Un cuoco in bicicletta per i pozzi in Africa

Andrea Campanella è un ragazzo che ama viaggiare. Questo ora lo sa con certezza, ma per convincersi a tuffarsi a pieni polmoni nella sua passione ha prima affrontato qualche vicessitudine. Cambiamenti continui, molti lavori, un po’ di psicanalisi – “lei un po’ pazzo lo è ed ha bisogno di accrescere la sua autostima” – ha raggiunto il ragguardevole risultato di farsi assumere per la quinta volta dalla stessa azienda, per poi licenziarsi per la sesta volta e riprendere il suo girovagare. Questa volta con un obiettivo in più: raccogliere fondi per una piccola organizzazione umanitaria, la ICIO Onlus, che da anni si impegna per scavare pozzi in Africa con cui sostenere i bisogni della popolazione locale. Così Andrea si mette in sella – letteralmente – e inizia ad attraversare l’Europa: sei mesi in bicicletta, diecimila chilometri, sei diverse nazioni… Andrea arriva fino in Marocco, e intanto organizza eventi in cui si presta come cuoco (rigorosamente vegano), disegna, parla e fa parlare di sé, arrivando a raccogliere fondi sufficienti a scavare ben due pozzi e raccontanto tutto nel suo emozionante blog.

Come mai hai scelto proprio la bici? Eri già un appassionato da prima?

Tra le varie motivazioni che potrei darti sicuro quella che ha inciso maggiormente é quella economica, ma non avrebbe avuto senso in nessun altro mezzo, visto che a piedi mi sembrava un po’ troppo. Da giovane ho praticato ciclismo, ma non a livello agonistico.

Come raccoglievi i soldi che ti erano necessari e come hai trovato i vari sostenitori che ti hanno aiutato nel tuo progetto?

La fase iniziale del mio progetto, quella che comprendeva la ricerca del partner che spendesse i soldi che riesco a ricavare dalla raccolta, non é stata semplice. Sembra strano, ma trovare i sostenitori é stato più semplice, anche perché molti dei pochi soldi che ho speso li ho raccolti con cene d’autofinanziamento e perciò con il mio lavoro come cuoco. Il resto svolgendo delle piccole recensioni, per la maggior parte per conoscenti ed amici che hanno un attività. Per il materiale da campeggio mi ha gentilmente aiutato un negozio specializzato di Vicenza: Andrea, il titolare che io non conoscevo, mi ha accolto e supportato in tutto non solo con il materiale tecnico ma anche con un gran sostegno morale.

Qual è il paese più biker-friendly tra quelli che hai attraversato?

Dico prima quelli meno: Italia e Spagna. In Francia ci sono ciclabili che ti separano dal mondo delle automobili anche per più giorni. In Olanda ci sono dei cestini a forma di cesto da basket, tipo trenta centimetri di diametro, per far centro con l’immondizia continuando a pedalare. Per chi ama la fatica e le viste mozzafiato le falesie Francesi sono il massimo. Anche in Liguria si possono percorrere diversi chilometri in riva al mare attraverso la vecchia ferriera. Ma senza dubbio vince il premio sicurezza l’Olanda.

Un cuoco vegetariano non si vede certo tutti i giorni: qualcuno si è mai domandato dove fosse la carne a cui tutta quella insalata faceva da contorno?

In Costa Azzurra sono stato ospitato da due simpatiche persone, marito e moglie. Dopo aver dichiarato d’essere vegetariano e dopo svariati chilometri d’auto per raggiungere un ristorante appositamente selezionato in mio onore, mi sono trovato al cospetto di bufalo grill! Quando sono ospite mangio ciò che mi offrono… ma nei due giorni seguenti ho forato 6-7 volte. Che sia stato il karma?

C’è stato un momento in cui hai veramente sentito la mancanza di qualcosa, perché non hai potuto o voluto portartela o perché dove ti trovavi non ce n’era?

Qualche volta la carta igienica…

Nel 2013 inizia un nuovo progetto: di che si tratta?

Ora sono alle prese con il mio cronico ritardo! Sto restaurando una bici da corsa d’epoca fine anni settanta che sostituirà la mia da trekking prematuramente scomparsa a Tarifa. Agli inizi di marzo ripartirò sempre con lo stesso stile percorrendo il bel paese alla ricerca delle sinergie che ci permettano di continuare a scavare pozzi in Kenia. Per far si che cio avvenga sto organizzando cene, posso farne una anche a casa tua, anche da te, se non ci sono problemi anche da voi, offerta libera, cibo esclusivamente vegano così non si litiga e ci si fa del bene facendo del bene, ovviamente la cucina la pulisco io. Oltre a questo ricerco artisti che donino un autoproduzione che poi io cercherò di vendere per far si che si trasformi in acqua. Dimenticavo, dopo cena se vuoi ti vendo una maglietta PazzodaViaggiare, forse preferisci una spilletta? Ad ogni caso tutto il ricavato delle varie attività va alla ICIO ONLUS.

4 commenti su “Un cuoco in bicicletta per i pozzi in Africa”

  1. Ciao, ho letto le tue imprese, mi sei piaciuto. Ho 34 anni e quando ho potuto ho sempre viaggiato, quanti lavori ho cambiato per partire e viaggiare, questa estate ho attraversato il portogallo a piedi, autostop e sacco a pelo, ora sono a londra da un mese per migliorare l’inglese. Mi piacerebbe poter contribuire alle tue imprese se dovessi averne bisogno. Proponi 🙂

  2. Grazie Eletrotter e ALessandro per il vostro interessamento. Se volete saperne di più su Andrea e le sue imprese – o magari mettervi in contatto con lui – date un’occhiata al suo interressante blog pazzodaviaggiare.com.

  3. Bravo Andrea, bellissima (e coraggiosa) iniziativa. E poi una mia amica ha apprezzato molto le foto a corredo del post 😉

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