Lisbona, il sapore dell’avventura in una città di navigatori e avventurieri

Il suo simbolo è un vecchio tram che risale la strada. Ma non è San Francisco. Un’enorme statua del Cristo si riflette nell’acqua. Non è nemmeno Rio de Janeiro.

Siamo a Lisbona, capitale del Portogallo, la terrazza atlantica d’Europa. L’aereo sorvola i quartieri prima di atterrare e sembra sfiorare i tetti tanto è basso. Per fortuna, questa città non conosce grattacieli e si sviluppa morbida tra i vicoli collinari affacciati sul delta del Tago.

Lungo le rive del fiume tutto parla di mare e di avventura, a cominciare dal Monumento alle Scoperte, una caravella granitica alla cui base si affollano personaggi dai volti più o meno noti. Un po’ bruttino dire il vero, ma rappresenta un faro per l’animo del viaggiatore.

Continuando la passeggiata lungo il Tago ci imbattiamo in un’imponente costruzione dai muri spessi e guglie fittamente decorate: si tratta del Monastero di San Gerolamo, il protettore dei naviganti.

Poco oltre sorge uno dei monumenti più famosi della città, la Torre di Belem. A dispetto del nome, la costruzione è bassa, più simile ad un fortino: essa fu infatti costruita nel Cinquecento, come vedetta del delta, in mezzo all’acqua, ai tempi in cui i detriti del fiume non avevano ancora portato il continente fin lì. Pare che questa particolare posizione avanzata permetta di apprezzare dalla sua terrazza sia le prime luci dell’alba, sia il tramonto, ma adesso è pieno giorno.

Dopo il lungo fiume, imbevuti di spirito avventuriero, siamo pronti ad affrontare l’Alfama. Si tratta del rione più antico della città, storicamente popolare, fondato dagli arabi da cui deriva il nome. Attraversiamo vicoli e saliscendi tra i più caratteristici di Lisbona, di una tipicità quasi rurale, con case decorate di azulejos e cortili in cui ci si aspetterebbe di veder razzolare galline.

Sta calando la sera e preferiamo spostarci dalle viuzze strette ad una zona più centrale. Per farlo, dobbiamo scendere dalle colline e cogliamo l’occasione per salire sul mitico Tram 28. Pochi minuti e siamo tornati al livello del mare, ma stiamo ben poco coi piedi per terra poiché decidiamo di ammirare il panorama della città dalla cima dell’Elevador de Santa Justa, un ascensore in ferro che si erge a torre per una trentina di metri. Da quell’altezza apprezziamo il brulichio incessante della gente che anima questa zona, decisamente più ricca e moderna rispetto a quella collinare.

Scendiamo ed eccoci su Via Augusta, arteria imponente e modaiola della capitale. Ci immergiamo nell’atmosfera passeggiando tra le vetrine, finché da un angolo un profumo insistente ci ricorda che è ora di cena. Così ci infiliamo nel vicoletto e scopriamo un minuscolo ristorante il cui menù contiene un unico piatto: si tratta di una zuppa di pesce semplicemente sublime che ci viene servita nel paiolo di rame dal cuoco in persona. Di nuovo proviamo quella sensazione di familiarità popolana che non ci si aspetta di trovare in una capitale europea.

Dopo cena, concludiamo in bellezza questa giornata sostando sulla riva del fiume, raggiunta superando il maestoso Arco di Trionfo che sovrasta il termine di Via Augusta ed apre sulla grande Piazza del Commercio.

Domani dovremmo visitare i dintorni. Dove andremo? Tra le curiose architetture di Sintra? Oppure sulle curve del circuito dell’Estoril? O ancora fino all’Oceano e alla ventosa Cascais? Ma Lisbona ha ancora così tanto da svelarci che forse potremmo fermarci ad assaporarla ancora un po’…

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