L’isola della diversità: le mille anime di Mauritius

Quando penso a Mauritius, la prima parola che mi viene in mente è “creolo”, nel senso più ampio del termine, senza stare ad ingarbugliarsi troppo con le precisazioni. Mauritius è l’isola della diversità, in ogni sua forma.

Pensiamo ad esempio alla bandiera, quattro colori che indicano altrettante religioni, più o meno diffuse:

  • rosso per gli indù
  • blu per i cristiani
  • giallo per i tamil
  • verde per i musulmani

Religioni che, a differenza di quello che succede in tanti altri posti in questo mondo, se ne vanno in giro a braccetto senza pestarsi i piedi. Si cammina per Port Louis, la capitale, e ci si imbatte in moschee, pagode buddhiste, chiese, e tempietti indù con l’effige di Hanuman, il re dei guerrieri, una delle scimmie che ha fatto la storia del Ramayana, non di un racconto a caso.

Port Louis - Mauritius

Mauritius è l’isola delle diversità che hanno saputo trovare un equilibrio: secoli di dominazioni straniere hanno lasciato il segno sui volti delle persone, che su una pelle del colore dell’ambra vestono occhi dai riflessi acquamarina. Francesi, inglesi, olandesi, sono tutti passati lasciando il proprio solco, e le architetture coloniali sono ancora lì, a testimonianza di un passato che a vederlo oggi pare essere senza tempo.

Casa coloniale Eureka, Mauritius
Interno di una casa coloniale - Mauritius

Alla cucina è toccata la stessa sorte, è un mix di sapori di mondi lontani che convivono nello stesso piatto lasciando ogni volta a bocca aperta con i loro ingredienti, che parrebbe impossibile anche solo pensarli insieme e invece svelano complicità inaspettate.

Mercato - Port Louis, Mauritius

I corridoi del mercato, poi, regalano la stessa alchimia: passeggiando in mezzo alle bancarelle si ascolta un idioma che è un alfabeto di suoni che da soli sarebbero muti e che invece insieme regalano una sinfonia da ascoltare per ore anche senza capirci niente.

Le Morne - Mauritius

Ecco cosa mi viene in mente quando penso alla parola creolo, non è solo questione di schiavi strappati all’affetto delle loro case. Ecco cosa mi viene in mente quando cammino per Mauritius: che sono in un angolo di mondo che è un concentrato quasi unico di contraddizioni. E che non ce n’è una che sia fuori posto.

Flamboyant - Mauritius
Le Dinarobin - Mauritius

2 commenti su “L’isola della diversità: le mille anime di Mauritius”

  1. Splendido questo articolo! Come sempre brava Cabi. Regali emozioni a distanza! 🙂

  2. Grazie Manu! Scrivere di certe destinazioni è facile, fanno tutto loro 🙂

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