Perle di architettura: MAXXI, il tempio romano dell’arte contemporanea

MAXXI (2010)

Roma negli ultimi 20 anni è stata campo di grande sperimentazione architettonica ed artistica attirando l’attenzione di studenti, turisti, artisti e architetti provenienti da tutto il mondo. Tra le tante opere realizzate proprio in questo periodo, soprattutto in concomitanza con il Giubileo del 2000, una delle più importanti ed interessanti è proprio il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo – ad opera di Zaha Hadid.Il complesso architettonico costituisce, con i suoi 27.000 metri quadrati circa, un nuovo spazio urbano: non solo museo quindi, ma anche luogo di ritrovo che facilita i rapporti tra paesaggio ed architettura.

Per coloro che non conoscono i temi di architettura contemporanea è doveroso precisare che Zaha Hadid, di origine irachena e naturalizzata britannica, è una dei più grandi progettisti del nostro tempo, famosa su scala mondiale nonché prima donna a vincere nel 2004 il premio Pritzker – il cosiddetto Nobel dell’architettura – e definita dal TIME una delle 100 personalità più influenti al mondo. Inutile dire quanto sia importante per il nostro paese e soprattutto per Roma avere l’onore di poter ospitare un’opera costruita da un’artista di questo calibro. Roma, città famosa in tutto il mondo per la sua architettura antica, è finalmente appetibile anche agli appassionati di arte e di architettura contemporanea.

Il concorso internazionale di idee per la realizzazione del nuovo Polo Nazionale, culturale ed espositivo, dedicato all’arte e all’architettura è del 1998, ma i lavori cominciano nel 2003 a causa della complessità del cantiere stesso. Il museo si trova nel quartiere Flaminio, quartiere della periferia romana già reso famoso dall’intervento dell’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano che vede la luce proprio in questi anni.

Le linee guida del concorso richiedevano di integrare il nuovo progetto con il contesto del quartiere, di creare spazi aperti, concepire continuità nella circolazione e nei percorsi e di dedicare una particolare attenzione all’impatto ambientale dell’edificio e alla sua illuminazione naturale. I progetti preliminari e gli studi compiuti dallo studio di Zaha Hadid dimostrano di aver capito a pieno le necessità e le esigenze del luogo; la giuria infatti sceglie il suo progetto non solo per la creatività della soluzione architettonica proposta, ma anche per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano circostante.

All’interno vi si trovano prevalentemente due istituzioni museali:  il MAXXI Arte e il MAXXI Architettura, che ruotano intorno alla grande hall a tutta altezza attraverso la quale si accede a sale convegni, caffetteria, libreria, servizi di accoglienza e alle varie gallerie temporanee. La Hadid, definita dai critici come esponente dell’architettura decostruttivista – movimento caratterizzato da geometrie instabili con forme pure e disarticolate, decomposte, costituite da volumi deformati, tagli ed asimmetrie, dove l’unica regola vigente è il caos – è per me anche un grande architetto funzionalista. Quello che ad un primo sguardo sembra un groviglio confusionario di linee è in realtà una immediata soluzione ai problemi funzionali con una logica spiazzante dei percorsi e della fruibilità dei luoghi. Le funzioni ed i percorsi vengono decifrati immediatamente, forse anche a livello inconscio, anche dai profani dell’architettura.

La circolazione interna è un tutt’uno con quella urbana, che diventa anch’essa protagonista: non c’è separazione tra interno ed esterno, i percorsi sono fluidi e continui, gli strati sono sovrapposti tra loro ed intrecciati nel rispetto delle condizioni specifiche del luogo. Il percorso pedonale attraversa il sito seguendo la sagoma arrotondata del museo e scivolando sotto i volumi in aggetto degli edifici. Il progetto sembra alludere alle stratificazioni storiche e archeologiche della città di Roma.

Lo spazio non è identificato in un percorso lineare e per evitare che il visitatore ripercorra lo stesso percorso più volte: sono state create scelte alternative che godono di suggestivi scorci panoramici sulle opere, sulla città e soprattutto sull’architettura. Gli spazi e i percorsi quindi incitano al movimento, spingendo a scoprire le opere, contrastando con la classicità, e la neutralità del tipico museo romano.

Sito ufficiale: www.fondazionemaxxi.it‎

Indirizzo: Via Guido Reni, 4A – Roma

Telefono: 06 322 5178

Orario: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 11.00-19.00; sabato 11.00-22.00

Giorni di chiusura: tutti i lunedì, 1 maggio e 25 dicembre

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