Lo strano caso delle piante che scappano dai giardini del Regno Unito

Uno dei motivi per visitare il Regno Unito è rappresentato dalla botanica. Giardini, parchi ed orti meravigliosi sono diffusi dappertutto. La natura rigogliosa permette di andare a caccia (fotografica, s’intende) di piante particolari, nel corso di una visita un castello. Da appassionato compro sempre il manuale delle piante selvatiche della zona che visito ed invariabilmente, accanto a certi esemplari, trovo la dicitura “escaped from gardens” (“scappata dai giardini”). Ovviamente ciò non vuol dire che fuggono correndo sulle radici, ma solo che si propagano nell’ambiente circostante.

I fattori che favoriscono le “fughe” sono due. Il primo è l’alto numero di case con giardino. Il secondo è il clima locale, fresco d’estate, mite d’inverno e sempre molto piovoso, una manna per moltissime specie. Tramite semi e spore, portati dal vento o dalle feci degli animali, o anche con tagli di potatura, alcune piante possono effettivamente “liberarsi” e “scappare” dalla cattività. Tali specie in fuga spesso non sono autoctone e a volte sono talmente prolifiche da diventare infestanti. Ecco un piccolo campionario di “evasioni”.

Chi va in treno nel Regno Unito potrebbe notare lungo le rotaie eleganti piante con infiorescenze violacee a pannocchia. Sono Butterfly-Bush (Buddleja davidii), importate dalla Cina nel XIX secolo per scopi ornamentali. Hanno colonizzato scarpate ferroviarie, fossi e terreni poco fertili. Spesso sono in compagnia di alte piante dai fiori di un acceso colore rosso-violaceo, le Rosebay Willowherb (Chamerion angustifolium), che sono vere piante selvatiche ma altrettanto rustiche e feconde. Queste due specie penso siano le cose più comuni che possiate vedere in tutta la Gran Bretagna.

Chi se ne va per boschi o laghetti può trovare una pianta gigantesca somigliante al rabarbaro, con foglie e fusti spinosi, e strane pannocchie che crescono alla base. Quella è una Gunnera manicata, qui chiamata Giant Rhubarb, importata dal Brasile sempre per ornare giardini (specie quelli con laghetti). Ama i terreni paludosi e quelli umidi, ed in molti casi è diventata infestante. Le foglie diventano larghe anche due o tre metri.

Molti di voi avranno sentito parlare della Digitale (Digitalis purpurea), pianta selvatica da cui si ricava un cardiotonico potenzialmente velenoso. Ha alti fusti e numerosi fiori a campanula di colore (appunto) porpora. Nelle isole britanniche è chiamata Foxglove ed è legata al mondo celtico delle fate. Per la sua bellezza però è anche coltivata nei giardini, in varietà dai colori diversi (come il bianco) che possono diffondersi nella natura. Un curioso caso di pianta selvatica che riacquista la libertà.

Una specie di rododendro, il Pontic Rhododendron (Rhododendron ponticum), è un’altra pianta ornamentale ma invasiva che in molti casi è un vero problema ecologico. Ho visto personalmente, nelle Ebridi, parecchi chilometri quadrati di terreno ricoperti completamente da questo vegetale. Per tentare di estirparlo si tagliano le piante a zero, si sparge veleno e si provocano incendi controllati. Ma è talmente forte che nuovi germogli ricrescono dalle radici e dai mozziconi rimasti.

Mann, cioè l’Isola di Man, nonostante sia abbastanza piccola ha in giro un certo numero di “evasi”. Piante esotiche ornamentali come la Montbretia (nome comune che indica varie specie ed ibridi del genere Crocosmia) e la Fuchsia (Fuchsia magellanica, dal Sudamerica), si trovano dappertutto e sono considerate ormai piante indigene. La Cordyline australis, che è simile ad una palma, è arrivata invece dalla Nuova Zelanda. Sull’isola è talmente comune, e si è adattata talmente bene, che ha preso addirittura il nome di Manx Palm (“Palma di Mann”).

Per concludere, una curiosità poco conosciuta: sull’Isola di Man esiste anche una colonia di canguri della Tasmania, che vivono liberi nei boschi. Discendenti di esemplari in fuga sempre da un giardino, in questo caso zoologico.

1 commento su “Lo strano caso delle piante che scappano dai giardini del Regno Unito”

  1. Da appassionato di botanica, dalla lettura di questo interessante articolo, ho trovato risposte ad alcuni interrogativi sorti nel corso di recentissima visita alle Highlands ed
    alle Ebridi interne. Grazie

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