Le antiche capitali dello Sri Lanka: potenza di forme e dimensioni

Quando ho preso la decisione di visitare lo Sri Lanka in tanti mi hanno assicurato che questo viaggio mi avrebbe sorpresa e mi avrebbe regalato delle forti emozioni. Io ho realizzato quanto queste persone avessero ragione già al terzo giorno quando, dopo aver visitato nei due giorni precedenti Dambulla e Sigiriya che già mi avevano incantata, mi sono ritrovata a girare tra le rovine di quelle che sono state le prime due capitali dello Sri Lanka, Anuradhapura e Polonnaruwa.

Anuradhapura fu capitale dello Sri Lanka per circa mille anni, a partire dal 380 a.C., periodo nel quale il buddhismo fu portato in questo paese. Le rovine di Anuradhapura sono considerate tra le più antiche e le più affascinanti di tutta l’Asia meridionale.

L’Anuradhapura Heritage Site (il costo dell’ingresso è 25 dollari) si estende per ben tre chilometri quadrati e una guida in questo caso potrebbe risultare utile per non perdersi nulla e farsi spiegare tutto con la dovuta competenza. Noi avevamo il nostro autista per spostarci da un punto all’altro, ma è anche possibile affittare delle biciclette.

Le zone da visitare sono quattro: Mahavihara, che è il centro spirituale; Abhayagiri Monastery, che racchiude le rovine più antiche risalenti a 2000 anni fa; la Cittadella, cioé la parte composta dai resti risalenti a 1000 anni fa; ed infine Jetavanarama, sede di un gigantesco stupa (monumento buddhista noto in Sri Lanka come dagoba) e di un museo.

Noi abbiamo iniziato proprio dal Jevatanarama Dagoba, che esteticamente non è all’altezza di altri stupa ma impressiona con le sue dimensioni. Il nostro tour è poi proseguito a Mahavihara che, oltre a contenere bellissimi esempi di dagoba tra i quali Thuparama, il santuario più antico di tutto lo Sri Lanka e uno dei più antichi al mondo, e Ruvanvelisaya, caratterizzata da un muro protettivo raffigurante centinaia di elefanti.

Ruvanvelisaya ospita quello che è il cuore spirituale nonché vero e proprio simbolo della città: lo Sri Maha Body, l’albero sacro. Centinaia di fedeli si recano qui ogni giorno per pregare e per deporre le lo offerte sotto quello che è considerato l’albero sacro più antico al mondo. Sebbene infatti se li porti bene, quest’albero conta più di 2000 anni.

Dietro lo Sri Maha Body c’è un’affascinante leggenda secondo la quale sarebbe stata la principessa Sangamitta ad introdurre la talea dell’albero di Bodhi originale – l’albero dove il Buddha arrivò all’illuminazione – direttamente dall’India. In realtà ci si rende presto conto che le piante sono più di una, ma quella considerata più antica e più sacra è quella posta al centro sulla piattaforma più alta.

La nostra visita è terminata nell’area dell’Abhayagiri Monastery dove particolare menzione merita la pietra di luna più bella che si possa trovare in tutto lo Sri Lanka, situata all’ingresso del Mahasena’s Palace.

A sole due ore d’auto da Anuradhapura si trova Polonnaruwa (anche qui l’ingresso è 25 dollari), ovvero quella che fu la seconda capitale dello Sri Lanka per ben tre secoli. Essendo molto più recenti, i resti sono meglio conservati e le dimensioni più contenute del  sito consentono visite esaurienti in tempi più brevi.

Lo dichiaro subito, questo luogo mi ha letteralmente incantata, soprattutto nel momento in cui mi sono ritrovata di fronte al Gal Vihara. Ma procediamo con ordine.

Anche qui consiglio di affittare delle biciclette e di avvalersi di una guida perché, nonostante sia più facile orientarsi, avere qualcuno che spiega ciò che si sta vedendo è un grandissimo valore aggiunto.

Le rovine possono essere divise in cinque gruppi dei quali io ne ho visitati tre. Il primo è cosiddetto gruppo del palazzo reale che comprende una grande struttura, il palazzo Parakramabahu, i cui resti permettono di intuire la magnificenza di questo edificio che si pensa arrivasse a contare ben sette piani. Abbiamo poi continuato per il Quadrilatero, ovvero un insieme di rovine poste tutte su una piattaforma sollevata e cinta da un muro che comprende un albero di Bodhi e alcuni tra i templi meglio conservati dell’intero Sri Lanka, quali Vatadage e Thuparama.

Infine siamo arrivati a quello che è chiamato il gruppo settentrionale, reso famoso dal Gal Vihara, un gruppo di quattro meravigliose statue del Buddha, ciascuna ricavata da un’unica lunga lastra di granito, le quali  probabilmente segnano il punto più alto della scultura rupestre singalese. Io sono rimasta letteralmente a bocca aperta per la loro imponenza ma anche per l’indiscutibile bellezza.

Questi due siti – che insieme a Sigiriya compongono quello che è comunemente definito il Cultural Triangle – sono due veri e propri gioielli archeologici, situati in un contesto naturalistico straordinario che consente di immergersi in un’atmosfera quasi surreale.

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