Visita a Gerasa, splendore romano in terra giordana

Dalle imponenti rovine della città di Jerash si intuisce senza sforzo la sua antica maestosità. Preservata nel lento declino dal sovrapporsi di granelli di sabbia, le colonne che svettano da templi, teatri e strade raccontano una storia vecchia di oltre 6500 anni, quando su questa terra prese vita il primo insediamento umano. Età del bronzo e del ferro, greci, nabatei, romani, bizantini, arabi e crociati hanno lasciato traccia del loro passaggio, costruendo o distruggendo, ma sempre dando testimonianza ininterrotta di vita.

Situata a nord-ovest della Giordania, ad alcune decine di chilometri dalla capitale Amman, l’antica Gerasa continua a vivere oggi su un’altura e osserva senza invidia la sua parte moderna. Una barriera di alte mura difensive la separano dal mondo e si interrompono solo quando incontrano il fiume Wadi Jerash, barriera naturale e strada commerciale.

Tinta dalla terra stessa, ne pare una naturale propaggine e tutto il marmo e il granito che adornavano i palazzi e i templi sono solo briciole del passato splendore. Camminando tra colonnati e strade ancora lastricate, templi pagani e chiese cristiano-ortodosse, piazze e resti di fontane, aleggia la gloria di colonia romana. Si stima che raggiunse i ventimila abitanti nel suo periodo d’oro, quando anche l’imperatore Adriano vi soggiornò nel corso di uno dei suoi viaggi e in onore del quale venne edificato il grande Arco di Trionfo.

Porta elettiva, ma mai effettiva, questa imponente struttura introduceva alla città da sud, dove si svolgeva la vivace vita commerciale nel foro ellittico. Luogo di incontri, dibattiti e scambi, nell’evidente avvallamento del suolo si ergono imponenti le 56 colonne  e le pietre di calcare del pavimento aumentano di dimensione dal centro alla circonferenza. Dal Tempio di Giove, i cui resti sono sopravvissuti ad un violento terremoto, si poteva così ammirare un ricercato effetto ottico.

Sempre accanto alla porta sud, nell’ippodromo corrono le bighe in scenografiche competizioni tra le urla incitanti del pubblico: sono le rappresentazioni in costume degli eventi passati che qui si svolgevano, insieme alle gare di atletica, per il divertimento della popolazione. Spettacoli eclatanti, come quelli ospitati nel Teatro Meridionale con oltre 3000 posti e dall’acustica notevole, che permette davvero di udire fin sull’ultimo spalto l’attore al centro del palco senza che questi alzi la voce.

Costruita con tecniche all’avanguardia, grazie alla sua posizione importante nel crocevia di merci e gente Jerash fu una città dal classico impianto romano, con due vie decumane ad attraversare il Cardo Massimo: 800 metri di strada collegano il Foro alla porta nord, e i passi moderni poggiano dove nei secoli andarono quegli stessi degli avi, come dimostrano i solchi scavati nella pietra dal passaggio dei carri. Cinquecento colonne di altezza diversa costeggiano i lati e, seppure non esistano più le abitazioni che vi si affacciavano, il colpo d’occhio è comunque emozionante.

Il sovrapporsi di due culture e stili dominanti, quella occidentale e quella mediorientale, narra le molte esistenze di questa città, che vide splendore e declino alternarsi: tre chiese bizantine, oggi in rovina, sono quindi la testimonianza evidente della sua svolta intellettuale, sociale e civile che aprì la strada al dominio arabo e alle crociate. Guardarsi attorno, in questo spazio che molte antichità custodisce ancora sotto un corposo strato di sedimento compatto, è come compiere un piccolo grande viaggio nel tempo e nella storia.

Dove si trova Gerasa?


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