Viaggio in Giordania: i tanti volti di Petra

Petra, culla di antica memoria della Giordania, è un luogo per certi aspetti indescrivibile.

Arrivata al tramonto, scorgo dall’alto le montagne che celano i suoi misteri al mondo. Il sole rosso si sposa con i cromatismi delle rocce, le case della città moderna attorno. Ne puoi sentire parlare, vedere documentari e foto, film in essa ambientati, leggere guide, ascoltare i racconti di viaggio di amici, ma non puoi immaginare fino in fondo la magia di questo luogo fino a quando non lo visiti.

Roccia, storia, invenzioni ingegneristiche, sacro e civiltá si aprono ai tuoi occhi in un gioco di continua scoperta e stupore. A Petra dovrai camminare, sudare, arrampicarti su mulattiere per scoprire scorci magici e la sua storia. Ma fra le cose che non metti in conto nelle ore sempre troppo brevi del tuo incontro con essa, sono i volti che vivono Petra.

Le popolazioni beduine vivono oramai fuori del sito archeologico. Lo stato ha costruito villaggi e offerto loro alloggi e servizi. Ma a Petra storica ci tornano. Per animarla con i loro commerci e perché, per quanto questa città non gli appartiene più, loro appartengono alla cittá. Nel mio vivere una notte ed un giorno questo luogo, a parità di natura, storia e mistero, ho trattenuto anche molti dei volti di queste persone, bambini, anziani, donne e uomini che commerciano passaggi in asino, manufatti e souvenir.

Ovviamente oggi Petra è anche commercio turistico, ma se si vuole guardare oltre a calamite e cartoline si possono scorgere piccoli spaccati ancora autentici che sanno di una vita cosi lontana dalla nostra, di polvere, sole e anima nomade.

Capita così che, se magari compri una scatolina, le donne con cui scambi un sorriso e due parole, ti invitano, sotto la tenda, lavano con la poca acqua che hanno due bicchieri e ti offrono del the alla menta bollito su bracieri. Ti ritrovi a bere accanto a loro, a scambiare due parole in inglese, ad immaginare cosa voglia dire oggi essere beduino, fra modernità e tradizione.

Camminando verso le mete piu ardue, scambierai parole con gli uomini che vogliono affittarti un passaggio suo somarelli. Spesso sono bambini, i cui diritti all’istruzione vengono negati e sebbene non sia assolutamente giusto, il vederli vivere liberi, in comunicazione con il loro animale e che parlano un discreto inglese, in qualche modo ti rincuora. Capisci che, secondo dei canoni che non ci appartengono piu, loro sono comunque felici perchè vivono la loro terra senza vincoli e schermi.

Puoi vedere uomini che pregano sulla roccia con il volto rivolto alla mecca, bambine a piedi che trasportano mercanzie da un punto di partenza imprecisato ad un’altro non noto i cui volti, movenze ed occhi, sembrano non avere altro sfondo che quello dei colori di quelle rocce.

Vedrai le tracce del loro vivere qui, le jeep che all’imbrunire caricano le persone per tornare a casa, gli artigianali giochi dei bambini che ti chiedono soldi e caramelle. L’umanità di Petra non è citata in nessun libro ma se il turista sensibile vuole essere attento, la potrà raccogliere e portarla con sè assieme ai paesaggi, i canyon, la storia e i colori fantastici di questo misterioso angolo di mondo.

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