Viaggio in Israele: dal blu cobalto del Mar Morto al fascino di Masada

Sono certa che se mai avessi avuto la pazienza di compilare la lista de “le 100 cose da fare nella vita”, uno dei cento punti sarebbe stato: fare il bagno nel Mar Morto. Avevo visto centinaia di foto ma, quella sensazione di stare a galla qualunque siano i movimenti o la posizione che si mantenga, mi sembrava una cosa incredibile. E quindi ho adottato la tecnica del “provare per credere” che resta sempre la migliore per confutare ogni sorta di dubbio.

Mar Morto - Israele

Ed è cosi che, lasciata Gerusalemme in prima mattinata, in due ore d’auto (sarebbe stata anche solo un’ora e mezza se non ci fossimo fermarti in continuazione a far fato lungo il tragitto!) abbiamo raggiunto Ein Bokek la località da noi scelta per goderci una giornata di relax sulla costa israeliana del Mar Morto.

Ein Bokek, Israele

Nello specifico noi abbiamo alloggiato al Crowne Plaza, uno splendido albergo dotato di ogni sorta di confort, stanze molto ampie e pulite, spiaggia privata e ottimi buffet sia per la prima colazione che per la cena. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere la stanza al dodicesimo ed ultimo piano dalla quale si poteva godere di una splendida vista panoramica sul Mar Morto e le zone circostanti.

Crowne Plaza - Israele

Una volta indossato il costume e raggiunta la spiaggia, sia io che i miei compagni di viaggio, non abbiamo resistito e ci siamo subito tuffati in acqua. Ecco, forse meglio specificare che “tuffarsi” è il termine meno adatto da utilizzare vista la peculiarità di queste acque. Non conviene infatti bagnare il viso, o meglio gli occhi, perché l’alta percentuale di salinità dell’acqua causano bruciori molto forti. Se avete una qualunque minuscola ferita sul corpo, beh, immergendovi ve ne accorgerete sicuramente! Considerate infatti che è circa nove volte più salato dell’oceano e che la concentrazione di sale è pari al 30 per cento circa. Ecco spiegato perché su queste acque si galleggia naturalmente!

Mar Morto - Israele

L’acqua ha una temperatura gradevolissima portata anche dal fatto che le sue acque non sono molto profonde. Lungo circa 65 chilometri e largo 18 nel suo punto di maggiore ampiezza, le acque di questo mare si stanno abbassando gradatamente e ogni anno arretrano di diversi metri. Durante il nostro soggiorno abbiamo sentito parlare di alcuni progetti volti a far sì che questo mare non scompaia e personalmente mi auguro che venga trovata presto una soluzione che abbia i minori impatti ambientali possibili. Il primato del Mar Morto non sta però solo nella sua elevatissima concentrazione di sale nelle acque, ma si tratta anche del punto più basso della terra: 425 metri sotto il livello del mare.

Mar Morto - Israele

Se immergersi in acqua e galleggiare senza il minimo sforzo è già di per sé una bellissima esperienza, guardarsi intorno e rendersi conto dello splendido contesto in cui si è immersi rende tutto ancora più memorabile. Il contrasto dell’acqua blu cobalto con le tinte aride del paesaggio circostante raggiungono il massimo dello splendore nelle prime ore del giorno e sul far della sera.

Dopo una giornata rigenerativa sul Mar Morto, abbiamo pensato che il miglior modo per spendere le energie accumulate fosse una scalata all’alba per raggiungere le rovine di Masada, distanti un quarto d’ora d’auto dal nostro albergo. Il consiglio che mi avevano dato in molti era stato quello di recarmi a Masada per vedere l’alba, consiglio che io ho seguito e che mi sento di suggerire a mia volta. Conviene arrivare un’ora prima che sorga il sole perché il sentiero da percorrere richiede circa 45 minuti per la salita.

Mar Morto - Masada, Israele

Masada, Israele

Una volta raggiunto l’altopiano in cui sorgono le rovine, non resta altro che attendere il comparire dei primi raggi di sole che man mano rivelano un paesaggio incantevole. Masada non rappresenta soltanto un meraviglioso punto panoramico, ma è la sua storia a renderlo ancora più suggestivo. I resti che qui si trovano raccontano la storia di un migliaio di ebrei che, dopo che i romani ebbero conquistato Gerusalemme nel 70 d.C., si rifugiarono su questo altopiano nel tentativo disperato di resistere ai nemici. Nel momento in cui fu loro chiaro che non vi era speranza alcuna di salvarsi, preferirono il suicidio di massa piuttosto che finire in schiavitù sotto i romani. Dalle rovine è infatti possibile vedere i segni degli accampamenti romani tutt’intorno il promontorio. Quando la suggestione della storia si combina con la bellezza mozzafiato del paesaggio, il successo è garantito, ed è proprio per questo che mi sento di suggerirvi di inserire Masada nei vostri itinerari in Israele, sicura che sia lo sforzo della levataccia che quella della scarpinata saranno più che ricompensati come è stato per me.

Masada, Israele

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