Eravamo infreddoliti, tremanti e sconcertati. Era impossibile non intravedere nello sguardo del vicino l’inequivocabile espressione che rimandava a un’unica domanda: “Come hanno fatto a trascinarmi fin qua?!”
In effetti erano le sei del mattino, eravamo a 2125 metri di altezza, chi aveva avuto la fortuna di dormire non lo aveva fatto per molto e il vento del mattino ci sferzava tagliente mani e orecchie. Poi i colori hanno cominciato a colpire le cime delle Dolomiti e noi, incantati da un simile spettacolo, abbiamo trovato la risposta che cercavamo.
Così è cominciato il nostro fine settimana sul Comprensorio della Paganella, tra le Dolomiti di Brenta in provincia di Trento. Anzi, a dire il vero era già cominciato la sera prima, a tavola, al caldo, deliziati dalla tradizione gastronomica trentina – carne salata, canederli e costolette, non so se mi spiego – oppure il pomeriggio precedente, quando siamo arrivati a Molveno, “preziosa perla in più prezioso scrigno”, sull’omonimo lago che al tramonto già annunciava che sarebbe stato un fine settimana da non dimenticare.
Perciò eravamo lì all’alba, sulla cima della Paganella. Colazione e poi via, sugli sci fino all’ora di pranzo. Non che sia il solo modo per godere del fascino di questa località. Le offerte del Comprensorio ci hanno stupiti sia nella loro varietà che per la qualità del servizio offerto. Il tempo non consente la discesa in parapendio da Cima Paganella? Nessun problema, Max era pronto ad aspettarci con i suoi husky per farci fare un giro in slitta: una sensazione incredibile, me li sarei portati tutti a casa… chissà se si può omologare la slitta per il traffico cittadino?
E ancora: cena in baita? Pronti con la slitta trainata dai cavalli! Non che rimpiangessi il riscaldamento e l’autoradio, ma se alla guida dei cavalli c’è Gigi in vena di cantare il repertorio di Laura Pausini a squarciagola la prossima volta mi porto le cuffie. L’unica attività non prevista dal nostro programma era dormire, infatti anche di domenica, svegli e pimpanti per visitare il parco faunistico di Spormaggiore, dimora dell’orso più anziano d’Europa e di tre splendide lupe.
Un fine settimana intenso, insomma, ma anche molto remunerativo. Voi che ne pensate?
Il legame che istantaneamente si crea tra l’uomo e l’animale attraverso questa attività non può essere espresso a parole.
Il parco di Spormaggiore ospita tre lupe: Sissi, Luna e Vanessa.
Apicoltura… miele. Chiaro, no?
Molveno, in provincia di Trento, è nelle parole del poeta Fogazzaro “preziosa perla in prezioso scrigno”.
Per andare a cena alla Tana dell’Ermellino – in località Priori di Cavedago – niente di meglio di una slitta trainata dai cavalli.
Da un’apposita cabina riparata i visitatori possono attendere che le tre lupe del parco facciano la loro comparsa.
La valle si estende lontana, vista della cima delle Dolomiti.
La Casa Parco e Area Faunistica di Spormaggiore vanta, tra i vari ospiti, l’orso bruno che con i suoi 46 anni è il più anziano d’Europa.
L’alba sulle Dolomiti.
Il parco di Spormaggiore è dedicato alle specie carnivore delle dolomiti, tra cui orsi, lupi, gufi reali e gatti selvatici. Una piccola fattoria sotto la neve, però, è pur sempre una visione suggestiva…
Il primo timido sole sulle Dolomiti di Brenta.
Aprono le piste e arrivano i primi sciatori.
La sera Molveno diventa un’allegra raccolta di luci, colori e profumi invitanti.
Mirco Pomarolli, sindaco di Spormaggiore e direttore del parco faunistico.
All’interno del Rifugio la Roda, sulla cima della Paganella.
La splendida cornice del lago di Molveno.
L’Apicoltura Castel Belfort produce e vende una vasta gamma di prodotti derivanti dal lavoro delle api.
Sulle piste della Paganella ancor prima che sorga il sole.
Dolce e sublime come un ritratto, la Paganella incanta e seduce i suoi visitatori in ogni momento.
L’alba si avvicina e i fotogafi vanno in cerca di scatti indimenticabili.
Non solo sci: tra le varie attività offerte dal Comprensorio della Paganella anche lo sleddog con i siberian husky del Centro Sleddog di Andalo.
A 2125 metri il freddo è tagliente, ma per uno scatto simile lo si affronta volentieri.
Castel Belfort, la cui costruzione cominciò probabilmente nel 1311, domina la città di Spormaggiore dalla cima della sua collina.
Una volta l’anno le piste della paganella aprono i loro impianti per consentire agli scitori di godere di un panorama indescrivibile al sorgere del sole.
Sulla cima della Paganella, a 2125 metri di altitudine, il Rifugio la Roda offre riparo e accoglienza.
Difficile concentrarsi solo sullo sport con la cornice offerta dalle Dolomiti di Brenta.
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