustiziati come infedeli. Il sultano, incuriosito dalle pratiche eretiche in vigore, chiese al parroco di assistere ad una celebrazione e fu proprio in quel momento che gli angeli entrarono da una vetrata portando in dono la croce. Stupito e pervaso dalla fede cristiana il sultano concesse la grazia al popolo e portò i propri seguaci alla conversione religiosa. Una storia più concreta vuole invece che il frammento l’abbiano portato i templari e i pellegrini che si recavano a Caravaca in adorazione avrebbero costituito questo percorso di 800 chilometri.

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Il santuario fu edificato tra il seicento e il settecento,  e successivamente fu ampliato ed arricchito ulteriormente. La facciata è interamente rivestita di marmo e una grande scalinata permette di accedere alle mura dal cortile interno. Da qui si può vedere tutto il panorama circostante, sul quale veglia Vera Cruz che svetta in cima ad un torrione.

Il piazzale non presenta particolari attrattive, sembra quasi una grande piazza per celebrare le funzioni. L’interno della chiesa infonde un senso di mistico raccoglimento, a cui fa da sottofondo il diffuso canto dei monaci e la luce soffusa e tremante per le candele. Abbiamo osservato le cappelle nelle navate laterali e ci siamo soffermati di fronte all’altare maggiore, dove abbiamo acceso qualche lumino e abbiamo lasciato una piccola offerta.

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La quiete è stata spezzata da tre visitatori spagnoli che hanno varcato il portone tra risa e schiamazzi, proprio mentre scoprivamo uno sportello elettronico a cui è possibile richiedere il “Certificato del Pellegrino”, timbrato e firmato dal ‘Fratello Maggiore’ della Confraternita in seguito a una piccola donazione di due euro. Ancora una volta, fede e modernità si incontrano in un insolito abbraccio…

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