Isole Vergini Britanniche: unire i puntini per dar vita al Paradiso

Se questo arcipelago paradisiaco fosse una costellazione che brilla nella volta celeste, mi divertirei a giocare a “Unisci i puntini”… Vi ricordate il famoso gioco della Settimana Enigmistica? Ecco, ogni isola sarebbe un punto da unire seguendo una rotta in barca a vela, come un tratto deciso di matita che lascia una scia luminosa dietro di sé.

L’arcipelago che si è prestato a questo mio slancio di fantasia è quello delle Isole Vergini Britanniche: una sessantina tra isole e isolotti, perlopiù di origine vulcanica, che emergono dal blu zaffiro che vira al turchese del Mare delle Antille, dando vita a un paradiso di bellezza incontaminata, da scoprire in barca a vela.

Devil's Bay, Virgin Gorda - Isole Vergini Britanniche

Queste isole sono accarezzate infatti dal soffio costante dei venti Alisei che, oltre a rendere il clima piacevole tutto l’anno spazzando via l’umidità, sono gli stessi che sfruttò il nostro Cristoforo Colombo per i suoi viaggi verso le Indie e che nel 1493 lo portarono alla scoperta delle Isole Vergini Britanniche.

Ed è proprio per le particolari condizioni ambientali date dai venti costanti, il mare limpido e tranquillo e le numerose baie e insenature – approdi naturali e ben protetti – che queste isole rappresentano una meta ideale per gli appassionati della barca a vela e del surf ma non solo…

Le Isole Vergini Britanniche sono circondate dalla barriera corallina e nei fondali, popolati da pesci coloratissimi, si possono incontrare anche relitti di navi. Insomma un paradiso per gli amanti del diving e dello snorkeling!

E poi c’è il verde della natura rigogliosa e lussureggiante dell’entroterra collinare, vegetazione che si è conservata grazie all’istituzione di ben 19 parchi naturali, luoghi ideali per fare delle belle passeggiate alla scoperta della flora nativa: frangipani, flamboyant, piante di zenzero, anthurium ed eliconie, sapranno stupirvi con i loro colori e profumi!

Ma iniziamo a “unire i puntini” in un viaggio – ahimè immaginario! – che colleghi un’isola di questo arcipelago caraibico a un’altra…

Si parte da Tortola, isola “delle tortore”, la più grande delle Isole Vergini Britanniche, il cui centro urbano e amministrativo è Road Town con le sue caratteristiche case di legno e pietra dalle tonalità pastello. Qui potrete visitare gli O’Neal Botanic Gardens e il Sage Mountain National Park, due parchi ricchi di rarità floreali e faunistiche.

Tra le spiagge più belle troviamo Long Bay, Smuggler’s Cove (per gli amanti dello snorkelling) e Apple Bay dove si trova il Bomba’s Shack Bar, famoso per i Full Moon Parties: la festa della luna piena che si tiene ogni mese, durante la quale potrete ammirare lo spettacolo delle sfere infuocate dell’artista locale Aragorn Dick-Read, che illuminano la baia rendendo l’atmosfera magica. Magari con un sottofondo di musica caraibica e sorseggiando il tipico cocktail delle Isole Vergini Britanniche, il painkiller, il cui nome è già tutto un programma: in inglese significa infatti analgesico! Questo cocktail è a base di rum scuro (Pusser’s Navy Rum), succo d’ananas, succo d’arancia, crema di cocco e infine una spolverata di noce moscata.

Poi c’è  Virgin Gorda che Colombo battezzò  appunto la “vergine grassa” per la sua forma sottile alle estremità e tondeggiante al centro. Qui il principale insediamento è Spanish Town vicino a The Baths, sito di straordinaria bellezza: un insieme di enormi massi morenici sparsi lungo la spiaggia che celano grotte e piscine naturali con un’acqua del colore dello smeraldo, perfette per gli appassionati di snorkeling.

Invece per chi ama il trekking il consiglio è quello di spingersi nell’entroterra per raggiungere il Parco Nazionale di Gorda Peak che tra l’altro ospita le spiagge più rinomate come Little Dix, Mahoe Bay, Savannah Bay, Spring Bay e Trunk Bay.

Un po’ più “appartata” c’è l’isola di Anegada, unico atollo corallino dell’arcipelago che arrivando dal mare si scorge appena, motivo per cui gli spagnoli la battezzarono la “sommersa”.

L’isola è una riserva naturale selvaggia e incontaminata, abitata sulla terraferma da iguane e capre selvatiche, mentre le lagune ospitano aironi e fenicotteri. Qui una sosta nei numerosi ristoranti, dove assaporare aragoste fresche di nassa, è d’obbligo!

Infine tra le isole principali c’è Jost Van Dyke, isolotto che prende il nome dal  pirata olandese che lo scelse come punto di partenza per le sue scorrerie. Qui potrete vivere atmosfere alla Robinson Crusoe e per gli amanti del relax e del benessere c’è una vera chicca: la Bubbling Pool, piscina naturale di acque termali salate con benefici effetti estetici e terapeutici. Da provare.

Perfettamente integrati in questo ambiente naturale incontaminato, sorgono resort di charme dove trascorrere una vacanza piacevole con tutti i confort e a pochi passi dalle spiagge di sabbia bianca e soffice come il borotalco, lambita da acque cristalline. Qualche esempio? Il Rosewood Little Dix Bay che sorge lungo una baia a forma di mezzaluna a Virgin Gorda oppure il Lambert Beach Resort che si trova sull’isola di Tortola.

Allora avete unito tutti i puntini? Che cosa vi è venuto fuori? Ve lo dico io: il PARADISO!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.