I sapori delle antiche vie del sale tra Piemonte e Liguria

Quando si parla di vie del sale si intendono tutti quei percorsi di commercio utilizzati per lo scambio di beni di prima necessità, primo tra tutti ovviamente il sale, che dalla Liguria veniva trasportato in direzione della Pianura Padana. Alcune di queste vie univano la costa ligure alle colline e alle montagne piemontesi. Questo spiega per esempio perché uno dei piatti tipici del Piemonte, la bagna caoda, sia a base di acciughe. Io ho ripercorso queste vie partendo dalle Langhe per poi raggiungere la costa savonese alla ricerca delle bellezze paesaggistiche e alla scoperta delle specialità enogastronomiche di questi due territori.

Sono partita da Alba, provincia di Cuneo, graziosa cittadina considerata capitale storica ed economica delle Langhe. Approfittando del tour guidato da un’archeologa professionista alla scoperta dell’Alba sotterranea e della visita al museo civico Eusebio, ho scoperto che questa città ha origini molto antiche, anche se il suo sviluppo urbanistico risale principalmente al periodo romano. Passeggiando per le vie del centro sono stata sorpresa dalla sua vivacità e dalla sua vitalità. Queste sue caratteristiche raggiungono il culmine nel periodo che va da metà ottobre a metà novembre, quando Alba ospita la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, evento che attrae molti turisti anche dall’estero.

Per assaporare alcune tipicità delle Langhe ho cenato nel centralissimo ristorante La Piola del quale mi è rimasto particolarmente impresso il risotto agli asparagi e ovviamente gli ottimi vini serviti. La notte l’ho trascorsa nel cuore delle Langhe, ovvero a Vergne, frazione di Barolo, a Ca’ San Ponzio, una casa agricola recentemente ristrutturata dai due fratelli, nonché proprietari, Maurizio e Luciano. La struttura è semplice ma molto accogliente, con un piacevole giardino e un noccioleto tutt’intorno.

Sebbene la produzione principale delle langhe sia sicuramente il vino, questa non sia l’unica: la nocciola è un altro prodotto agricolo di prestigio che sta acquisendo sempre più importanza, soprattutto nell’alta Langa. La mattina seguente Maurizio ci guida alla visita del loro noccioleto che adibiscono anche a campeggio (unico campeggio delle Langhe!). Ci spiega che le nocciole vengono raccolte a fine agosto e che la raccolta ormai viene fatta con macchinari che le aspirano e non più a mano. Le nocciole vengono tutte inviate ad un consorzio nella vicina Cortemilia dove vengono lavorate.

Le nocciole sono un ingrediente fondamentale per moltissimi dolci, quindi la voglia di gustare qualche prelibatezza locale ci porta alla visita della nota pasticceria Barbero di Cherasco, dichiarata “Locale Storico D’Italia”. Già soltanto il locale in sé merita una visita per via dell’arredo stile liberty, delle ricercate decorazioni e delle eleganti vetrinette nelle quali vengono esposte tutte le delizie che producono: si va dal cioccolatino tipico, ovvero i Baci di Cherasco, di cui le nocciole piemontesi tostate sono ingrediente fondamentale, ai cascè alla grappa, alle praline in 20 diversi gusti, fino ad arrivare alle torte di nocciole e di cioccolato, ai grissini ricoperti e al pan di cioccolato. Ho poi anche avuto la possibilità di visitare il luogo in cui tutte queste ghiottonerie vengono prodotte e di osservare i pasticceri all’opera. Cherasco però è anche sede di molti ristoranti rinomati che offrono cucina tipica delle Langhe: io ho provato l’Osteria La Torre e difficilmente potrò scordare la straordinaria battuta di fassone (una delle più buone mai mangiate) e gli gnocchi di patate al castelmagno.

Nel pomeriggio ci spostiamo a Bra, conosciuta come uno dei maggiori centri del barocco piemontese. Io Bra la conosco molto bene, ci sono nata, ma, tornandoci molto di rado, ho apprezzato il fatto di passeggiare per vie tanto familiari ma allo stesso tempo molto trasformate. Sì, perché devo dire che l’ho trovata in splendida forma, più bella, più curata e anche più elegante. È stato bello ritrovarsi in Piazza Caduti per la libertà, un luogo della mia città natale che ho sempre amato, sede, tra gli altri, del Palazzo Comunale, caratterizzato da una lunga ed elegante scalinata, e della Chiesa di Sant’Andrea, costruita su disegno di Gian Lorenzo Bernini.

Bra ha dato i natali anche a Slow Food, una nota associazione no profit internazionale il cui fine è quello di diffondere la cultura alimentare, tutelando la biodiversità e le produzioni di piccola scala. Proprio a Bra, Slow Food organizza “Cheese”, un evento internazionale che si tiene ogni due anni a settembre e che è dedicato alle forme del latte. In questa occasione centinaia di produttori italiani e stranieri presentano i loro prodotti creando una sorta di grande mercato dei formaggi. A questo punto non può mancare la visita a Giolito, noto produttore di formaggi di Bra, dove ho potuto assaporare diversi tipi di formaggio e visitare il piccolo museo che il proprietario ha allestito esponendo vecchi strumenti e macchinari utilizzati per la produzione del formaggio appartenenti a suo padre e, prima ancora, a suo nonno.

La due giorni nelle langhe si conclude con una ricca “merenda sinòira” (una sorta di apericena consumato nel tardo pomeriggio) a Monforte d’Alba dove mi godo uno splendido tramonto tra le colline delle Langhe.

2 commenti su “I sapori delle antiche vie del sale tra Piemonte e Liguria”

  1. Cose belle e interessanti .
    Ma una cosa non capisco sulle vie del Sale .
    Ad Alba ( come riferiscono gli anziani ) il Sale lo si andava a prendere dalle sorgenti salmasre in tempo di guerra …ma su questa risorsa ed anche dei suoi risvolti culturali oltre che potenziali economicamente : Tutto tace ! .
    Grazie

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