Una terra di mare, laguna e vita: l’antico Dogado della Repubblica di Venezia

In italiano la laguna è femmina. Calma e misteriosa. Invece il mare è maschile. Non riposa mai, sempre in balia del vento e delle onde.
(Dal film “Io sono Li “di Andrea Segre, 2011)
Trascorro un fine settimana in Veneto, ospite di #turivers15, con questo compito: scoprire le terre dell’antico Dogado e resistere al fascino di Venezia, ad esso limitrofa. Se Davide ha sconfitto Golia e Achille non ha mai raggiunto la tartaruga, forse anche io posso vincere i richiami dello splendore della città dei Dogi e muovere passi in un territorio a me sconosciuto che trattiene specificità e vicinanze con essa.
In questi tre giorni non ho sentito la nostalgia di Venezia. Sará che l’ho visitata molte volte, che l’ho intravista dal battello prima di essere rapita dalla laguna, ma saperla così vicina non mi ha fatto provare nostalgie per l’ennesimo e unico scorcio sui canali o una sublime pala di altare firmata Tintoretto. Sono stata felice che qualcuno mi prendesse per mano e mi facesse leggere alcuni degli aspetti del territorio intorno a Venezia, alla scoperta di luoghi dilatati e umani, fatti di storie di lavoro, gente, dialetto, arte e paesaggi. Alle terre dell’antico Dogado appartengono ville storiche, arte, canali fluviali che risalgono verso la laguna e dalla laguna il mare, la sua gente, l’operosità e prodotti tipici.
Al turista che farà la scelta fortunata di visitare questi luoghi capiterà, come a me, di pensare di essere in un paese del Nord Europa, magari in uno di quei paesini olandesi incantati, attraversati dai fiumi su cui i risalgono leggiadri i battelli. Sarà circondato non solo da quella delicatezza, ma da arte e cultura, palazzi e chiese. Potrà visitare e addirittura affittare ville ricche di storia riconsegnate al pubblico grazie all’amore per la propria terra di imprenditori illuminati, come per Villa Valier, uno dei molti tesori di storia e arte restituiti alle terre del Brenta.
Mentre lo fa, in bici o in macchina, il turista sensibile si guarderà attorno e potrà scoprire una campagna ordinata, di prodotti e aziende che con orgoglio mantengono tipicità e tutele, come il radicchio di Chioggia. La natura un po’ selvaggia un po’ addomesticata, la luce ed i colori che sembrano non crear confini mi hanno rivelato alcuni dei segreti della vita della laguna sud. In motonave chi vorrà potrà perdersi dentro a un paesaggio di una delicatezza che rapisce, scoprire le barene dove nascono le piante che si adattano alle acque salmastre, dolci e salate, trattenendo nelle loro foglie le prime. Scorgerà le isole di fronte a Venezia, spesso disabitate, ognuna con una storia e adattate nei secoli alla vita dell’uomo, le dighe di sbarramento e le isole fortificate dagli austriaci a forma ottagonale.
Poi la fauna, gabbiani e cormorani, le strutture da pesca per gli allevamenti ittici e i casoni, le palafitte magazzino dei pescatori. Chi vorrà fare questa esperienza proverà la sensazione di avere davanti a sé uno spazio apparentemente infinito, in una calma piatta, quasi immutabile, dove la laguna “femmina, calma e misteriosa” si getta nelle braccia di un mare “maschio” che non riposa mai, e da questo incontro entrambi si rigenerano.
Come ho fatto io, il visitatore si fermerà a parlare con panettieri alla scoperta del dolce locale, con il gelataio, il pescatore, la verduraia o la proprietaria dell’agriturismo, e incontrerà le molteplici facce dell’operosità dei veneti, il loro amore per una terra che non fa mancare nulla. E quando sentirà il richiamo di Venezia potrà perdersi nella scoperta di Chioggia, perché è vero che Venezia è unica e irripetibile, ma per chi ha voglia di vedere una piccola Venezia e sentire il sapore di mare, di vita e sorridere per la marcata cadenza dialettale, si può rifugiare qui e scoprire una città a specchio.
L’acqua dei canali di Chioggia riflette la vita di muri, gli attrezzi dei pescatori e la sua gente. Il modo di viverla della sue persone aperto e familiare, i suoi cicchetti. Uno spaccato di un’Italia che sa di genuina accoglienza e amore per il suo mare. Chioggia è pesca, mercato, lavoro, attrezzi, botteghe profumate di pane appena sfornato, odore salmastro, signore alla finestra, panni stesi colorati, canali, ponti, barche, botteghe un po’ vintage, icone votive e personaggi di quartiere. Chioggia è la laguna, il mare e il loro incontro, è vita quella vera, non fatta di turismo di massa ma di gente con la borsa della spesa che si ferma a salutare chi non vede da tempo. È il Veneto operoso, orgoglioso e autentico, immerso nei colori dei canali e delle facciate delle sue case a due passi dalla laguna e dai suoi scenari.
Io l’ho scoperta camminando con il naso in su, con la macchina fotografica e grazie al racconto di chi ha immaginato e voluto il film “Io sono Li“, girato a Chioggia nel 2011 e diretto da Andrea Segre. Per me una grande occasione per capire ancor di più i colori delle reti, le boe, le osterie, i pescherecci e chi si muove fra tutto ciò.
Anche questa volta Achille ha dovuto così arrendersi alla saggia e lenta tartaruga, perché la calma, i sapori autentici e lo scambio umano appartengono alla qualitá ed i ricordi di valore. Chi vorrà, potrà provare la mia stessa soddisfazione di portare a casa la vittoria della ricca e umana lentezza dalle terre del Dogado.
Per maggiori informazioni sul territorio e gli eventi del Dogado: Gal Antico Dogado.

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