Il turismo fluviale nel Veneto Orientale

Conosciuto dai più per le sue ampie spiagge, il territorio a est di Venezia ha mille volti e consente di vivere altrettante esperienze. Di recente ne ho scoperto l’altro aspetto acquatico, ovvero le sue acque interne.

Concordia Sagittaria è un piccolo paese sul fiume Lemene, che in una tranquilla serata primaverile si è lasciato esplorare e soprattutto ammirare. Antica città romana su una via d’acqua lungo la quale si spostavano anche le merci tra l’Adriatico e la Germania, era una località importante e molto popolata, dove le testimonianze di un’antica cultura sono ancora ben visibili nel suo centro.

Osservando dall’esterno la facciata, i portali e l’abside della chiesa che domina la piazza principale mi è difficile decidere quale preferisco. Vicino alla chiesa, un “tetto” di ombrelli colorati sovrasta parte delle due vie che si intersecano creando un bell’effetto multicolore che mette allegria e, affacciato sul fiume, il piccolo municipio bianco risalta anche grazie alla sua particolare illuminazione con i colori della bandiera italiana.

Portogruaro ci accoglie silenziosa e ordinata. Dalla porta nelle antiche mura percorriamo la via principale ammirando i bei palazzi plurisecolari che vi si affacciano e lasciano intuire che il suo passato è stato molto florido.

Sull’ampia piazza in cui risalta la statua in pietra del leone di San Marco – si dice che per un certo tempo quello vero sia stato proprio qui – spicca la facciata elegante e liscia del municipio cinquecentesco. Alle sue spalle si apre una piazza più piccola e, prima ancora di raggiungere il fiume, si sentono le sue acque scroscianti che scivolano a fianco dei mulini.

Daniele è il capitano che ci porta con la sua barca alla scoperta del territorio. Il cielo terso e la temperatura piacevole consentono di navigare il Lemene restando comodamente seduti all’aperto mentre scivoliamo sulle acque tra canneti e fronde di salici piangenti.

Portogruaro, Italia

Sono paesaggi insoliti per noi gente di città, immersi in un silenzio interrotto solo dal rumore del motore della barca. Daniele spiega che presto arriveranno i motori elettrici e a quel punto si sentiranno solo i “rumori della natura”. Qualche cigno sembra non avere nessuna intenzione di spostarsi dal centro del fiume, salvo cambiare idea all’ultimo momento. I ponti più bassi devono essere aperti per consentire il passaggio della nostra barca, che pertanto deve essere “sincronizzato”.

Si entra in un’altra dimensione, sospesa nel tempo. Sembra quasi che le canne ci accarezzino. Le terre conquistate con il sudore grazie alla creazione di argini e la successiva bonifica del terreno si estendono quasi a perdita d’occhio, qui e là si vedono antichi casali e casolari. I cormorani tranquillamente appollaiati sui rami che fuoriescono dall’acqua si alzano in volo appena la barca si avvicina.

I casoni rivestiti di canne sulle sponde del fiume sono parzialmente nascosti dalla vegetazione, alcuni un po’ malandati, altri in perfette condizioni. Qualcuno ha anche offerto riparo a Ernest Hemingway. Lo scrittore americano amava trascorrere qui lunghi periodi dedicandosi alla caccia e alla pesca con la gente del luogo, senza disdegnare alcol e donne. Sembra che proprio da questi paesaggi e atmosfere abbia tratto ispirazione per il romanzo “Al di là del fiume e tra gli alberi”.

Tra le cascine che si affacciano sul Lemene c’è l’azienda La Fassina, gestita con grande passione da Silvia (il cui padre andava appunto a caccia con Hemingway), che qualche anno fa ha deciso di cimentarsi anche nella vinificazione. Gli ottimi vini, i salumi e formaggi locali e la simpatia di Silvia sono la garanzia di una degustazione indimenticabile.

Poco oltre si approda al Museo Ambientale di ValleVecchia, accesso privilegiato per chi desidera “andare in Vallevecchia”, piccola isola che racchiude un’incredibile biodiversità animale e vegetale. Apposite torrette sono predisposte per il birdwatching, che in compagnia di una guida competente riserva piccole e grandi emozioni.

Qui si trovano anche tantissime erbe commestibili, comunemente usate nelle cucine in un passato non lontano e oggi quasi sconosciute ai più. Una bici è probabilmente il modo migliore per andare alla scoperta di questa bella isola, una vera oasi anche per chi ama vivere il mare grazie a quattro chilometri di spiaggia libera accessibile anche con i cani… una vera rarità!

A bordo della barca raggiungiamo Caorle in tempo per incrociare qualche imbarcazione che torna dalla pesca. Quattro passi per il centro per respirare un po’ di quell’atmosfera d’altri tempo tra vicoli stretti e case dipinte in colori sgargianti: un bel colpo d’occhio che mette allegria.

Ma per chi desidera prendere le distanze dal mare, c’è la possibilità di risalire il fiume Livenza – come abbiamo fatto il giorno dopo sempre con il nostro capitano Daniele – e arrivare al Ponte delle Catene, un vecchio ponte che si apre a mano, anzi, a mani visto che ci vogliono ben quattro persone per sollevarlo e consentirci di passare. Superiamo vecchi edifici che avrebbero molte storie da raccontare e approdiamo alla cantina Cà Corniani.

L’aspetto esterno ricorda quello di una fabbrica, con le facciate in mattoni e i numerosi comignoli che scopriamo fare parte di un ingegnoso sistema di aereazione che consentiva di mantenere una temperatura costante nelle diverse stagioni. All’interno, sotto le volte scopriamo numerosi “segreti” di questa magnifica costruzione in cui si possono organizzare rinfreschi e banchetti avvalendosi di un catering di altissimo livello.

Un tempo terreno agricolo “sottratto” alle acque salmastre, i proprietari terrrieri attirarono le famiglie di contadini offrendo loro non solo un lavoro, ma anche un’abitazione all’interno di una comunità agricola ben strutturata che disponeva di tutti i servizi, dal medico alle botteghe, dalla scuola per i bambini alla chiesa con il suo sacerdote. Le vecchie abitazioni della corte sono state ristrutturate a sono abitate in parte ancora dai discendenti dei salariati che contribuirono al grande sviluppo di questo territorio.

Di storie che narrano il volto meno turistico della regione ce ne sarebbero ancora tantissime e noi cercheremo di scoprirle una dopo l’altra. Dopo tutto… siamo NonSoloTuristi!

Per ulteriori informazioni

http://www.frassina.it

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.