Viaggio in Tunisia: il fascino del deserto e di una cultura millenaria (seconda parte)

3 gennaio: visita della medina di Tunisi.

Fate attenzione! Niente di particolare rispetto ad altre medine, soltanto che specie la sera girano facce poco raccomandabili, quindi se volete visitarla, fatelo al mattino.

Il suq, vale a dire la zona del mercato, è notevolmente suggestiva, ma la mercanzia è banale. Il tutto infatti è esposto quasi a completo uso e consumo della peggior specie di turisti, quelli della vacanza “mordi e fuggi”, liberati per l’occasione per poche ore dalle navi o dai pulmini in transito e puntualmente colti dalla irrefrenabile smania di portare con sé un ricordo, non importa quanto kitsch, della passeggiata nella capitale tunisina.

medina

In un’affascinante cornice di antichi mercati coperti, dove la luce del sole a stento riesce a filtrare fra stuoie tese e gli angusti vicoli, si susseguono negozi di souvenir dove gli oggetti artigianali di qualità sono messi in ombra da T-shirt e cammelli di pezza. Nemmeno i celeberrimi fez vengono più prodotti nelle botteghe della medina, bensì lavorati industrialmente alle porte della città. E il mercato alimentare, con tutto il suo corredo di spezie profumate, è sempre più contratto nella sua estensione, posto in competizione con anonimi discount sorti come funghi fuori dalle mura, nella cosiddetta Ville Nouvelle. Il mercante, dal canto suo, abbandonata del tutto l’antica arte della contrattazione, si limita di solito ad osservare distratto il viavai delle persone, impegnandosi solo nel condividere una tazza di tè con il vicino od il dirimpettaio.

Si ha insomma la sensazione di ritrovarsi di fronte ad una sfarzosa ed antica scatola, il cui contenuto però non è all’altezza delle emozioni promesse e sperate. Ci compriamo il solito kebab per pranzo e nel pomeriggio trasferimento a Sousse.

4 gennaio: Sousse, la terza città della Tunisia.

La vita in inverno in questa città ruota quasi tutta attorno alla medina con il suo labirinto di vicoli lastricati dove si trovano numerosi monumenti storici e religiosi. Dopo una lunga colazione con tè alla menta, croissant e spremuta di arancia, iniziamo la nostra visita di Sousse dal Ribat, che è il più antico monumento della città. Dopo un migliaio di foto – dalla cima delle torre di avvistamento il panorama è davvero notevole! – decidiamo di fare una visita veloce alla grande moschea.

Moschea di Sousse - Tunisia

Non è ancora ora di pranzo e in 45 minuti di treno raggiungiamo Monastir. Si arriva al Ribat affacciato sul mare, molto suggestivo ma decidiamo di non visitarlo all’interno – la mattina avevamo visto quello di Sousse – e ci concediamo in alternativa una passeggiata ed altre 1000 foto sulla spiaggia sottostante. L’aria frizzante del mare stimola l’appetito e dopo l’immancabile kebab da passeggio ci accomodiamo ad un caffè all’aperto sulla passeggiata. Prima che diventi buio prendiamo il treno e torniamo a Sousse… domani sarà una giornata impegnativa.

5 gennaio: tour guidato.

Appuntamento con la guida nella piazza di Sousse, ci organizziamo e decidiamo che la prima sosta sarà la città di El Jem. Qui c’è il più spettacolare monumento costruito dai romani in Africa: l’anfiteatro più grande al mondo. Molto ben conservato, attraversando i sotterranei e uscendo nell’arena pareva quasi di dover incontrare i gladiatori. Inoltre si narra che El Jem sia stato il luogo dell’ultima eroica resistenza berbera all’invasione araba nel VII secolo, guidata dalla regina Kahina.

El Jem

Riprendiamo la strada verso sud. All’inizio attraversiamo distese di ulivi verdeggianti, poi il paesaggio gradualmente cambia e per ora di pranzo siamo a Matmata tra colline e canaloni color ocra dove si nascondono le tipiche case trogloditiche scavate nella roccia. Ci fermiamo a mangiare in una di queste case trasformata in albergo. La nostra guida ha prenotato per noi un pranzo tipico: dopo l’immancabile antipasto a base di olive e harissa (salsa piccante tunisina), minestra di orzo, cous cous di agnello e verdure, frutta fresca (arance, mandarini e datteri) e dolci tunisini.

Belli sazi visitiamo l’Hotel Sidi Driss che è stato il set per gli interni della casa di Luke Skywalker nel primo film della saga. Queste abitazioni nascoste, fatte di più cortili comunicanti e di camere scavate nella roccia, sono belle e particolari e non stupisce che siano state scelte come case di un pianeta molto lontano.

Dopo pranzo imbocchiamo la strada sulla pipeline, gli ultimi 80 chilometri di rettilineo per raggiungere l’avamposto nel deserto. La terra è brulla e sono liberi al pascolo molti dromedari. Arriviamo a Ksar Ghilane giusto in tempo per fotografare il tramonto nel deserto. Poco dopo le nove di sera viene spento il generatore che è stato acceso al tramonto. Tutti a letto in tenda, ben attrezzati per resistere al freddo notturno, il gran freddo del deserto che è da provare, da vivere tutti imbacuccati sotto le coperte, le parti del corpo che si ghiacciano immancabilmente. Appena sorge il sole, la temperatura torna a livelli accettabili.

(Continua…)

Leggi la prima parte.

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