Di fango, forza e nascosti splendori: viaggio nell’alluvionata provincia di Benevento

In trasferta nella provincia di Benevento, a meno di una settimana dall’esondazione dei fiumi Calore, Sabato, Fortore, Tammaro e Volturno che l’ha messa in ginocchio: oggi è il primo giorno di sole dopo la tragedia, e così l’itinerario di “A Rural Experience”, la tre giorni di blog tour a suo tempo programmata da Tabula Rasa Eventi per conto di GAL Titerno, può partire nonostante tutto.

Gente tosta, da queste parti. Basta guardare le fulminee campagne di sostegno alle aziende locali che, sorte dal basso sul web già a poche ore dalla piena, ora impazzano sui social. Puro genio su incrollabile determinazione. Più tardi, a pranzo in agriturismo, qualcuno di loro mi dirà: “Cinque anni di fermo della vendemmia? Tu non conosci noi beneventani… sono pronto a scommettere che i vignaioli hanno incominciato a spalare il fango già stamani non appena la pioggia è cessata, e vedrai che il prossimo anno il vino ve lo facciamo uguale ”.

La splendida abbazia di San Salvatore Telesino, che sorge sul tracciato meridionale della Via Francigena, ospitò nel lontanissimo 1098 l’illustre pellegrino Anselmo d’Aosta. Oggi, impeccabilmente restaurata per mostrare al meglio tanto i suoi gioielli d’arte longobarda che alcune delle inclite vestigia romane in questa zona quasi onnipresenti, ospita, tra l’altro, un importante e qualificato festival del documentario di viaggio. Eh già, è terra di glorie e splendori questa, dal nobile passato, percorsa da re e da papi.

Sempre nel centro del paese di San Salvatore Telesino ci attende un’altra incredibile sorpresa. Massimo Rao era un artista eclettico e visionario, i cui mondi onirici e senza tempo hanno incantato Sgarbi e trovano tuttora spazio all’EXPO. Lui non c’è più dal 1996, ma sopravvive nel ricordo degli amici che gli hanno dedicato una splendida pinacoteca, che purtroppo però non ha tutta la visibilità che meriterebbe.

A pranzo si scatena invece, come del resto era prevedibile, la magia e la perizia di un’altra arte antica, quella culinaria: ma voi lo sapevate che lo struppolo, delizioso panino fritto lievitato, non viene commerciato neppure nei forni, e dunque bisogna aspettare la sagra paesana annuale, o qualche specialissima occasione come questa, per poterlo assaggiare al di fuori delle mura domestiche? Più prezioso e pregiato di così… Per tacere del resto, eh! Formaggi e insaccati da favola, e squisiti piatti insaporiti con noci, castagne e zucche: insomma tutto l’autunno al suo meglio portato orgogliosamente in tavola.

La proprietà del bellissimo – e ottimamente conservato – antico Castello Ducale normanno del paesino di Faicchio è stata da poco rilevata da una famiglia di privati che ne sta ultimando la ristrutturazione. Al suo interno si realizzerà un vero e proprio resort che ospiterà stabilmente cerimonie ed eventi in puro stile medioevale. Noi, grazie alla personale cortesia di uno dei nuovi proprietari, lo abbiamo visitato appena prima della chiusura ufficiale dei lavori, ma ci auguriamo di potervi ritornare in primavera, per poterlo ammirare ancora in tutto il suo rinnovato fascino.

La giornata termina in campagna, tra greggi di placide capre autoctone di razza laticauda e altre antiche rovine, quelle di un ponte romano lungo il corso di un altro fiume, il Titerno, che oggi sprigiona solo tranquillità e pace. Le stesse che auguriamo ai nostri cugini sanniti in questo difficile momento: forza Benevento, rialzati, ce la puoi fare!

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