Le donne e il mare: una storia d’amore che rischia di finire in tragedia

Venerdì, 19 luglio 2013, proprio dopo che era stata celebrata la giornata sul femminicidio, è stato presentato un libro a Varazze, in provincia di Savona, con numerose autorità, tra cui il sindaco Giovanni Delfino e dell’Onorevole Lara Comi, che raccoglie le voci delle donne balneari.

“Per tutte le violenze consumate su di lei…per tutte le umiliazioni che ha subito… per il suo corpo che avete sfruttato…per la sua intelligenza che avete calpestato…per l’ignoranza in cui l’avete lasciata…per la libertà che le avete negato…per la bocca che le avete tappato…per le sue ali che avete tarpato…per tutto questo: in piedi…signori…davanti ad una donna.”

Questa frase di William Shakespeare ha fatto venire a Bettina Bolla, Presidente dell’associazione culturale Donnedamare, l’idea di pubblicare il libro “Storie d’amare di donnedamare – Racconti, testimonianze, appelli salmastri“, dopo che, a partire dal 10 dicembre 2012, era stato inserito il primo articolo sul blog omonimo. Quest’ultimo era nato anche per denunciare i danni causati dal mancato intervento del governo italiano nei confronti del turismo balneare, che vede oltre 30.000 imprese e circa 60.000 donne, fra imprenditrici e operatrici, impiegate nel settore.

Varazze - Liguria

 Da anni, molto prima che si iniziasse a parlare delle quote rosa, sul mare operavano con passione e professioalità le “bagnine”, vero asse portante del turismo balneare che, in perfetta parità, a fianco degli uomini, si confrontano contro le fatiche e i disagi di un lavoro particolare dalle mille sfacettature. Un’attività spesso denigrata, ma che ognuna di loro non cambierebbe mai per nessun ragione al mondo. Ora a preoccuparle c’è all’orizzonte la scadenza del 2020, data ultima, prima dell’applicazione definitiva della direttiva Bolkestein dell’ Unione Europea, creata nel febbraio del 2004, curata e sostenuta dalla Commissione Prodi ma indicata con il nome del suo ideatore, Frits Bolkestein, commissario europeo in carica all’epoca.

ll risvolto drammatico per il settore in questione è l’intenzione di mettere all’asta pubblica tutte le concessioni degli stabilimenti balneari in Italia, obbligando più di 30 mila aziende alla chiusura, anche per l’arrivo di personale immigrato,assunto da multinazionali straniere con contratti d’altri paesi. Si tratta di un’ulteriore schiaffo alla emergenza sociale della disoccupazione, soprattutto femminile.

Bettina Bolla, ammette di avere a cuore così tanto l’azienda creata dalla sua famiglia, da tener presente fra i tanti principi fondamentali, quello della salvaguardia dell’ambiente costiero, insieme ad altri stabilimenti balneari del Consorzio Oltreamare di Varazze. In gran parte a loro spese, essi hanno finanziato un grande progetto di difesa dell’arenile, che ha avuto come obiettivo interventi riguardanti opere di protezione e di ripascimento del litorale urbano e in particolare la “sistemazione della fascia litoranea con un avanzamento della battigia, mediante versamento di sabbia e antistante azione di protezione sommersa”.

Una domanda sorge loro spontanea: lo Stato tutelerà chi ha già fatto investimenti, con mutui che scadranno dopo il 2020, garantendo quella certezza di impresa di cui tutti loro ritengono di avere diritto? Costoro non chiedono indennizzi, ma la possibilità di poter continuare ad esercitare il lavoro che, da tante generazioni, sentono fortemente di a…mare, come “le barche, le reti, il pescato, le intemperie, la libertà del vento, la pace del buio, il silenzio della notte, la vastità e la musica del mare” di cui la loro vita è da sempre pervasa.

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