Miyajima e Hiroshima: la spiritualità e il dolore del Giappone

Scrivo questo diario dopo diversi mesi dalla visita di Hiroshima, ma le emozioni che vorrei trasmettere sono ancora molto vive in me.

Ci troviamo a Kyoto, le cose da vedere ancora tantissime nei dintorni. La spiritualità del Giappone risente dei colori spenti dell’inverno, ma è pur sempre affascinante e sopratutto viva come non mai: essendo i primi giorni dell’anno i templi sono meta dei pellegrini da ogni dove.

Kyoto, Giappone

Ci siamo poi interrogati e detti con franchezza: ma come possiamo essere in Giappone e non visitare un luogo come Hiroshima? Studiamo così come al solito l’itinerario della velocissima Shinkansen – la rete ferroviaria ad alta velocità – e decidiamo di realizzare un doppio itinerario in giornata: l’isola di Miyajima e i monumenti del memoriale di Hiroshima.

Miyajima, Giappone

Miyajima è un’isola molto conosciuta per la spiritualità ed il folklore. Si narra che l’inventore del cucchiaio sia originario di qui… e per il popolo delle bacchette questo ha un grande valore!

La città è presa letteralmente d’assalto ogni giorno da orde di pellegrini che fanno la fila per i luoghi di culto che risultano, per chi ha poco tempo come noi, quasi inaccessibili. Decidiamo così di muoverci lungo il perimetro dell’isola passeggiando fra bancarelle di giochi e cibo, la gente e i daini che, sacri come a Nara ,convivono pacificamente con gli indigeni.

Miyajima, Giappone

Godiamo della bellissima giornata e ci fermiamo ad ammirare il torii nell’acqua di Itsukushima-jinja. Di colore rosso vermiglio, il fascino di questo monumento cambia con la marea e suggestivo è l’arrivo in barca dei pellegrini diretti al tempio.

Miyajima, Giappone

Dopo pranzo riprendiamo il traghetto e ci dirigiamo verso Hiroshima. La nostra meta è il Parco della Pace e dopo qualche difficoltà nel trovare l’autobus giusto riusciamo nell’impresa attraversando le vie del centro.

Hiroshima, Giappone

Hiroshima appare come una qualsiasi città occidentale, con uffici e negozi. Eppure, mentre scorro con gli occhi la sua “normalità”, la mia mente riconnette le notizie che possiede su di essa, la straziante esplosione, l’assuridità della violenza umana. Mi viene in mente di quando a scuola ci raccontavano la tragedia, la foto del fungo atomico, la paura della guerra nucleare… ed ora mi trovo qui, con i piedi sul terreno deflagrato dalla bomba, di dare un’immagine vissuta a quei luoghi, a quelle persone. Mi convinco sempre di più che questo viaggio meritava Hiroshima, che non sarei tornata in italia completa senza questa esperienza.

Hiroshima, Giappone

 

Scesi dall’autobus, il Parco della Pace è là, a pochi metri. Vi è una luce bellissima, non sembra essere inverno. Il sole estende i suoi colori caldi, la spianata di cemento armato dove ci sono i vari monumenti fa scorgere in lontananza la cupola della bomba atomica. Entriamo nel parco e instintivamente percepisco la forza emotiva e storica di questo posto.

Passeggiamo. I nostri sensi sono alla ricerca di qualcosa, non una ragione a ciò che è avvenuto perché ragione non esiste, ma le tracce delle tante persone che modo atroce e violento hanno perso tutto.

Hiroshima, Giappone

Un suono di campana scandisce il tempo, ma non capisco ancora da dove provenga. Ci avviciniamo al cenotafio che riporta il nome di tutte le vittime accertate. Fiori freschi contornano la lista. L’occhio si perde in quella successione quasi anonima. Dietro ogni nome dei desideri, una vita, dei legami, tutto interrotto da una violenza spietata.

In parte brilla la fiamma della pace che verrà spenta solo quando sarà distrutta l’ultima arma nucleare. Ed io, in cuor mio, mi dico “resterai sempre accesa… purtroppo”.

Hiroshima, Giappone

Tra gli elementi più c’è toccanti il monumento della pace per i bambini, che ricorda Sadako Sasaki, una bimba morta di leucemia qualche anno dopo lo scoppio della bomba. A undici anni, malata e con una sentenza di morte, Sadako decide di costruire mille gru di carta, simbolo di longevità, ma prima di aver completato la sua opera la malattia l’ha fermata. Per ricordarla i bambini giapponesi creano ogni anno dei murales con gli origami a forma di gru.

Hiroshima, Giappone

Passeggiando giungiamo alla cupola della bomba atomica. Questo edificio era nato come centro espositivo industriale ed è una della poche tracce della vecchia Hiroshima. Le case di allora erano quasi tutte di legno e hanno potuto poco contro l’impatto. La gente nell’edificio è tutta morta, ma lo scheletro è rimasto.

Passarci accanto, sostare, guardare fra i resti il cielo azzurro che si scorge è un’emozione triste che ti attraversa dall’interno. Senza di essi l’immaginazione non sarebbe riuscita ad avere le stesse punte emotive. La materia devastata brutalmente, deformata, abbandonata, i mattoni bruciati, il cemento armato in polvere, le finestre senza vetri… tutto ricorda e fa da monito senza sconti perché a questa immagine di morte e impotenza si aggiunge l’idea che qui dentrovi erano uomini e donne, bambini e anziani che non hanno potuto fare nulla se non decomporsi senza avere neanche il tempo di arrendersi.

Hiroshima, Giappone

Entriamo nel Museo della Pace: qui documentari, plastici e oggetti scampati allo scoppio raccontano di ragioni politiche, tracce edili e vita che si ferma. Vedere gli oggetti di uso quotidiano deformati, sciolti, privati di identitá, di forma, e pensare a chi li indossava, usava e possedeva trasformato in un nulla in una frazione di secondo non è un sentimento che si può esprimere a parole.

Hiroshima, Giappone

Torniamo in stazione a piedi e camminando il mio volto si gira verso questo luogo fino a che non scompare all’orizzonte. Lascio Hiroshima con un’immagine visiva ed emotiva che resterà per sempre in me.

2 commenti su “Miyajima e Hiroshima: la spiritualità e il dolore del Giappone”

  1. Un viaggio da fare, sicuramente questo itinerario non potrà mancare nel mio viaggio in Giappone !! Grazie per aver condiviso ciò.

  2. Grazie dany! Sn convinta che il giappone ti stupira cosi come la sua gente ospitale! Presto verra pubblicato un mio post su kamakura e nikko! 🙂

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