“La ragazza del faro”: atmosfere e suggestioni bretoni in un romanzo ricco di passione

Alla scoperta dei luoghi del romanzo “La ragazza del faro” di Dario Giardi, edito da Leone editore.

Meglio di qualsiasi altra regione francese, la Bretagna rappresenta il mare. Non per niente i Galli la battezzarono “Armor”, il paese del mare. Con le sue tre facciate marittime, offre più di 2500 chilometri di coste straordinariamente frastagliate.

Parlare di Bretagna senza parlare del suo oceano non ha senso. In una regione dove nessun luogo dista dalla costa più di 80 chilometri, dove il rilievo più alto non arriva a 400 metri, la presenza marina è sempre avvertibile. “I Bretoni nascono con l’acqua del mare intorno al cuore”, recita un adagio.

La Bretagna, da sempre terra di marinai, ha un legame particolare e forse unico col mare. Procedendo dalle impervie scogliere della Bretagna verso l’interno della regione, il paesaggio cambia radicalmente, ma non per questo è meno suggestivo e misterioso. Qui si incontra l’altra anima di questa regione: l’Argoat.

Le esplosioni di colore della natura bretone hanno ispirato la fantasia di molti pittori e scrittori che si sono innamorati del suo paesaggio. “Ho lasciato Lorient alle tre con un bel tramonto – ha scritto Stendhal – finalmente il sole, dopo tre giorni, si era degnato di mostrarsi. Occupavo lo scompartimento anteriore della diligenza con uno straniero, uomo di buon senso, stabilitosi nel paese da molti anni e che ne conosce bene le usanze. Bellissimo il percorso fino a Hennebon: tutto salite e discese, fra boschi e praterie e sempre una magnifica strada. Ho visto un dolmen. S’incontravano ad ogni passo certi alberghetti alti dodici o quindici piedi, da cui usciva una donna che ci chiedeva, in bretone, se volevamo un bicchiere di sidro. Facevo segno di sì, con gran piacere del postiglione, e in verità quel sidro era tutt’altro che sgradevole. È stata una serata piena d’incanto.”

Nel romanzo “La ragazza del faro” sono molte le suggestioni e le atmosfere bretoni che vengono descritte. La Bretagna ha un posto d’onore tanto da divenire essa stessa un protagonista silenzioso, osservatore delle vicende e delle dinamiche che coinvolgono i vari personaggi della storia.

Tra le varie località menzionate e descritte nel romanzo ne ho scelte tre. Partiamo da Saint Malo. La città corsara. Bella e impossibile. La grande attrazione che ha sempre esercitato non accenna a diminuire. La città affascina ed invita ad orizzonti più lontani. Città fortificata per respingere le invasioni normanne, Saint Malo si isolò e contò solo su sé stessa per svilupparsi.

Il motto degli abitanti di Saint Malo è più che eloquente: “Abitante di Saint Malo prima, Bretone può darsi, francese per quello che resta.”

La seconda tappa di questo viaggio alla scoperta dei luoghi del romanzo è Brest, magica città di navigatori e di pirati adagiata sulla grande rada chiusa della penisola di Crozon. Brest con il suo Port de Commerce è un concentrato di leggende marinare che contribuiscono a diffondere il mito di metropoli oceanica. E, a proposito di oceani, una delle più famose attrazioni della città non poteva essere che un tributo al mondo sottomarino, l’Océanopolis, il grande museo-acquario a forma di granchio con 42 vasche in 8000 metri di esposizione.

L’ultima delle tre tappe che ho scelto e voglio presentarvi è Brocéliande. “Foresta di sogni e di incantamenti”, dicono i poeti locali. Foresta in cui ogni stagno e roccia è testimone di leggende e fiabe. Come quella che vuole sia nascosta qui la tomba di Merlino. È proprio in questo luogo, infatti, che il mago, ormai un vecchio dalla barba bianca, incontrò la bella e dolce Vivian, se ne innamorò e rinunciò ai suoi poteri per la fanciulla dai capelli neri e dagli occhi grigi, trasparenti come le acque della Fontana di Barenton, presso la quale egli la vide per la prima volta.

Un albero segna l’ingresso alla sua tomba, dove l’incantatore riposa per l’eternità. Sotto i due grandi massi che formano una “V” rovesciata sono posti centinaia di biglietti di chi chiede ancora un incantesimo d’amore al mago che per l’amore rinunciò a tutto.

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