Sul Pollino con il fuoristrada: il video e le immagini

Il Parco Nazionale del Pollino è il parco naturale più grande d’Italia. Si estende tra le Calabria e la Basilicata, sulle province di Cosenza, Potenza e Matera. Dalle vette del Massiccio del Pollino, di cui la più alta è il Dolcedorme con 2267 metri, si intravedono le coste dello Ionio e del Tirreno. Si tratta di un territorio dalla bellezze aspra e pungente, la cui vegetazione comprende abeti bianchi, faggi, aceri e il maestoso pino loricato, una specie molto rara presente in Europa solo qui e nei Balcani.

I paesaggi delineati da boschi e crepacci, monti e vallate, conservano ancora il fascino selvaggio che ha caratterizzato l’area nel corso delle sue evoluzioni geologiche. Sono molti i percorsi che si snodano attraverso tutta l’estensione del parco, ma molti richiedono l’impiego di un fuoristrada e l’ausilio di una guida preparata a causa della natura accidentata del terreno. Tra le mie recenti escursioni in Calabria non mi sono fatto mancare una di queste gite motorizzate alla scoperta dei panorami offerti dalle gole scavate dai torrenti e dalle vallate che si estendono sotto le cime più impervie.

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Partiti alle nove del mattino da Civita, piccolo borgo italo-albanese in provincia di Cosenza, abbiamo attraversato con il fuoristrada l’alveo del torrente Raganello, le cui gole offrono uno degli spettacoli più suggestivi di tutta l’area. Parcheggiato il robusto mezzo di trasporto, abbiamo proseguito a piedi lungo un percorso recentemente rinominato Via del Peperoncino, che affronta anche un sentiero su uno strapiombo a 500 metri di altezza e offre una vista maginifica di Civita dall’alto: non una passeggiata per i deboli di cuore.

Tornati sul fuoristrada ci siamo inerpicati sul crinale della Coppola di Paola, un monte di 1919 metri che fa parte del Massiccio del Pollino. In seguito è stata la volta di un’altra valle, questa volta formata dal fiume Satanasso che scorre quasi parallelamente al Raganello, per poi giungere al Bosco del Lago Forano.

Lungo il crinale del Monte Sparviere (1713 metri) siamo arrivati sul Timpone Scorsillo – timpa è il nome dato a queste formazioni rocciose – attraverso aceri, ontani e abeti bianchi, circondati dal profumo del timo selvatico e sorvolati dalle aquile reali che ancora abitano (in poche) questa regione. Un’altra strada dal nome evocativo, Via dei Briganti, ci ha portati lungo il confine tra Calabria e Basilicata, prima di arrivare alla nostra meta a Terranova di Pollino per una meritata sosta presso un agriturismo locale.

L’unica pecca: la sporcizia. Il nostro percorso era per lo più selvaggio e incontaminato, ma ci siamo fermati due volte per una breve sosta prima di raggiungere la nostra destinazione, in un’area picnic sorta sugli antichi possedimenti dei marchesi di Cassano e alla freschissima fonte di San Pietro a San Lorenzo Bellizzi. In entrambi i casi non ho potuto fare a meno di notare i risultati dell’inciviltà di molti visitatori: cartacce, bicchieri di plastica e bottiglie. Io non sono un boy scout, ma se non trovo un bidone conservo in tasca anche i mozziconi delle sigarette, e faccio davvero fatica a comprendere perché non sia palese a tutti che rispettare l’ambiente significa rispettare noi stessi, la nostra salute e il nostro diritto a un mondo pulito.

Informazioni utili

Abbigliamento: anche d’estate sulle cime del Pollino può diventare relativamente freddo, perciò non trascurate di portare con voi almeno una maglia leggera e una giacca impermeabile. Rovi e cespugli possono graffiare e pungere, perciò sono consigliabili anche dei pantaloni lunghi.

Tour guidati: Acalandros Tour, per le escursioni in fuoristrada con una guida professionale molto esperta.

Dove mangiare: Agriturismo Casa Alagia, prodotti genuini e gustosi preparati secondo la tradizione lucana.

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