Il giardino delle nebbie notturne: un libro da leggere prima, durante o dopo un viaggio in Malesia

Il giardino delle nebbie notturne” è il secondo romanzo dello scrittore malese Tan Twan Eng, vincitore del Man Asia Literary Prize.

La storia è ambientata in un arco di tempo di una trentina di anni a partire dalla Seconda Guerra Mondiale. Lo scenario è principalmente quello delle Cameron Highlands. Si tratta di un altopiano della penisola malese a poche ore di viaggio da Kuala Lumpur e dove negli anni trenta alcuni inglesi cominciarono la coltivazione di una qualità di tè nero proveniente da Ceylon. Se si viene in Malesia, vale la pena fare una tappa di un paio di giorni per visitare le piantagioni e per qualche passeggiata nella giungla.

La protagonista del romanzo è Yu Ling Teoh, giudice della corte suprema che da ragazza è stata, insieme alla sorella, internata in un campo di prigionia giapponese e del quale è l’unica superstite.

La sorella di Yu Ling era un’artista appassionata dei giardini tradizionali giapponesi e Yu Ling si reca nelle Cameron Highlands per chiedere ad Aritomo, un enigmatico giapponese che era stato capo-giardiniere al servizio dell’imperatore del Giappone, di progettare un giardino in memoria della sorella.

Aritomo rifiuta l’offerta, ma le propone di lavorare nel suo giardino come apprendista fin quando non sarà lei stessa capace di progettare il giardino. Yu Ling, quindi, rimane sugli altopiani perché la realizzazione del giardino in onore della sorella è un modo per mitigare il suo senso di colpa per essere stata la sola sopravissuta alla prigionia.

Con il passare del tempo Yu Ling stabilisce un profondo legame con il suo maestro, nonostante i suoi rancori nei confronti dei giapponesi.

Questo libro, oltre ad essere un bel romanzo, è una ricca fonte di informazioni sulla storia della Malesia durante l’invasione giapponese e del successivo periodo della guerriglia contro i comunisti. Le milizie rosse, infati, avevano prima combattuto una guerriglia di resistenza contro i giapponesi e dopo la fine del conflitto, miravano a cacciare gli inglesi e a formare uno stato comunista in Malesia.

Questa guerriglia, che durò circa 12 anni e che coinvolse, oltre alle forze di polizia malesi, migliaia di soldati britannici, australiani, neozelandesi e africani fu ufficialmente chiamata “Emergenza malese” e non “guerra”, per permettere ai proprietari delle piantagioni di ricevere dalle assicurazioni i risarcimenti ai danni subiti alle loro proprietà.

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