Cinque Terre: oltre i colori del mare

Sono stato alle Cinque Terre, ma sembravano molte di più.

Le ho girate tutte, dalla più orientale a quella più occidentale, muovendomi in treno ed esplorando il centro a piedi. È stato il mio primo errore, perché con più tempo e maggiore consapevolezza non mi sarei lasciato sfuggire l’occasione per fare trekking tra un borgo e l’altro, solcare i verdi sentieri del Parco Cinque Terre e muovermi nella macchia mediterranea come un novello Dottor Livingston, pari a quello originale solo nel giungere alle medesime tragiche conseguenze e lasciarsi salvare da qualcuno che sa realmente cosa sta facendo.

Qualcuno come Nicola, che dal suo negozio di attrezzature sportive a Manarola è faro e guida per chi come me non ha proprio capito che partita è andato a giocare, ma anche per chi il gioco lo conosce benissimo e ha bisogno soltanto di qualcuno che lo sproni e gli mostri la via.

Nicola le vie le sa tutte, tanto che dopo aver finito di parlare con lui mi sembrava quasi di conoscerle un po’ anch’io. Mi sono concesso dei piccoli assaggi, un antipasto leggero per non aver portato lo stomaco per la portata principale. Qualche metro a Riomaggiore, due passi a Vernazza, un paio di salite a Monterosso. Non avevo né il tempo né l’abbigliamento per osare oltre – in qualche meandro della mia mente mi è rimasto un barlume di buon senso che mi suggerisce che sneakers e jeans aderenti non sono contemplati tra l’abbigliamento tecnico – ma fagocitavo con avidità ogni metro che riuscivo ad assorbire, felice e beato di aver trovato un aspetto di questi territori che non si esaurisse nella rapida rassegna dei colori dei palazzi, l’aperitivo con Vermentino e focaccia sul molo e la frittura di paranza nel carruggio.

Insomma, sono stato alle Cinque Terre, ma il mare l’ho visto quasi sempre da lontano, non meta designata ma cornice favolosa di un panorama rubato dalla cima di un promontorio o dalla feritoia di un castello. Ci sono stato in inverno, è vero, e ho preso parecchia acqua, ma le condizioni climatiche privilegiate di questa striscia di terra stretta tra le montagne e il mare ha impedito che mi congelassi risalendo il crinale di qualche altura.

Sono stato alle Cinque Terre e non sono riuscito a lamentarmi della freddezza dei liguri, né della loro scontrosità o della loro taccagneria. Ci ho provato, ho diffuso sospetti infondati ed elargito critiche non richieste, ma ho incontrato ragazzi generosi che vivono il  proprio territorio con passione, spinti dal desiderio di condividerlo con chi ha l’umiltà di mettere in discussione quello che credeva di conoscere.

Sono stato alle Cinque Terre, e credo che ci tornerò.

1 commento su “Cinque Terre: oltre i colori del mare”

  1. A breve ci andrò anche io finalmente, il primo weekend di maggio. Non vedo l’ora, anche per l’ottima compagnia!

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