Trastevere: il cuore di Roma

C’è un quartiere a Roma che forse più di tutti è in grado di regalare, oggi come ieri, l’immagine più autentica e caratteristica di tutta la città: Trastevere. Rione dalle origini assai remote, fu abitato fin dall’epoca dell’Antica Roma.

La prima curiosità è legata al suo nome: essendo sorto su quella che era considerata l’altra sponda del fiume Tevere, rispetto al cuore della Roma Imperiale, la zona fu chiamata “Trans Tiberim”, Trastevere appunto. E proprio per la sua posizione, fu scelto da genti e popoli provenienti principalmente dall’Oriente, divenendo così un quartiere residenziale per mercanti e commercianti nella sua parte bassa, mentre l’alto colle alle sue spalle, il Gianicolo, fu sede privilegiata per ricchi patrizi che qui costruirono sontuose domus, come per esempio i celebri Horti di Cesare che ospitarono, sembra, anche la famosa regina Cleopatra.

La destinazione a quartiere residenziale non è mai cambiata per Trastevere che mantenne praticamente lo stesso ruolo anche durante il periodo medioevale e rinascimentale: ed è proprio per questo che ancora oggi, passeggiando tra i suoi vicoli e le sue incantevoli piazzette, è possibile ammirare tutto il suo caratteristico fascino popolare.

Se si vuole scoprire il rione, basterà passeggiare al suo interno, dove ci sono numerosi angoli e scorci che meritano certamente una sosta. Tre sono le piazze principali: Piazza Trilussa, Piazza di Santa Maria in Trastevere e Piazza in Piscinula.

Piazza Trilussa, Trastevere - Roma

Piazza Trilussa, dedicata al poeta romanesco Carlo Alberto Salustri, detto appunto Trilussa, qui presente con una grande statua in bronzo che lo ritrae mentre legge i versi di una sua poesia, ha nel suo centro il grande fontanone scenografico posto su una imponente scalinata e voluto da papa Paolo V Borghese a inizio del 1600. In origine però il fontanone era situato sulla sponda opposta del fiume, sullo sfondo di Via Giulia, addossato all’Ospizio dei Centopreti, distrutto durante i lavori per la realizzazione dei muraglioni del Tevere a fine Ottocento.

Raggiungendo il cuore del rione, si arriva in Piazza di Santa Maria in Trastevere, cuore pulsante del quartiere, dove è possibile visitare una delle basiliche più antiche della città, dedicata al culto di Maria, fatta edificare, secondo la leggenda, da papa Callisto I nel III secolo d.C.. Di gran pregio e valore artistico sono i mosaici realizzati da Pietro Cavallini che risalgono al XIII secolo, presenti in facciata e all’interno nell’abside. Ma assolutamente da non perdere sono anche il soffitto seicentesco a lacunari dorati intagliati e con fondi policromi realizzati su disegno del Domenichino e il portico rimodellato da Carlo Fontana.

Piazza di Santa Maria in Trastevere - Roma

L’ultima piazzetta che merita una visita è Piazza in Piscinula, posta a pochi metri dall’Isola Tiberina e così chiamata per la presenza di uno stabilimento termale con vasche e piscine di epoca romana che orami si trova al di sotto dell’attuale livello stradale. Sulla piazza si affacciano le medioevali Case Mattei, possedimenti della potente e ricca famiglia che viveva in città, occupandosi di mantenere l’ordine pubblico. Sembra infatti che il capostipite, Matteo Mattei, si sia guadagnato la prestigiosa carica di “guardiano dei ponti e delle ripe” per lo Stato Pontificio, organizzando i flussi di pellegrini che da Porta Portese si dirigevano verso San Pietro e che parte della sua ricchezza sia derivata anche dai “pedaggi” – non proprio leciti – che venivano richiesti ai viaggiatori.

Passeggiando per il rione ciò che lascerà assolutamente senza parole sono i suoi numerosi vicoli. Tra i più caratteristici ci sono Via dell’Arco dei Tolomei, Via di Porta Settimiana, Via della Scala e Vicolo dei Cinque, che collega Piazza Trilussa con Piazza di Santa Maria in Trastevere, divenendo quindi tappa obbligatoria. Altri poi regalano sorprese uniche, come ad esempio Vicolo dell’Atleta, così chiamato per la scoperta avvenuta intorno alla metà del 1800 della statua dell’Apoxyomenos che ritrae un atleta mentre si pulisce il corpo con lo strigile, uno speciale raschietto in grado di togliere olio e sudore dalla pelle, conservata oggi ai Musei Vaticani. In precedenza però la via era detta Vicolo delle Palme, per la presenza di questi alberi, simbolo della Giudea: era questa infatti l’area in cui viveva la comunità ebraica prima di trasferirsi dall’altro lato del Tevere e proprio qui, si affaccia una casetta medioevale di straordinaria bellezza che sembra essere stata utilizzata come sinagoga nel 1200, tanto che su una delle colonnine della loggia è possibile scorgere dei caratteri incisi in ebraico.

Oggi il rione, a causa dell’apertura di Viale di Trastevere, la grande strada realizzata a fine Ottocento e chiamata in origine Viale del Re, sembra diviso in due parti, ma è proprio in questo punto che nel mese di luglio ha luogo una delle feste più antiche di Roma, la Festa de’ Noantri (è da notare che i “Noantri” sono proprio gli abitanti di Trastevere, diversi rispetto agli “altri” che abitano sulla sponda opposta del fiume). Tradizione vuole che nel 1535 un gruppo di mariani rinvenne alla foce del Tevere una statua raffigurante la Vergine Maria scolpita in legno di cedro. Gli uomini decisero di donarla ai frati Carmelitani della Chiesa di San Crisogono che riconobbero in essa proprio la Madonna del Carmine da loro venerata. La statua, conosciuta anche come la “Madonna Fiumarola”, proprio perché legata al fiume Tevere, divenne così fin da subito la Santa Protettrice dei Trasteverini.

Ponte Sisto, Trastevere - Roma

Dalla fine del 1800 la statua è conservata nella vicina Chiesa di Sant’Agata: a causa dei lavori per la realizzazione di Viale Trastevere, infatti, la speciale cappella annessa a San Crisogono destinata ad accogliere la statua, fu smantellata e alla statua venne trovata una nuova collocazione. Ogni anno la Madonna, vestita con preziosi abiti e con i gioielli donati dai fedeli, viene portata in processione per i vicoli del rione fino alla chiesa di San Crisogono, dove resta otto giorni, prima di tornare con un’altra processione nella chiesa di sant’Agata. Un rione che oggi come ieri ha mantenuto del tutto intatto e immutato il suo aspetto più originario e caratteristico!

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